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Carlo Dossi Goccie d’inchiostro IntraText CT - Lettura del testo |
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10 - BALOCCHI
— No, no — disse mio nonno, un dopo-pranzo a tàvola, dindonando e la testa e il fiocco del berrettino — le tue ragioni saranno della chiavetta, pure… non m'èntrano. Voglio concèderti che, tanto o quanto, si tocchi innanzi, ma nego, stranego che il tuo progresso sia universale. Di più — in certi casi — voi, affinando, guastate. — Oh! nonno — fec'io con rimpròvero. — No, no — ripetè egli, al doppio impuntato — non mi persuadete, voi. In certi casi, dico, il mondo va proprio alla gàmbera. — Guarda, a mò d'esempio, i giuochi del nostro Bertino, que' giuochi che tu gli regali ogni giorno: sono — l'ammetto — molto più lavorati, molto più eleganti di quelli che io, a mièi bei tempi, tentavo di ròmpere, ma, con tua pace, non sono che giuochi bastardi. Il vero, il tradizionale, il robusto balocco — il balocco ereditario che i nostri avi disarmadiàvano pei loro bambini e riponèvano poi, quando questi bambini cominciàvano ad imbronciarsi sul rosa-rosae— s'è perso. In quale mostra mi puòi ora trovare que' galantuòmini di noce, rozzi, ma non senza sapore scolpiti, sòlidi, che, aprendo sì grottescamente con gran trich-trach braccia e gambette ad una strappata di filo, gonfiàvan le guancie ai nostri puttini barocchi?… e dove que' soldatucci di legno, incamatiti, verniciati di bianco e di rosso, dallo zòccolo verde, che si schieràvan di botto, movendo dai capi le stecche in cui èrano fissi? dove, infine, di'? que' cavalloni massicci, con dipintovi su briglie e sella, e con le mezzelune sotto, forate a tondo, pitturate di stranissimi fiori? cavalloni che altalenàvano rumorosamente… — Fortunati i vicini! — Ti avverto che non si murava come oggi. Carlo, insomma, pazienta… ora il balocco perdette la sua originalità. A che si riduce, adesso? si riduce a una meschina copia, un quinto dal vero, di ciò che sempre vediamo. Ecco pianofortini, tavolinucci, sediette — tutta roba di cera, di cartapesta, come un sistema di filosofia, unita insieme con biascia, rotta non appena comprata — ecco, so io di molto! topini, vapori, a molle, a ingegni, da montarsi in cento maniere, che fan lagrimare i nostri poveri màmmoli per non poterli capire e fanno, non rado, dicervellare anche i signori pappà. In somma, il balocco legittimo è sotterrato; rimane nella sola nostra memoria. Oggi è minuteria, da cantoniera, da stipo, chincaglierìa; trastulla, non i bambini, ma i bambinoni… Io (sorridendo): E sì, nonno, che noi, anche noi, abbiamo di già i nostri giuochetti… Croci, spalline, pennacchi, et coetera et coetera.
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