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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

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  • PARTE PRIMA – PRIME ESPERIENZE MISTICHE (Dal 1807 al 1809)
    • 3 – MI FECE RIPOSARE SOPRA IL SUO PETTO
      • 4. Il demonio non lascia di perseguitarmi
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4. Il demonio non lascia di perseguitarmi

 

Non lasciava il demonio di perseguitarmi, per farmi deviare dall’intrapreso tenore di vita; si servì di personaggio molto saggio e prudente per disapprovare il mio spirito, mi fece dire da altre persone che molto meglio sarebbe per me e per la gloria di Dio lasciare alle religiose tanta ritiratezza, che avessi pensato a compiacere i parenti, mentre questi altro non facevano che mormorare, pensassi di fare la vita da secolare e non da religiosa, che al Signore non piaceva la mia condotta; mi fece dire ancora che avessi pensato di piacere al consorte, che questo voleva il Signore da me. Siccome mai ebbi alcun trasporto a quanto permette il matrimonio, non essendo richiesta dal consorte, era per me di sommo contento, altro sollievo non avevo che trattenermi lungamente con il mio caro Gesù, desiderando di essere tutta sua.

Mentre non altro fine ebbi di passare allo stato matrimoniale che levarmi dall’angustia che soffrivo nella casa paterna. Era mio padre negoziante di campagna, attese le cattive stagioni e il malanimo di diverse persone, fecero sì che comparisse fallito, non ostante il suo ricco patrimonio di cinquantasettemila scudi di capitali, i pretesi creditori si impadronirono dell’asse patrimoniale, e lo depauperarono, e al povero mio padre convenne vedere languire la sua numerosa famiglia di otto figli, cinque maschi e tre femmine.

I fratelli avevano poco e niente giudizio, avevano di frequente qualche questione tra loro, il vitto e vestito era molto scarso, motivo per cui cercavo a tutti i costi di collocarmi.

Ero nella massima indifferenza, la prima apertura che mi si fosse data ero pronta ad abbracciarla, molto volentieri sarei entrata in monastero, molte volte vi fu provato, ma non mi fu possibile. Provai perfino di andare a servire qualche signora che stasse in monastero, sentivo un trasporto grande allo stato monastico, quando potevo avere un breviario alla mano ero nel mio centro, mi trattenevo le ore sane a recitare i salmi e le lezioni con somma consolazione del mio cuore. Nonostante che mi fossi dimenticata del voto fatto, come si disse al foglio numero due.

 

 

 




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