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Beata Elisabetta Canori Mora Diario IntraText CT - Lettura del testo |
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61 – L’ECCESSO DELL’AMORE DI GESÙ 1. Per la gloria di Dio e il bene del prossimo
Proseguo a copiare dal mio straccio foglio altri fatti accadutimi nello spirito, che pure avevo trascurato di mettere in pulito. Il giorno 2 giugno 1821 ebbi molto di che soffrire per lo spazio di circa trenta giorni, mentre Dio mi si diede a vedere nuovamente molto sdegnato per le grandi ingratitudini degli uomini. Mi diede a conoscere le forti risoluzioni che avrebbe preso la sua divina giustizia, per punire tante ingratitudini e scelleraggini. Qual pena recò alla povera anima mia questa cognizione non posso esprimerlo, primo per vedere Dio offeso, secondo per vedere tanto danno del mio prossimo. Piangevo, mi affliggevo, e il povero mio spirito era sopraffatto da una profonda mestizia, che non potevo contenere. Non lasciavo di raccomandarmi caldamente al Signore, e di nuovo offrirmi a patire per la sua gloria e per il bene del mio prossimo. Nonostante però l’offerta che avevo fatto di tutto cuore di patire per il bene del mio prossimo, non lasciavo di sentire una nausea di restare in questo mondo, per non trattenermi in mezzo a tanta iniquità e a tante gravi offese che si fanno a Dio, che quasi senza il voto del cuore, il mio spirito era portato alla necessità di pregare il Signore di levarmi con la morte da questa valle di miserie, per così liberarmi da tanti pericoli di offenderlo. Non lasciava Dio, per sua bontà, di consolarmi, facendomi intendere che se gli uomini avessero maliziosamente imperversato col disprezzare le sue misericordie, mi avrebbe levato da questo mondo d’iniquità e che si sarebbe degnato, mediante i suoi meriti, premiare le mie povere fatiche e i poveri miei sacrifici, fatti per amor suo, con premio eterno; ma tutto questo non era per me il compimento delle mie consolazioni; perché, sopraffatta dalla carità verso il mio prossimo, molto più avrei gradito di patire quanto mai dire si possa, e che Dio si compiacesse nella sua santissima volontà di mandarmi all’inferno. Molto volentieri ci andrei, unita sempre al suo divino amore, patirei quegli atroci tormenti per non vedere tante anime perdute e per non vedere Dio tanto offeso. Queste sono le mie continue preghiere, se poi piaccia al mio Dio di lasciarmi in vita, ovvero voglia mandarmi la morte in breve tempo, il mio spirito è tranquillo e si compiace nella sua santissima volontà.
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