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Scena quarta. Giorgio e Tarelli.
GIORGIO. Oh, il signor Tarelli.
TARELLI (concitato). Mi saprebbe dire dove posso trovare il suo degno cognato?
GIORGIO. Degno? Non riconosco mio cognato neppure per prossimo.
TARELLI. Ciò non mi concerne. Dove posso trovare suo cognato?
GIORGIO. A rischio che mi ritenga l'assassino di mio cognato, risponderò biblicamente: «Sono io forse il custode di mio cognato?».
TARELLI. Ebbene. Mi dirigerò direttamente alla signora Giulia. Ella deve pur sapere dove si trovi suo marito.
GIORGIO. Ma perché cerca mio cognato? Ha già mancato a qualche sua promessa? a qualche sua promessa verso di lei?
TARELLI (sorpreso si ferma). A qualche promessa? (Concitato.) Mi vorrebbe spiegare questa sua frase?
GIORGIO. Non posso spiegare nulla io. Poteva darsi che mio cognato le avesse fatto delle promesse, e, visto che non è abituato a mantenerle, poteva darsi che avesse mancato anche verso di lei. Ecco tutto. Io cerco di spiegarmi la sua concitazione e niente più. Se non lo sa, l'avverto ch'è molto concitato.
TARELLI. E ne ho le mie buone ragioni. In questo istante ho appreso che suo cognato ha l'intenzione di fuggire con mia nipote.
TARELLI. Non lo sapeva, dunque?
GIORGIO. Io lo sapevo. (Calmo.) E mi meraviglia come mai lei non lo avesse saputo.
TARELLI (ironicamente). Così? Ah, lei credeva ch'io fossi perfettamente d'accordo di cedere mia nipote al suo signor cognato? Pare, al contrario, che voi siate tutti d'accordo in questo affare poco pulito.
GIORGIO (calmo). Infatti siamo tutti d'accordo.
TARELLI. Ed io che credevo di essere entrato in una casa onesta!
GIORGIO (c.s.) Mi creda, quando lei vi è entrato, questa casa era onesta. Adesso dipende dal modo di giudicare le cose.
GIORGIO. Anch'ella lo sa, da mezz'ora soltanto, però. Glielo dissi io stesso.
TARELLI. E lei pure diede immediatamente il suo assenso?
GIORGIO. Per essere sincero questo assenso non le venne chiesto. Giulia però è una donna ragionevole. Dal momento in cui apprese che suo marito faceva… la corte a sua nipote, ella, risolutamente si levò l'amore dal cuore e non si curò più che di assicurare l'avvenire al suo figliuolo. Capirà. si tratta della sua dignità. In questa famiglia non si è abituati a domandare in carità neppure l'amore.
TARELLI. A tutto ciò non ho niente a ridire e voialtri sarete completamente liberi di comportarvi come vorrete. In quanto a me è un altro paio di maniche. Non so ancora in qual modo, ma le garantisco che saprò impedire la fuga di mia nipote. Se l'altro vuol fuggire che se ne vada con Dio.
GIORGIO. E noi dal canto nostro staremo a veder perfettamente indifferenti ciò che farà mio cognato, sua nipote e lei stesso. La sorte di mia sorella è decisa. Il resto non mi preoccupa.
TARELLI. Oh, agirà da solo. Il ghiribizzo che evidentemente ha rannuvolato il cervello di mia nipote, fra poco sarà passato.
GIORGIO. Sì, in alto mare, all'aria pura il cervello facilmente si snebbia.
TARELLI. In alto mare? Né mia nipote né suo cognato vedranno mai il mare, se hanno da vederlo insieme. Avrei fatto di lei un'artista, avrei faticato dieci anni per educarla, per poi consegnarla al primo imbecille cui piacessero i suoi begli occhi! Che il signor Alberto sia pronto di andare in America e anche più lontano… oh non ne dubito! Va da sé. A lui l'avventura deve apparire carina!
GIORGIO. Non tanto.
GIORGIO. Ecco. Mio cognato si trovava bene nella sua famiglia, e ci sarebbe rimasto ben volentieri, se la sua famiglia stessa non si fosse staccata da lui…
GIORGIO. Naturalmente. Una donna che avesse avuto meno dignità di mia sorella, avrebbe potuto trattenere Alberto facilmente. Ma gliel'ho già detto. Nella nostra famiglia non si è usi a mendicare.
TARELLI. Cosicché mia nipote avrebbe dovuto accontentarsi del rifiuto altrui?
GIORGIO. Non dico questo, anzi mi consta che la signorina piaceva ad Alberto già prima di entrare in questa casa. (Ridendo.) Il suo ideale sarebbe stato di tenere la signorina Maria come… dama di compagnia di sua moglie.
TARELLI (alza la mano per batterlo).
TARELLI (avvilito). Mi perdoni! È stato un movimento istintivo. Le sue parole mi parvero sferzate e mi misi sulla difesa.
GIORGIO. Le mie parole sono aspre, ma anche il fatto è ben aspro in se stesso. Bisognava intenderci nel modo più chiaro. Con permesso. (Avviandosi.) Vado a far un po' di compagnia alla mia povera sorella.