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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE SECONDA – LE NOZZE MISTICHE (Dal 1813 al 1819)
    • 41 – CHIARA COGNIZIONE DI DIO
      • 6. L’abito religioso di terziaria trinitaria
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6. L’abito religioso di terziaria trinitaria

 

Digressione: Riporto un fatto seguitomi il giorno di san Michele arcangelo il dì 29 settembre 1817. Fui favorita dal Signore con grazia molto particolare. Il gran principe san Michele mi condusse al trono di Dio e mi presentò all’Altissimo, supplicandolo per me, acciò mi degnasse della sua divina grazia. Alla preghiera del gran principe san Michele, l’eterno Dio tutto piacevole a me rivolto ricolmò la povera anima mia di grazia soprannaturale, e in quell’istante divenne tanto bella che divenne oggetto della compiacenza di Dio, e qual padre amoroso mi strinse al suo seno, e qual sposo amante mi degnò dei suoi castissimi abbracciamenti, facendomi provare gli effetti più mirabili della sua divina grazia. In un momento le potenze dell’anima mia furono sollevate sopra se stesse e, illuminate dalla fede, penetrai l’immensità di Dio, dove Dio mi diede particolare cognizione di sé e dell’infinito suo essere; mi promise di abbreviare il tempo delle sue misericordie, mi fece intendere che per mezzo di una forza imponente sarei arrivata ad ottenere l’abito religioso di terziaria della Santissima Trinità più presto di quel tempo che era determinato, dispensandomi da quelle ardue prove che da principio mi erano state determinate, per arrivare ad ottenere l’abito religioso di terziaria dell’Ordine della Santissima Trinità.

Qual bene ricevette il mio spirito in questa comunicazione non so manifestarlo, mentre per parte dell’infinita potenza di Dio fui introdotta negli amplissimi spazi della divinità, e intimamente unita a Dio, che più non mi distinguevo, ma tutta ero immersa, tutta ero penetrata da Dio in guisa che ero una stessa con lui, io più non mi distinguevo, ero penetrata dall’infinito suo amore, che mi faceva ardere di carità. Qual dolcezza di spirito, qual consolazione, qual gaudio sperimentò il mio cuore non mi è possibile manifestarlo. La sopraddetta comunicazione mi tenne per giorni sopra sopita, rapita in Dio, senza poter applicare sensibilmente le potenze dell’anima, ma come stolida affatto incapace di ogni idea sensibile.

 

Il dì 24 ottobre 1817, giorno della festa di Gesù Nazareno, ricevetti dal Signore in questo giorno un favore molto grande, ma per avere trascurato lo scrivere non posso manifestarlo, avendo di questo favore perduto l’idea.

In questi fogli si riportano diversi favori ricevuti dal Signore in vari tempi, che per dimenticanza ho tralasciato di scrivere negli altri fogli.

 




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