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Carlo Dossi
La desinenza in A

IntraText - Concordanze

era

    Parte,  Capitolo
1 mar | perdònino! la soluzione era sàtura già, più c'entrava 2 mar | composta, o, a dir meglio, era or qualche anno, di tutti 3 mar | di Palazzo Riccardi, non era letteraria salute. Poiché 4 mar | capo-stipite dei panettoni, Milano era tenuta di abolir senza più 5 mar | balestrone.» Così, se c'era scrittore che ancora trovasse 6 mar | pietra di paragone, che era poi una mola mugnaja, più 7 mar | ricordar loro tanto, poiché era vano sperare che gente la 8 mar | amàbile a' crìtici, com'era a Rousseau quel del castigo 9 mar | quando ancora loro arme era il selcio. La umanità procedette 10 mar | poche avemarìe e non si era ancor giunti ad alcun paternostro. 11 mar | il patrimonio delle idèe era di gran lunga più scarso 12 mar | copiose, disparatissime. Era forse, originariamente, 13 mar | consìmile a quella in cui era, scrivendo, l'autore. Il 14 mar | appartate con uomo che non ci era marito, il tempo di cuòcere 15 sin, 1| quella prima ragione da cui s'era mossi. Non mi òbblighi dunque 16 sin, 1| finito; resta ciascuno qual'erasolitamente un briccone. 17 1, 1| prima – Le due poppatole.~ ~Era un giorno qualunque di un 18 1, 1| Tanto, dico, la guardaroba era zeppa di nulla, che Isa, 19 1, 1| la biancherìa sùdicia. Era, quel tappetino, l'asilo 20 1, 1| abbigliatojo materno; ed era l'assoluta provincia della 21 1, 2| suono di un pianoforte. Era un tremoleggiato «notturno», 22 1, 2| dalla pupilla cerulea. E s'era fatta, Isa, una smilza fanciulla, 23 1, 2| Gonzalo, di donna Tullia era certo.~«Miss Clelia è proprio 24 1, 3| gran castagno dell'Etna; era, quà, il professore Tale, 25 1, 3| moriva di vivacità rientrata; era invece lo studentello 26 1, 3| L'àmido della camicia si era diffuso nel sangue; il freddo 27 1, 3| Ma, per la vecchia, tanto era. Anzi, facendo bottino degli 28 1, 3| pel sarto, prima sua cura era di loro insegnar la modestia, 29 1, 4| intelligenza e bontà. Ed era l'ovale e brunetta di una 30 1, 4| possìbil l'inganno. Era, la faccia di lei, di quelli 31 1, 4| uno scoglio. E se non c'era io, avrebbe viaggiato 32 1, 4| Tutto il didentro di lei s'era soffuso al difuori. Cadute 33 1, 5| gattona di Angora, che le era balzata di grembo e già 34 1, 5| che il manzo, ier l'altro, era proprio cattivo. Ne è testimonio 35 1, 5| rossiccio, che quando s'era in pollajo da madama Cornalba, 36 1, 6| generale l'ùltima somma era fatta; ed or si poteva, 37 1, 6| del pòvero signor padrone era inguarìbile» mentre il cuoco, 38 1, 6| volte il signor generale era andato a cercare la Vecchia, 39 1, 7| accorgèndosi tosto che al primo era mancata qualcosa, forse 40 1, 8| davvero! Casa Caprara non era più casa; era un caffè, 41 1, 8| Caprara non era più casa; era un caffè, un bivacco, in 42 1, 8| cornice dorata e stemmata, ma era un ben magro compenso a 43 1, 8| ritratto allato lo specchio. Era il ritratto di sua nonna 44 1, 8| inanimire a palettate il fuoco. Era la legna affetta da idropisìa; 45 1, 9| questo sì, ché l'espressione era zero) e soggiunge un maligno — 46 1, 9| sottintesi. ¿Che è ciò? È che dov'era una bimba stà una fanciulla, 47 1, 10| pòvera cuccia, sulla quale era steso, inùtile pompa, un 48 2, 1| intorno. Non un cuor gli era viêto, non una strada chiusa, 49 2, 1| ecco un uomo di mezza età. Era la gioja delle brigate, 50 2, 1| se più retta la via, non era quella del buon mercato. 