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Carlo Dossi Goccie d’inchiostro IntraText CT - Lettura del testo |
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26 - LE CARAMELLE
— Monsù, doi soldi d' caramel — disse un fanciullo, entrando frettolosamente con due bambine che gli trottàvan di pari. E, tutti e tre, postàronsi al banco. Il caffettiere, lasciato il giornale, si alzò. Io adocchiài i piccini. L'omo, era in blusa celeste e in berrettino da soldatello. A parte quel po' di aria baciocca che i maschi hanno in sugli otto, trapelava nel musino di lui, la coscienza della sua doppia importante funzione di compratore, custode di una rispettàbile somma. La quale somma egli chiudeva in un pugno. E tenèvala stretta, ve'! Ma e la bimba alla sinistra di lui? Qual fino e sentimentale visuccio!… visuccio promettente di quelle smortone impastate di chiaro di luna, che dove làscian lo sguardo, guài! La puttina invece alla dritta, era un brioso raggio di sole. Non toccava i cinque anni. Tomboletta, latte-e-vino, con una vestuccia corta inamidata, reggèvasi in su la punta delle scarpette; attaccando le palme all'orlo del banco, poggiava tramezzo a quelle, il mento. E i sei occhietti — due neri, due grigi, e due castagnini — si attruppàrono intorno alla mano del caffettiere. Questa, mise un pìccolo peso su'n guscio della bilancia; gli occhietti ve la accompagnàrono: la si diresse a dipalcare un baràttolo; gli occhietti le tènnero dietro: tach tach… il caffettiere lasciò cadere sul piatto le caramelle… tre, quattro, cinque… ad ogni tach, i fanciulli si sogguardàvano e sorridèvano. Ma, per due soldi, i sorrisi non potèano èssere molti. Mi venne un'idèa. Avvertito con una tossetta il monsù e mèssomi a traverso la bocca l'ìndice, mi diedi, dietro dei bimbi, a far segni; cioè, ad accennare il baràttolo, indi, a rovesciare la mano verso la coppa della bilancia. Bah! Il caffettiere era proprio grosso di scorza. Salvo il cenno del zitto, non mi comprese per niente. Anzi: egli ebbe il coraggio — sottolineo coraggio — di ripigliarsi una caramella avvantaggina e riporla. Tre guardi mortificati la seguitàrono e tre sospiri. Così, fu il cartoccino aggruppato, e consegnato all'ometto. Questi mollò allora il due-soldi. Stèttero tutti e tre, un momento, a vederlo sparire nel fesso del banco; poi, con un balzo di gioja, scappàrono via.
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— Chiel, che voleva? — mi domandò il caffettiere. — Volevo, che loro vuotaste il baràttolo — risposi istizzito — Pagavo io — Ei si rimase un po' grullo. — Contagg! — disse — bisognava parlare — Foss'egli stato una donna!
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