Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Beata Elisabetta Canori Mora Diario IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
3. La Regina Maria mi accompagnò al trono dell’Agnello
Mossasi a compassione, la Madre di misericordia, di vedermi tanto annichilata, e priva di coraggio, per compiacere l’agnello divino, in persona venne l’amorosa Signora, piena di gloria e di maestà e di bellezza, a farmi coraggio, e lei stessa si degnò accompagnarmi vicino all’augusto trono dell’agnello divino. Quando fummo in una certa distanza, tre santi Angeli sollecitamente portarono tre ricchi sgabelli, in uno dei quali si adagiò la grande regina Maria santissima, nell’altro sgabello sedette il grande precursore Giovanni Battista, riccamente vestito e pieno di splendore, il quale, prima di adagiarsi sopra lo sgabello, fece tre profondi inchini. Io stavo in piedi, accanto a Maria santissima.Il suo splendore ricopriva la mia confusione.Io ero fuori di me stessa, nel vedere cose così grandi e così meravigliose, ed insieme così misteriose, che io non sapevo come andassero a terminare. Nel tempo che stavo così concentratata e piena di ammirazione, sopraffatta da santo timore, la Vergine santissima mi obbligò di adagiarmi sopra lo sgabello, seduta che fui anche io accanto alla divina Madre, il santo precursore sciolse la sua profetica lingua, ed encomiò il divino agnello e la sua Vergine Madre. Indirizzò il suo discorso alla povera anima mia, dicendomi parole di vita eterna; alle parole di questo santo glorioso, tutta mi disciolsi in lacrime d’amore e di compunzione. Terminato il suo discorso, ci alzammo tutti e tre in piedi, e in questo tempo vedo che un Angelo delle prime gerarchie, genuflesso ai piedi di Maria santissima, le presentò un ricchissimo calice, adorno di preziosissime gemme. Era questo calice coperto con la sua patena. La grande madre di Dio, prese il calice nelle sue santissime mani, il messaggero celeste, con profondo rispetto e riverenza, con un candidissimo panno levò dal calice la preziosa patena, e la divina Signora dette all’anima mia a bere di quel prezioso liquore. Oh balsamo! oh liquore divino di soavità ripieno! Quali mirabili effetti in quei preziosi momenti mi facesti provare! Quale trasmutazione facesti tu dell’anima mia! Qual fiamma di carità accendesti nel povero mio cuore! Quale illustrazione al mio intelletto! Qual lume alla mia mente! E chi potrà mai ridirne i prodigiosi effetti? Io no di certo. Sicché taccio, senza passare più oltre, mentre mi pare, che certi favori di Dio siano, per l’infinita bontà di Dio, compartiti alle anime, senza termini, senza misura, senza limiti. E chi ardirà di parlarne! Mi permetta, dunque, vostra paternità reverendissima, che io ponga fine a questo mio racconto gaudioso, e mi dia licenza di narrare come da questo gaudio passai a soffrire le pene più afflittive di spirito, di aridità, di oscurità, di foltissime tenebre, che la povera anima mia si ridusse in uno stato deplorabile. Sono certa che non recherà meraviglia a vostra paternità reverendissima questo mio racconto così luttuoso, benché al vivo e io non lo posso manifestare di qual tempra siano queste sorte di patimenti, in cui Dio pone le anime dopo di averle favorite; ma vostra reverenza, come perito di questa scienza, bene intende il tutto, benché io non mi sappia, per la mia ignoranza, spiegare. A me pare così: quanto più Dio si degna sollevare le anime con i suoi divini favori, tanto più gli dà a patire, sprofondandole nel cupo abisso del patire. Questo basti per dire tutto. In questi gravissimi patimenti passò la povera anima mia il mese di agosto, settembre, ottobre, novembre e dicembre 1824; ma devo dire però, a gloria del medesimo Dio, che in questi quattro mesi, non mancò l’amorosissimo Signore, di tratto in tratto, favorire la povera anima mia, e così risorgerla dalle agonie mortali in cui si trovava; ma questi divini favori erano di poca durata, e formati tanto nell’intimo dell’anima, che appena ne aveva la cognizione, che si dileguavano dalla mia mente e tornavo nel mio doloroso conflitto. Qualcuno che ne ricordo lo scriverò, avendo trascurato lo scrivere, per i gravi patimenti che mi hanno ridotta come insensata.
|
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL |