Italo Svevo: Raccolta di opere
Italo Svevo
Commedie

LE TEORIE DEL CONTE ALBERTO (Scherzo drammatico in due atti).

ATTO PRIMO.

Scena ottava. Anna e detti.

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Scena ottava. Anna e detti.

 

LORENZO.  Senti Anna! Ho da parlarti!

ELVIRA.  Verranno a pranzo?

LORENZO.  Vedremo se potremo farne a meno!

ELVIRA.  Va bene. (Via.)

ANNA.  Cosa dice mamma?

LORENZO.  Senti Anna mia! Tu ami davvero il conte Alberto? In un mese quale amore può essersi formato nel tuo coricino?

ANNA.  Oh! non è coricino!

LORENZO.  In proporzione all'età non può essere grande di molto.

ANNA.  Allora Lorenzo, credo sia sproporzionato all'età!

LORENZO.  Davvero? E come lo sai?

ANNA.  Misurato non lo ho. Ma credimi deve essere grande.

LORENZO.  Allora suppongo abbia forza bastante da sopportare qualunque dolore.

ANNA.  Quale dolore ho da sopportare?

LORENZO.  Bisognerà rinunziare a veder più il conte Alberto.

ANNA.  Tu scherzi?

LORENZO.  Bada Anna che io non scherzo. Bisognerà rinunciare a vederlo. O lui o noi partiremo e così il nostro scopo sarà raggiunto. Il nostro scopo è di non vederlo più. (Secco per nascondere la propria commozione.)

ANNA.  Ma perché, perché?

LORENZO.  Sarebbe semplificata la cosa se tu non mi chiedessi altro. A che cosa possono servire spiegazioni? In parte non le comprenderesti, in parte sono inutili. Il fatto è questo: Questo matrimonio è impossibile.

ANNA.  Dimmi almeno questo. È lui che non mi vuole sposare o sei tu che non vuoi ch'io lo sposi?

LORENZO.  È lui che non vuole.

ANNA.  Così, da un istante all'altro? Ah! impossibile!

LORENZO.  Io ti ho già detto che non scherzo!

ANNA.  Ma io ti dico che è impossibile. Impossibile! Tanto impossibile quanto, come dice lui, che all'emisfero crescano le gambe.

LORENZO.  Grazie! Credi dunque che io mi ci metta a procurarti dolori.

ANNA.  Ma è impossibile, ecco! Ma è impossibile! (Singhiozza, pausa.)

LORENZO.  Ti dispiace molto?

ANNA.  Perché? Dimmi perché Alberto rifiuta categoricamente di vedermi! Dopo tanto tempo!

LORENZO.  Non rifiutò categoricamente.

ANNA.  Come rifiutò allora?

LORENZO.  Non rifiutò ma…

ANNA.  Come, non rifiutò?

LORENZO.  Sai che Alberto era fidanzato o quasi alla contessina Armeni?

ANNA.  Non fidanzato e non quasi. A me lo raccontò subito. Le faceva un poco, un poco la corte. Ma non era donna per lui.

LORENZO.  Chi te lo ha detto?

ANNA.  Lui stesso e poi io la conosco. Era nel mio collegio.

LORENZO.  Sai perché quella non era per lui?

ANNA.  Vieni al fatto te ne prego.

LORENZO.  La madre della contessina aveva avuto degli amanti.

ANNA.  La mia forse ne ha avuti?

LORENZO.  No, ma noi abbiamo avuto in famiglia un altro triste caso.

ANNA.  Quale?

LORENZO.  Il suicidio di tuo padre!

ANNA.  Cosa c'entra quello?

LORENZO.  C'entra quanto c'entrava l'adulterio della madre della contessina.

ANNA.  Scusa ma non è vero. Tu certamente hai male capito quello che lui diceva. Devi sapere che gli scienziati pretendono che quando fanno del male i genitori lo fanno anche i figli. Ma io come potrei fare cambiali false quando non so farne nemmeno delle vere? Quando non ne ho ancora mai viste.

