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CUPPI. Prego, signor Tarelli, si potrebbe parlare con la signorina Maria?
TARELLI. Ah, il signor Cuppi! Pel momento mia nipote è occupata.
CUPPI. Ciò m'incomoda… mi dispiace molto.
TARELLI. Perché?
CUPPI. Perché… avrei premura di prender congedo. Vorrei salutarla.
TARELLI. Partiamo appena questa sera…
CUPPI. Sì. Loro. Ma non io… Per un affare che mi è capitato… inaspettatamente devo partire subito.
TARELLI. Dunque fuorché agli artisti lei si dedica anche a qualche cos'altro in questo mondo?
CUPPI No. Si tratta sempre di un affare… artistico. Senta quello che mi capita. Per combinazione la Mara, la grande riformatrice del teatro moderno, recandosi a Genova, passa per una stazione a due ore da qui.
TARELLI. Ebbene?
CUPPI. Ebbene, al suo passaggio io devo assolutamente salutarla. Capirà, son due anni che non ci vediamo. A quella sosta farò io gli onori di casa… o meglio gli onori di quella stazione. Farò in modo che durante la fermata… non le manchi nessuna comodità.
TARELLI. Quanto tempo si ferma il treno?
CUPPI. Quattro minuti e mezzo. Causa le congiunzioni ferroviarie questo viaggio a me costa due giorni di tempo. Se partissi domattina arriverei sul posto due minuti e mezzo dopo la partenza della Mara. E, capirà, per quanto la differenza sia piccola… Debbo quindi partire fra mezz'ora.
TARELLI. Capisco, capisco. M'interesserò io dei suoi saluti per Maria.
CUPPI. Ma, scusi, non potrei parlarle, (imbarazzato) col suo permesso, un solo momento?
TARELLI. Mi dispiace, ma non è possibile. È occupata.
CUPPI. È in quella stanza. (Avviandosi.)
TARELLI (tagliandogli la via). Scusi, mi dispiace, ma pel momento mia nipote è impedita.
CUPPI. Ah, così (quasi piangendo) ma così io perdo il treno…
TARELLI. Non le ho detto che m'incarico io di portarle i suoi saluti? Può andarsene liberamente.
CUPPI. Non posso, perché alla signorina Maria ho da dire e da dare qualche cosa.
TARELLI. Ebbene, dica e dia a me.
CUPPI (con rapida transazione). Già fra lei e sua nipote non ci sono segreti, è vero?
CUPPI. Ed anche se la signorina mi raccomandasse tanto e poi tanto di serbare il segreto, e di serbarlo proprio con lei, non è possibile che si tratti d'altro che di uno scherzo per cui non vale la pena ch'io perda l'occasione di salutare la Mara. Lei già immaginerà di che si tratta?
TARELLI (agitatissimo, ma sorridendo). Certamente, me lo immagino, certamente!
CUPPI. Ecco, dunque, qui i due biglietti. Mi sono costati esattamente l'importo consegnatomi dalla signorina.
TARELLI. Ah, i due… biglietti postali. (Non avendoli ancora ben visti.)
CUPPI. No. Della «Florio Rubattino»… da Genova a Buenos Aires…
TARELLI (cui manca il respiro). Ah, sì, sì, i nostri due biglietti.
CUPPI (curioso). Ma perché la signorina Maria desiderava che non dicessi niente particolarmente a lei dell'incarico che mi aveva affidato?
CUPPI. Sì, sì. Da musicista, da artista…
TARELLI. Già si sa come sono gli artisti…
CUPPI. Lo so molto, troppo bene.
TARELLI (riavutosi del tutto). Il fatto sta così. Io voleva continuare il nostro giro in Italia, mentre Maria desiderava portarsi immediatamente in America. Adesso, naturalmente, sono costretto di fare la sua volontà. Me l'ha fatta… quella furba.
CUPPI (ridendo di cuore). Ah, ah, ah, bellissima… proprio bella!
TARELLI. Si, sì. Bellissima. Proprio bella.
CUPPI. Io non ho più che dieci minuti per prendere il treno. Mi scusi con la signorina Maria. Le chieda anche scusa se non ho potuto serbare il segreto confidatomi. Acciocché non mi serbi rancore, faccia il suo volere, non la contrari, la conduca in America. Me lo promette?
TARELLI. Senz'altro. Non dubiti.
CUPPI Prima di andarmene… prima di partire… debbo dirle ancora una cosa. Io ho molta influenza sul pubblico di qui e l'assicuro, la impiegai tutta per far ottenere a sua nipote il migliore dei successi. Se non servì non è stata mia la colpa. Sua nipote dovrebbe anzitutto mettersi a suonare tutti altri autori. Quelli tedeschi qui non piacciono…
TARELLI (conducendolo alla porta). Sta bene… ho capito.
CUPPI. Non si gustano qui. E poi sua nipote dovrebbe acquistare tutt'altra arcata…
TARELLI (spingendolo). Sta bene, sta bene…
CUPPI. Meno sdolcinata…
TARELLI (lo getta fuori). Grazie! Addio!
CUPPI (mette la testa in scena). Assicuri… dica ai signori Galli…
TARELLI. Va benone! Grazie!… Addio! (Gli chiude la porta in faccia.)