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Carlo Dossi
Goccie d’inchiostro

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  • GOCCIE D’INCHIOSTRO
    • 25 - MEZZANOTTE
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25 - MEZZANOTTE

 

Mezzanotte!

Lettori mièi, niente paura! non vi allargate dal muro. Oggidì, questa non è più l'ora dei ladri; oggi, si ruba in pieno meriggio.

È l'ora, invece, in cui il mercato di Priapo affolla.

Già il bujo pesa su quelli intavolati, più che campi dell'arte, ruffiani dei vizi; e le torme di lupe dalla voce ràuca, che il dopopranzo battèrono i marciapiedi infranciosando i cervelli mezzo intontiti dal cibo, son covigliate e tripùdiano; già quasi tutti serrati son que' caffè, ove dei còsi, torti di gambe come di ànimo, spàrsero effigi di pezzi di carne con l'indirizzo dietro; e la timidetta fanciulla, che poco innanzi valzava sotto gli occhi di mamma con qualche bel cavaliere, dorme, imaginando di lui, ignara di che gli servì. Or la città va prendendo una sospettosa aria; quella di una ragazza, che, con gli orecchi attesi alla porta, legga un volume senza nome di tipi.

Ve', un barbigino di quindici anni, il cappello negli occhi, che rade il muro di un vìcolo. Egli potè fuggire da casa, e, mentre il vecchio suo padre lo sogna in preghiere, egli… Và o viene? È troppo allegro; và… E quel bambino, tristo, stracciato, su'na scalèa, che aspetta? Pare venda fiammiferi… Fiammìferi solo?

Intanto, dei broughams dalle tendine calate fanno a precipizio, ché il Diavol li porta, la strada.

E intanto una carrozza si arresta in una via tortuosa che fiancheggia la Corte. La sentinella rintana. Lo sportello si apre; ed ecco un alto signore, il quale offre la mano a una donna incappucciata e dal vestito che fruscia. Tò! quel signore non rièscemi nuovo; mi par d'averlo ammirato ad una mostra di truppe, in tanto di fanfarona divisa, isputacchiata di principesche decorazioni… E la bella sua moglie gli passa dinanzi. Egli le fà un ampio inchino, e, come la vede sparire in una piccola porta — porta alle grandi fortune — tutto orgoglioso di ben meritar quelle insegne che incuginan col rè, rimonta nella carrozza.

Un'ora!

Uòmini inferajolati, a viso da campana e martello, ne pedònano ancora, tossendo; o ne vèngono incontro soffiàndosi il naso. Aumèntano dalle finestre i pst pst; alcune vie, da cima a fondo, pispigliano. Nabucco imbestia; la città è in frègola.

 


 




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