51 2, 1| Infatti, con il caldo d'amore, era l'uno di troppo, e l'altro 52 2, 2| mi tenni. Quel giovinetto era fuor del comune. Niuna fanciulla 53 2, 2| più vivo delle speranze, era caduto il mio Nino nel letargo 54 2, 2| sullo sterco. Nino difatti s'era pigliato di una cosa non 55 2, 2| umore, di cui la metà non era proprio forzata:~«¡Evviva!» 56 2, 2| sguardo, che dalla soja era balzato nell'ira. ¡In verità, 57 2, 2| Camminammo in silenzio. Era Nino fieramente commosso. 58 2, 3| precauzione quel rasojo, che non era mai stato capace, non dirò 59 2, 3| poiché, del resto, egli si era impegnato a finir dalla 60 2, 3| ché non s'accorsetant'era assorto nella cupa sua idèa 61 2, 3| sensibilità del suo orecchio era tutta assorbita da quella 62 2, 3| aguzzata la fame, che appunto era quello che si desiderava. 63 2, 3| Perocché il vecchio curato, che era di quelle letterarie tignuole 64 2, 4| non aveva pur sottanine ed era tutta pàter ed ave e metteva 65 2, 6| Il viso di Nino Fiore era in piena illuminazione. 66 2, 6| argentati e dei vetri, ond'era sparsa la tàvola, benché 67 2, 6| Brianza.»~¿Eccome no? Non era a funestarlo con la velenosa 68 2, 6| lui ridepose il bicchiere.~Era lei. Stralunata, spettinata, 69 2, 6| dietro, ché il vino di lui s'era vôlto in tant'aqua, cacciollo 70 2, 7| tale zio, in vita, non gli era mai stato clemente nemmeno 71 2, 7| cioè l'entrata e l'uscita. Era difatti incredìbile, che 72 2, 7| pure un nipote. Gnogno ne era il solo continuatore del 73 2, 7| delle sembianze; di più, era pòvero, càrico di famiglia... 74 2, 7| babbo, quando il canònico si era seduto la prima volta, al 75 2, 7| al fraterno giaciglio, ed era parso commosso. ¡In verità, 76 2, 7| piede. il terrìbile zio era uomo da perdonare a chi 77 2, 7| trionfo. Giammài la malvagità era apparsa con una più sincera 78 2, 8| di uomo e di pòvero, se n'era tosto, con una querela di 79 2, 8| tutto permesso. ella era di quelle delicatine che 80 2, 8| senz'èsserlo. Elda invece lo era franchissimamente, in piena 81 2, 8| Per quell'infelice non era più scampo. Elda non conosceva 82 2, 8| miglia, di cui prima parte era lei, asiaticamente sdrajata 83 2, 8| vìllici di Rocca Adelardi, era venuta alla Rocca una squadra 84 2, 10| frisasse la guancia (che era polve di piuma di cigno) 85 3, 1| Intanto la mano di lei s'era messa a frugare nello stipetto, 86 3, 1| lei, anzi il nonno; ¡e ne era il marito! Pur, ¡grazie 87 3, 1| non èrano estinti. Ella era ancor bella, ancora piacente — 88 3, 1| passaggio del Rubicone. Ed era un pezzo che Ersilia non 89 3, 1| ci nascòndono al tempo. Era un piattino che cominciava 90 3, 1| alla svelta, pena la fogna; era una rosa in semenza, una 91 3, 2| Incendio di legna vecchia.~ ~C'era una volta un signor Zèfiro 92 3, 2| Zèfiro Virgoletti. Egli era un omino di quelli, tutto 93 3, 2| pùbblici dèbiti (e ciò mentr'era, per i privati, in catorbia) 94 3, 2| farebbe mai più.~E così c'era una voltaappunto la volta 95 3, 2| non ci ha paragone. Ella era una montagna di grascia; 96 3, 2| sentiva che qualche colono era caduto ammalato, recàvasi 97 3, 2| a lei tutto ingrassava. Era lardo che respiràvano i 98 3, 2| signora Savina sentisse, era quello del ventre,, zêppo 99 3, 2| lotto. Infatti il lotto era la sola emozione che la 100 3, 2| mentre al secondo, che era il maestro Giglioli dalla 101 3, 2| e le artiglierìe puntò.