IntraText Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText | Cerca |
I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio
CARLO. Donato sarà qui presto.
ALBERTA (lo guarda attenta). Tu! mio povero amico soffri di gelosia. Hai abbandonati gli affari e sei venuto qui per sorvegliarmi!
CARLO. Oh, per sorvegliarti! Questo non si può dire.
ALBERTA. Ma qualche cosa di simile.
CARLO (sorridendo). Sì! Per sorvegliare Donato. Di te non temo. Temo di lui. (Attirandola a sé.) Vedi! Egli è un noto donnaiolo eppure mai lo temetti come ora. Si sapeva da tutti che ti faceva la corte. Ma solo ora mi fa impressione.
ALBERTA. Ora ch'è in procinto di sposarsi!
CARLO. Sì, ma sembrerebbe che si sposi per far piacere a te.
ALBERTA. Ma non hai sentito da Alice che anche senza il mio intervento egli l'avrebbe sposata tuttavia?
CARLO. Ed è vero? (Pensieroso.)
ALBERTA. Sai, io a Sereni dovetti promettere che mi sarei addossata le spese dell'educazione dei figliuoli di Alice. Era la minima cosa che potevo fare. (Abbracciandolo.) Te ne prego, non torturarmi. Oggi che sono tanto felice di aver riconquistata la fiducia e l'affetto di Alice. Quello che io finora ti dissi non è del tutto vero! Anch'io ebbi le mie colpe e sono pronta di riconoscerlo. Con tutte queste mie beneficenze io finii col fare un po' di confusione. Alice andava trattata come una sorella e non come una poverina che avesse avuto bisogno di sola carità e non prima di tutto di affetto.
CARLO. Ma tu dicevi di averglielo dato tale affetto.
ALBERTA. Sì! Io lo dicevo e lo credevo anche. Ma pare non fosse così! Ella sentì che c'era una mia volontà di padroneggiare e si ribellò. Può aver avuto torto perché mi fece male, molto male. Ma io non posso che stimarla di più. Non accettò niente da lui e piuttosto si acconciò a far debiti. Come è stata forte! Anche lui mi aveva detto di non averle mai dato un centesimo ma io non gli credetti. È questo che mi fece sentire i miei torti.
CARLO. Credimelo! Se vuoi conservare l'affetto di tua cugina devi stare attenta come procedi con Sereni. Essa è gelosa di te.
ALBERTA (ridendo). E tu, anche! Come va che solo Sereni e solo ora ti faccia paura!
CARLO. Ho da dire la verità? Anche se ti può seccare? Ebbene! Ti vidi tanto accesa dal desiderio di vedere Alice ai tuoi piedi che ti stimai capace di comprometterti a questo scopo con Sereni.
ALBERTA. Dio mio! Come avete potuto pensare tu ed Alice una cosa simile? Vedi che in qualche cosa io devo aver sbagliato per acquistare un simile aspetto ai tuoi occhi e ai suoi. Ma non farti dei pensieri per Sereni! Io, se lo vuoi, non lo vedrò che quello che occorre per restare accanto ad Alice che di me ha bisogno.
CARLO. Io non penso di farmene dei pensieri ma desidero che neppure Alice se ne faccia. Hai visto che finché essa non venne ad accusarti a me io non dissi niente.