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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE SECONDA – LE NOZZE MISTICHE (Dal 1813 al 1819)
    • 42 – CROCIFISSA DA GESÙ STESSO
      • 1. Vittima per la Chiesa insieme a Gesù
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1. Vittima per la Chiesa insieme a Gesù

 

In questo tempo tornò a sopirsi lo spirito, e sopraffatto da interno riposo ebbi particolari cognizioni dei presenti bisogni della santa Chiesa. Vidi la cattiva condotta di quelli che governano, l’ingiustizia, l’oppressione dei poveri, il gran tradimento che si fa al santo Evangelo, che invece di sostenere le sante sue massime, questi sono contro di queste, qual lupi rapaci che altro non cercano nel loro operare che la distruzione dell’ovile di Gesù Cristo, che qual amante pastore è tutto intento alla custodia delle amate sue pecorelle.

Oh qual castigo terribile tiene preparato la divina giustizia per questi ingrati! A questa cognizione fui sopraffatta da molti affetti di compassione, di zelo, desiderosa per sostenere la nostra santa religione di dare il sangue e la vita, di sommo timore per il terribile castigo, ero fuori di me stessa per lo spavento, quando ad un tratto mi si fece vedere Gesù Cristo, tutto piacevole ed amoroso, che cercava di placare lo sdegno dell’eterno suo Padre, ed invitava la povera anima mia ad offrirsi insieme con lui all’eterno suo Padre qual vittima di riconciliazione. Immediatamente mi offrii a patire qualunque pena per vantaggio della santa Chiesa, e per adempiere la volontà di Dio, per sostenere il Sommo Pontefice e tutto il cristianesimo, per sostenere tutta la religione cristiana.

L’eterno divin Padre per mezzo di Gesù Cristo accettò la mia offerta e mi ricevette qual vittima volontaria, e pieno di gradimento mi strinse al paterno suo divin seno, facendomi provare un gaudio di paradiso.

 

Il dì 30 luglio fu sollevato il mio povero spirito dalla grazia del Signore, e illuminato fu il mio intelletto da particolare illustrazione. Fu il mio spirito introdotto per mezzo di tre angeli in un luogo quanto mai bello. Custode di questo luogo era san Giovanni evangelista. Introdotta che fui in questo luogo, crebbe in me la propria cognizione, e, profondata nel proprio mio nulla, mi riconoscevo per la più vile creatura della terra.

Nel vedermi in questo luogo di preminenza, mi confondevo altamente, e sopraffatta da santo timore, cercavo a tutto mio costo di fuggire da questo luogo, per rispetto e riverenza riconoscendomi affatto indegna. Ma il santo Evangelista mi faceva intendere che avessi allontanato il soverchio timore, e che ammirar dovevo l’infinito amore che Dio mi porta.

A questa esortazione del santo Evangelista, il mio spirito si riempì di santo amor di Dio, e con somma rassegnazione si compiacque restare in questo luogo, al momento mi vidi vestita…

 

 




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