~Era la primavera. ¿Vorreste 102 3, 2| tanto meno ci ha sogni.»~Era, dunque, del giorno annuale 103 3, 2| griglia, stava lo sconosciuto. Era un ometto tutto vestito 104 3, 2| collezioni di Parigi e di Londra era chiamato «rarìssimo» e sulla 105 3, 2| ricchi, Zèfiro possedèa, anzi era un manuale di cognizioni 106 3, 2| brìo la rossumatina. Egli era un diàvolo nell'inseguire 107 3, 2| gli gettasse la borsa, ed era un dio per ritrovare le 108 3, 2| gli avvenimenti. Un anno s'era intessuto su lui e il primo 109 3, 2| quell'onestìssima donna che era, volle una riparazione e 110 3, 3| bottone in mezzo alla strada, era figlio d'un facoltoso mio 111 3, 3| mio conoscente di villa ed era stato, dopo vent'anni di 112 3, 3| principessa, ¿chi non s'accorge? era uno di que' prodotti che 113 3, 3| a suon di bastone. Ella era di quelle sòlite dame, che 114 3, 3| coricate galline.~E questa era l'ora, allo scoccar della 115 3, 3| tutte le bestie della città: era l'ora del giuoco.~¡O giuoco! 116 3, 5| Poi, la vocazione di lui era troppo decisa per potersi 117 3, 5| un tono di voce che non era più neanche sciroppo di 118 3, 5| pòssum et tu indìges — (ei s'era tolto la teologìa di capo 119 3, 6| celermente. E infatti, ¿dov'era mai? Era in quel luogo, 120 3, 6| E infatti, ¿dov'era mai? Era in quel luogo, suo lungo 121 3, 6| sala, i grand'uòmini; egli era da quella baronessa Caprara 122 3, 6| che attraeva ogni sguardo era il ritratto a mezza figura 123 3, 6| ne aggravava il leggìo. Era l'òpera — o come volèa il 124 3, 6| l'altre cose, ch'egli s'era proposto di cancellare con 125 3, 6| libri di tutta attualità. C'era «del vacuo infinito», filosòfico 126 3, 6| cuocoDicendo il che, s'era messo a sfogliare un grand' 127 3, 6| gazzettieri, in pouf. ¿Non era un segno, del resto, che 128 3, 6| Senonché la baronessa... non era. Era invece una zuppa,, 129 3, 6| la baronessa... non era. Era invece una zuppa,, dirò 130 3, 6| meglio, a scanso di equìvoci, era un servo con un vassojo 131 3, 7| spettàcolo per le tasche vuote era finito e i chierichetti 132 3, 7| loro pianto o le risa? ¿era l'urna di cèneri o d'oro?~« 133 3, 7| la minor figlia, la Nina, era caduta ammalata a far compagnìa 134 3, 7| colore della vergogna — s'era recata in chiesa, sperando 135 3, 7| in cui avevamo intoppato era un coccio o una pietra e 136 3, 8| Ma, con , il goffo c'era. Ché io tengo un fortìssimo 137 3, 8| al suo fine. Ogni punto v'era stato discusso e naturalmente 138 3, 8| Sofonisba Altamura se ne era eclissata, forse a cangiare 139 3, 8| l'àbito della spàzzola. Era egli l'ùnico bue di tutta 140 3, 8| bue di tutta la mandra — era il primo manubrio dell'òrgano 141 3, 8| Giornal delle Schiave», — era di tutte lo spiritual direttore. 142 3, 8| Sofonisba Altamura. Sofonisba era più gobbo che corpo e meno 143 3, 8| spontanea quando men la cercavo. Era sera; un dopopranzo. Avèo 144 3, 9| orgoglio, Caterina Andegari s'era degnata morire nell'àbito 145 3, 9| uno stòmaco pari,, e così era giunta a quel salto nel 146 fin, 1| aggiunto quanta carta sùdicia m'era caduta fra mani, cioè squarci


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