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IL LADRO IN CASA (Scene della vita borghese). ATTO TERZO. Scena prima. Elena e Ottavio, poi Ignazio. |
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Scena prima. Elena e Ottavio, poi Ignazio.
OTTAVIO (che scrive al tavolo). Sì, è di là in cucina.
ELENA. Vuoi farmi il piacere di andarla a chiamare?
OTTAVIO (continuando a scrivere). Subito…
ELENA (dopo una piccola pausa, in collera). Capisco. (Esce dalla porta laterale. Segue una piccola pausa durante la quale Ottavio scrive con movimenti della testa e della mano.)
Entra Ignazio che si guarda intorno con cautela.
OTTAVIO (alzandosi). Cioè… io.
IGNAZIO (ridendo). Tu sei qualcuno?
OTTAVIO. Almeno due. Domani compisco dodici anni.
IGNAZIO. Mi avverti ch'è il giorno del tuo compleanno?
OTTAVIO. Ohibò! Già, doni tu non ne fai.
OTTAVIO. Ho già avuto dodici compleanni, ho quindi acquistato dell'esperienza.
IGNAZIO (piegandosi verso di lui). E che cosa mi daresti tu, se ti facessi un dono, ma superbo, come ne so fare io, da gioielliere?
OTTAVIO. Un oriolo, per esempio?
IGNAZIO. Precisamente. Ma di oro e con catena.
OTTAVIO. E che cosa vuoi ch'io ti possa dare in cambio?
IGNAZIO (ridendo). Nulla. La tua amicizia, nient'altro che la tua buona amicizia.
OTTAVIO (esitante gli offre la mano). Se basta!…
IGNAZIO (stringendogliela con forza, ironicamente). Una buona amicizia non è mai pagata abbastanza. Stanno tutti bene? Mamma? Papà? Papà è uscito?
OTTAVIO. Ogni mattina. Anch'io alle sei. Mi sveglia il babbo.
IGNAZIO. Le mie congratulazioni! Siete gente attiva.
OTTAVIO. Papà del resto dice che non dorme mai. Dice che ha pensieri. (Con aria d'importanza.)
OTTAVIO. No, di più.
IGNAZIO. Ah, ah!
OTTAVIO. Mi sgrida più del solito, mangia poco e dice che il cibo è cattivo. È segno che ha pensieri. Vuoi che chiami mamma?
IGNAZIO. Non occorre. (Fa per andarsene.)
OTTAVIO. È in cucina. Dev'esserci anche la signora Elena.
IGNAZIO (si ferma). La signora Elena? Per uscire dalla cucina alla scala c'è altra via di questa?
OTTAVIO. Hanno fatto chiudere quella porta.
IGNAZIO (siede). Allora va bene.