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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE TERZA – ALLA MAGGIOR GLORIA DI DIO (Dal 1820 al 1824)
    • 63 – ALLA SOMMITÀ DELLA GLORIA DI DIO
      • 10. Ti porterò sulle mie spalle
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10. Ti porterò sulle mie spalle

 

Il dì 7 marzo 1822, mi trattenevo in orazione molto profonda, quando ad un tratto il mio spirito si trovò alla sponda di un grande lago, le cui acque erano tutte spumacciose e lezze, che facevano orrore al solo mirarle. Io conoscevo bene, che questo grande torrente lo dovevo passare, e non sapevo come dovevo fare. Mi sentivo struggere il cuore, mancandomi la maniera ed il mezzo per fare ciò. Ero per questo tutta mesta e dolente, ricorrevo al mio Dio con fervide preghiere acciò mi aiutasse. Fatta questa preghiera, mi si presentò il grande patriarca san Giuseppe, il quale con voce piacevole, così mi disse: «Figlia, perché tanto ti rattristi? Temi tu di passare quelle acque? Ah, non ti affliggere per questo, perché io sopra le mie spalle ti tragitterò da questa all’altra sponda, altro non devi fare che sostenerti sopra le mie spalle, in questa guisa non patirai naufragio».

Dopo dette queste parole, disparve il grande patriarca, lasciando nel mio cuore un’indicibile consolazione ed una ferma speranza nella sua cordialissima esibizione. Umilmente lo ringraziai, caldamente mi raccomandai alla valevolissima sua protezione, ciò nonostante, sentivo tutto il peso della mia grave tribolazione, trovandomi immersa nelle folte tenebre dell’intelletto, uno smarrimento sentivo nello spirito, che mi rendeva afflitta e mesta, dubitando di annegare in quelle spumacciose acque. Non mi mancava per questo la fiducia nel santo patriarca, ma ne andavo meditando le sue parole. Dicevo fra me stessa: «Mi ha detto «sostieniti sopra le mie spalle che io ti tragitterò da questa all’altra sponda», dunque, io devo da me sostenermi? E come farò mai, io che sono tanto debole e miserabile? E se mi manca la forza di sostenermi, io sarò perduta per colpa mia? Perché sostenersi sopra le altrui spalle, se corri il pericolo di cadere? Dunque io non sono sicura di scampare questo pericolo.E difatti, è così, perché non mi ha detto san Giuseppe che mi avrebbe portato sopra le sue braccia, allora sarei stata sicura, ma mi ha fatto ben intendere che ci vuole la mia cooperazione».

A questa riflessione, piena di timore, mi rivolgevo al mio Dio, e lo pregavo con calde lacrime a darmi aiuto per sostenermi ferma ed immobile sopra le spalle del santo patriarca, per così scampare il grave pericolo che mi sovrastava, di annegare in quel precipitoso torrente. Ogni giorno andava crescendo il mio timore e maggiore si faceva sempre più la mia pena.

 




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