IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
IL LADRO IN CASA (Scene della vita borghese). ATTO QUARTO. Scena nona. Catina, Elena, Fortunata e detti. |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
Scena nona. Catina, Elena, Fortunata e detti.
CATINA. Ho visto entrare in casa i carabinieri.
IGNAZIO. Ahi, ahi!
ELENA. Sono i carabinieri.
IGNAZIO. Abbiamo inteso! Ad ogni modo, grazie per la premura.
ELENA. Non vengo soltanto per avvisarvi; vengo anche a salvarvi. Questa casa è sorvegliata: Io conosco un mezzo per farvi uscire da una casa qui accanto.
ELENA. Potete entrarvi salendo sul tetto della casa qui a destra.
IGNAZIO (ironicamente). Se però Carla mi permette di approfittare di un vostro consiglio. (Le due donne retrocedono spaventate a tanta insolenza.) Ma, dunque, andiamo! (ad Elena.)
ELENA (a Catina). Catina, tu conosci quel passaggio in casa Doritti. Mostraglielo!
IGNAZIO. Io non vi ho offeso, signora, perché non volete rendermi voi questo supremo servigio? (Le tende la mano.) Ebbene, se non volete, datemi la mano in segno almeno, che non l'avete con me!
IGNAZIO (la guarda fisso). Peccato! (Si volge a Carlo.) E voi, Carlo, datemi la mano in segno di perdono. Sapete, non volli farvi del male. Mi vedevo cadere e volli sostenermi. (Carlo dà la mano. Ignazio si volge.) Ebbene, Carla, che ne dici? È l'ultima volta che ci vediamo. A te non chiedo perdono. Che cosa ti feci? Puerilità. Ed occorreva una sciocca gelosia per offenderti! Siamo uomini tutti e tu avevi torto di credermi fedele.
CARLA. Hai ragione. Ma fuggi, Ignazio, ed io ti sarò riconoscente come se mettessi in salvo anche me. Fuggi! Il tempo incalza!
IGNAZIO. Addio, Carla! (La bacia, quantunque ella dimostri ribrezzo.) Andiamo, Catina, e conducimi bene! Tu sei causa ch'io non ho potuto mangiare in pace. Addio, tutti! (Via con Catina.)
ELENA (a Carla). Carla, io non ho voluto mai offenderti!
CARLA. Adesso non ne parliamo! Ch'egli si salvi ed io non porto rancore a nessuno. Ho perdonato a lui ch'è il più colpevole! (Le dà la mano ch’Elena stringe.)