LORENZO.  Ma Alberto dice che quando c'è un membro della famiglia che fa del male non occorre mica che l'altro faccia perfettamente la stessa cattiva azione. C'è tendenza al male… Sono teorie false, buone per dar da fare a uomini disoccupati quali sono gli scienziati. Ma loro ci credono. Ingannarli non si deve, perché la bugia ha le gambe corte e se lui, me lo disse or ora, apprendesse dopo sposato qualche cosa di male dei genitori della moglie non dormirebbe più sonni tranquilli.

ANNA.  Se tutti pensassero così quante donne che resterebbero nubili. Emma Morsano per esempio: Sai che ella ha avuto un caso simile e con tutto ciò fra giorni si sposa.

LORENZO.  Brava! Per sentire la sua opinione gli citai il caso della Morsano chiedendogli se egli la sposerebbe. Mai più mi rispose. (Pausa.) Anna io adesso manderò ad avvisare il conte che non venga mai più, nemmeno oggi.

ANNA  (abbracciandolo pregando). Oh! non farlo! non farlo!

LORENZO.  Ma credi che sarebbe onestà ingannarlo?

ANNA.  Ingannarlo?

LORENZO.  Eh! sì, ingannarlo! Non ti pare che si chiami ingannare un uomo il celargli qualche circostanza per farsi sposare?

ANNA.  Allora fa come vuoi!

LORENZO  (dopo un istante di esitazione).. Vorrei vederti più convinta e più tranquilla.

ANNA.  Io vorrei parlare con Alberto.

LORENZO.  Impossibile!

ANNA.  Lasciami parlare con Alberto perché è certo che io lo convincerci che ha torto! Come può un uomo per una causa simile fare tanto del male? È ridicolo! Ridicolo!

LORENZO.  Vorresti pregarlo di sposarti?

ANNA.  Non credere che questo mi sia difficile. Io con Alberto parlo franca. È una franchezza che lui mi ha insegnata. Andrei da lui e gli direi: Senti, Alberto, tu non mi vuoi sposare perché pensi che io abbia qualche cattivo istinto? Ti inganni, gli direi, io di cattivi istinti non ne ho. Io ne saprei qualche cosa. Vedresti se non mi crederebbe; dice sempre che quando io apro la bocca è per lasciar passare il suono della verità.

LORENZO.  Ti sposerebbe; ma dopo? I dubbi, i sospetti?

ANNA.  È perciò che io non voglio che tu gli dica nulla. A che cosa servirebbe? A rendere infelice me e scommetto anche lui. Via, Lorenzo! Non ti pare che sposando me sarebbe felice? Non è ingannare rendere qualcuno felice.

LORENZO.  L'onestà non s'intende così.

ANNA.  Allora tu fa ciò che vuoi ma dopo, se lui mi abbandona, io, sai… (Piange.)

LORENZO.  A questo punto siamo?

ANNA.  E ne dubiti? Io lo amo. Oh! te lo dico così, senza arrossire; mi ama pur lui tanto. Il dottore che verrà oggi a pranzo è professore a Padova. Sai perché è venuto? Soffrivo da una settimana dolori atroci alla spalla. Il dottore di casa diceva che proveniva da un'infreddatura. Una sera aumentò. Alberto se ne andò come al solito e ritornò il giorno dopo con questo dottore suo amico. Quando appresi che per quella sciocchezza lo aveva chiamato telegraficamente io mi misi a piangere dalla gratitudine. Nemmeno tu che pure mi vuoi bene avresti tanta cura della mia salute. Ora se tu ci dividi per chi ho da vivere? Credi sul serio che si trovi un altro uomo che mi possa amare tanto? Io che in principio non voleva nemmeno credere che un uomo scienziato che ha tutto quanto si può avere a questo mondo possa innamorarsi di me, povera poco spiritosa e nemmeno bella!

LORENZO.  Via! via! un po' meno di modestia!

 


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