18 - IL
LOTTO
È la portinarìa clàssica. Ampia,
bassa, non ricevendo luce che da una finestra chiusa, incartata e per metà nel
soppalco, dal pavimento che invischia, non la contiene due mòbili in parentela fra
loro, sebbene più d'uno venuto fuori da due. In fondo, un lettone, di que'
catafalchi che non si pìglian che a corsa, interrogàndone prima con un po' di
paura il disotto, coperto di un pannolano a scacchi bianchi ed azzurri, e
protetto da una spalliera di roba, passata per l'aquasanta.
Questa portinaria può dirsi il
mondezzajo di casa. Sulle pareti, quadri d'ogni generazione, o senza il vetro o
con il vetro rotto… e un àlbero genealògico e stampe dal Cosmorama Pittòrico e
figurini di mode dell'època di Beauharnais e una raccolta di taccuini fuor
d'uso; sui tàvoli, sui canterani, vasi di fiori di carta, polverosi,
sbiaditi — piccole stàtue alabastrine monche — pere, mele e
Gesù-bimbi di cera — tomi senza il compagno —
porcellane e terraglie a crepi — guanti dismessi — piombo appallato
di Dio sa quante boètte — e scàtole e scatolini di tutti gli sposalizi del
borgo con entro ancor la treggèa. In un camerino senz'uscio, appesa, folla di
vesti, avanzi di ùltimi spogli.
E il tutto, si sottintende, liso,
sudicio come le sue vecchie padrone. Le quali, son due; una, che ha nome la
Pinciroli, è piccolina, è tutta ossi, e pensa alla provvista temporale dei
cibi; l'altra, che è madama Ciriminaghi, vera madre badessa, sempre su 'n
poltronone, provvede alla spirituale, spaternostrando, snocciolando rosari,
dicendo male del pròssimo.
Ora; volete sapere una cosa?… ma,
vè, mièi ragazzi, stia questo tra noi: le due portinaje sono… riccone
sfondate.
Gua' che voi fate i larghi occhi!
Voi già pensate a un asinello conia-zecchini, o a una borsa
infinita: mi appongo o no?… Bene, voglio imbrogliarvi ancor più, aggiungendo,
che le due donne, in barba ai loro sacconi di scudi, sono — quel che si
può — felici.
E il gran segreto?
Esse mèttono al lotto.
— Oh, è la volta del
terno! — dìcono poi con uno scrocchetto di lingua — i nùmeri sono
bellìssimi — e le si stìllano il capo intorno al come impiegare i
venti-lire del rè.
Madama Ciriminaghi amerebbe una casetta
sul lago, in riguardo alla barca; la Pinciroli, una sulla montagna, per amor
della mucca; lì si discute, e si sciorìnano in mostra di quello e questo i
vantaggi; poi, si va a letto, e lietamente si sogna.
Per il dì dopo, la Pinciroli ha
rinunziato alla mucca e si accòmoda al lago. S'aquista allora la casa, e
si comincia a pensare in qual maniera disporla, in quale foggia acconciarla. Su
un muro di quà, su uno di là, èccoti fuori un casone, quindi un palazzo. In
ogni sala, tappeti, grandi specchi, lumiere. Tintìnnano i campanelli, accòrrono
i servitori, attàccansi i tiri-a-quattro.
E, certe come si stanno le due
amiche di vìncere, possièdono veramente; han, dunque, tutti i piaceri della
ricchezza senza i fastidi, tutta la smania del comperare e non il sazio di
avere. Sono padrone di fondi e non pàgano imposte nè al governo nè a Dio, sono
padrone di case e non tèmono incendi e non ladri, fanno spese stragrandi e il
loro sacchetto pesa sempre lo stesso.
Nè poi crediate che i disinganni
settimanali le distùrbino molto.
— Pazienza! — esclama,
rincasando, la magra.
— A un'altra volta! —
ribadisce il grassone senza scomporsi. E lì, fatto un bel taccio sulla
disdetta, si danno a cercare nùmeri di fisionomìa più bella.
Ma quì odo certuni, di quella
risma di gente, che, infistolita nel naso, sente la corruzione ogni dove,
gridare «lungi da lui» mè additando «è un venduto!» e odo, del pari, altri, di
que' che fanno il mestier del filàntropo e dan masticata la scienza al
popolino, dire «non lo ascoltate operài; ammucchiate. Volete vìncere il terno?
mettete al lotto degli interessi composti.» Ebbene! io ai primi rispondo, che
respiro del mio; e dico a quelli altri, brave persone del resto, ch'essi
ragiònano troppo col mètodo dei matemàtici, cioè a màchina. Oltre le gambe, ci
ha molto ancora nell'uomo, se pòvero principalmente, a tener su. E, una e
prima, la speme. Vale pure, mi sembra, per settimana, un cinquanta centèsimi.
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