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CARLA. Ho inteso fino in primo piano le grida di Ottavio. Che cosa è accaduto?
FORTUNATA. Fa lo gnorri, carina, che ti sta tanto bene! Eri presente e non hai saputo impedire che la signora Elena lo bastonasse.
CARLA. Eh, bastonasse! L'ha appena toccato! Sapete ch'è smorfioso.
OTTAVIO. Eh, già smorfioso! Vorrei che le avessi pigliate tu! (Piange.)
CARLA. Ma io non l'ho bastonato! Che c'entro io! Rivolgetevi ad Elena.
CARLO (mite). Potevi però impedire ch'Elena lo bastonasse…
CARLA. Credevo che scherzassero da principio. Lottavano ed egli non piangeva.
OTTAVIO (singhiozzando). Causa tua! Hai detto che dinanzi a me non si può parlare di nulla, perché lo riporto alla mammina…
CARLA (arrossendo). L'ho detto così… non mica perché mi sarebbe dispiaciuto che riportasse qualche cosa!… Sapete che tra amiche si hanno tante cose da raccontarsi!
FORTUNATA. Immagino quello che queste amiche si raccontano!
CARLA. Non puoi immaginarlo.
FORTUNATA. Non credevo di doverti rimproverare ancora oggi la tua ingratitudine. Vieni, Ottavio! (Lo trascina via.)
CARLA. Tu, poi, quando tua moglie ha parlato, non c'è più verso di convincerti…
CARLO. Tu sei cattiva! È inutile che perdiamo parole su questo argomento! Va ad aiutare Fortunata a finir di preparare la stanzetta qui accanto. Qui firmeremo il contratto. (Carlo via.)