8.2.87
Per un autore, sospettosamente
guardato dal pubblico e dagli editori come son io, tu Cameroni fai da
Provvidenza intelligente, perché non solo mi spingi, coll'incoraggiante tua
voce, a continuare il letterario mio solco e a seminarlo, ma una volta maturata
e mietuta la messe impedisci che mi si ammuffi in granajo e la trasformi in
pani librari.
Delle due
proposte ho naturalmente accolta — e accolta con riconoscenza — quella dei S.ri
Dumolard, ai quali andrà — raccomandandola a te — la lettera qui compiegata.
Senza certo pretendere
una edizione di lusso principesco la vorrei però bella e gentile e superbetta
[parola illegg.]. Gli Amori sono libro da salotto elegante e perciò debbon
avere una veste adatta. Quali sieno in ciò i miei intendimenti, vedrai dalla
lettera pei Dumolard. Caldeggiali, te ne prego.
Al S.r
Galli scrivo un biglietto con un ringraziamento e un rifiuto.
Buone le mie
notizie. Assai migliori però mi sembrano le tue. «Non più impiegato e ora
milionario» ti sottoscrivi — Che potresti desiderare di più? E poi ti dici
pessimista! O incorreggibile calunniatore e della sorte e di te stesso, accogli
un bacio riconoscente
dal
Dossi tuo.
Se i Dumolard
accettano definitivamente di essere miei editori, puoi fin d'ora annunciare il
libro — Amori — di Carlo Dossi.
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