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IL LADRO IN CASA (Scene della vita borghese). ATTO PRIMO. Scena quindicesima. Ignazio, Carla, Marco, Ottavio e Catina. |
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Scena quindicesima. Ignazio, Carla, Marco, Ottavio e Catina.
CARLA. Il signore vuole andarsene.
FORTUNATA. Catina, il cappello del signore.
FORTUNATA. Dove ha messo il cappello? (Gridando rozzamente.) La prego di dirmi dove ha messo il suo cappello!…
MARCO. Qui, qui, scusi. Io li saluto, signori.
IGNAZIO. Non dimentichi di venire alle tre. (Marco s'inchina.) Hi, hi! Non avrà udito.
CARLO (sforzandosi di apparire allegro). E andiamo a pranzo… (Con sommo sforzo)… straordinario.
IGNAZIO. Oh, bravo! Quantunque di magro, procurerò di far onore alla cucina ch'è certo buona. (Offrendo il braccio a Fortunata.) Signora!
FORTUNATA. Mi scusi! Ho da dare prima alcune disposizioni.
IGNAZIO. Mio bocc… Signorina! (Carla ed Ignazio via. Carlo si mette a sedere col volto fra le mani.)
FORTUNATA (dolcemente). Carlo che hai?
CARLO. Penso quanti dolori mi causerà questo esborso di danaro! Quanti anni di lavoro, quante notti insonni! (Rassegnato.) Dio mi aiuterà!
OTTAVIO. Qual Dio? Tu credi in Dio? (Ridendo.) Mostramelo!
CARLO. Se ancora una volta ti sento parlare così ti do uno schiaffo! (Glielo dà. Ottavio rimane dapprima stupito, poi si mette a piangere.) Un ragazzo di dieci anni! Non farti più sentire a dir queste eresie o vedrai cosa ti tocca! (Vuol di nuovo colpirlo, ma Fortunata si frammette.)
FORTUNATA. Ma via! Basta! Le ha sentite tante volte da te queste eresie!