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Scena quarta. Ottavio e detti.
IGNAZIO. Addio, Ottavio. Siamo dunque intesi. Arrivederci, signora! (Via.)
FORTUNATA. Su che cosa intesi?
OTTAVIO. Ah, su niente.
FORTUNATA. Questa non è una risposta e sai che voglio che mi si risponda.
OTTAVIO. Già non è un segreto. Lo zio mi ha promesso un dono per domani ch'è il giorno del mio compleanno.
FORTUNATA. E come sa ch'è domani?
OTTAVIO (alzando le spalle). Glielo avrà detto Carla.
FORTUNATA. Farà il suo dovere. Per la prima volta però. Eri tu qui, quando è venuta la signora Elena? E perché te ne sei andato?
OTTAVIO. A dire il vero ho capito che desideravano restare soli.
FORTUNATA. Da che cosa l'hai capito?
OTTAVIO. Era facile capirlo. Mi hanno detto di andarmene. Lo zio disse che aveva da riferirle qualche cosa da parte di Carla; io me ne andai, quantunque compresi che non ci sarebbe stato bisogno che me ne andassi, se si fosse trattato di un'ambasciata di Carla (Ridendo.) Scommetterei che fanno all'amore!
OTTAVIO. Ho detto per scherzo, mammina! Avranno probabilmente parlato delle declinazioni latine.