Parte, Capitolo
1 mar | perdònino! la soluzione era sàtura già, nè più c'entrava
2 mar | composta, o, a dir meglio, era or fà qualche anno, di tutti
3 mar | di Palazzo Riccardi, non era letteraria salute. Poiché
4 mar | capo-stipite dei panettoni, Milano era tenuta di abolir senza più
5 mar | balestrone.» Così, se c'era scrittore che ancora trovasse
6 mar | pietra di paragone, che era poi una mola mugnaja, più
7 mar | ricordar loro tanto, poiché era vano sperare che gente la
8 mar | amàbile a' crìtici, com'era a Rousseau quel del castigo
9 mar | quando ancora loro arme era il selcio. La umanità procedette
10 mar | poche avemarìe e non si era ancor giunti ad alcun paternostro.
11 mar | il patrimonio delle idèe era di gran lunga più scarso
12 mar | copiose, disparatissime. Era forse, originariamente,
13 mar | consìmile a quella in cui era, scrivendo, l'autore. Il
14 mar | appartate con uomo che non ci era marito, il tempo di cuòcere
15 sin, 1| quella prima ragione da cui s'era mossi. Non mi òbblighi dunque
16 sin, 1| finito; resta ciascuno qual'era — solitamente un briccone.
17 1, 1| prima – Le due poppatole.~ ~Era un giorno qualunque di un
18 1, 1| Tanto, dico, la guardaroba era zeppa di nulla, che Isa,
19 1, 1| la biancherìa sùdicia. Era, quel tappetino, l'asilo
20 1, 1| abbigliatojo materno; ed era l'assoluta provincia della
21 1, 2| suono di un pianoforte. Era un tremoleggiato «notturno»,
22 1, 2| dalla pupilla cerulea. E s'era fatta, Isa, una smilza fanciulla,
23 1, 2| Gonzalo, di donna Tullia era certo.~«Miss Clelia è proprio
24 1, 3| gran castagno dell'Etna; era, quà, il professore Tale,
25 1, 3| moriva di vivacità rientrata; era là invece lo studentello
26 1, 3| L'àmido della camicia si era diffuso nel sangue; il freddo
27 1, 3| Ma, per la vecchia, tanto era. Anzi, facendo bottino degli
28 1, 3| pel sarto, prima sua cura era di loro insegnar la modestia,
29 1, 4| intelligenza e bontà. Ed era l'ovale e brunetta di una
30 1, 4| Nè possìbil l'inganno. Era, la faccia di lei, di quelli
31 1, 4| uno scoglio. E se non c'era là io, avrebbe viaggiato
32 1, 4| Tutto il didentro di lei s'era soffuso al difuori. Cadute
33 1, 5| gattona di Angora, che le era balzata di grembo e già
34 1, 5| che il manzo, ier l'altro, era proprio cattivo. Ne è testimonio
35 1, 5| rossiccio, che quando s'era in pollajo da madama Cornalba,
36 1, 6| generale l'ùltima somma era fatta; ed or si poteva,
37 1, 6| del pòvero signor padrone era inguarìbile» mentre il cuoco,
38 1, 6| volte il signor generale era andato a cercare la Vecchia,
39 1, 7| accorgèndosi tosto che al primo era mancata qualcosa, forse
40 1, 8| davvero! Casa Caprara non era più casa; era un caffè,
41 1, 8| Caprara non era più casa; era un caffè, un bivacco, in
42 1, 8| cornice dorata e stemmata, ma era un ben magro compenso a
43 1, 8| ritratto allato lo specchio. Era il ritratto di sua nonna
44 1, 8| inanimire a palettate il fuoco. Era la legna affetta da idropisìa;
45 1, 9| questo sì, ché l'espressione era zero) e soggiunge un maligno —
46 1, 9| sottintesi. ¿Che è ciò? È che dov'era una bimba stà una fanciulla,
47 1, 10| pòvera cuccia, sulla quale era steso, inùtile pompa, un
48 2, 1| intorno. Non un cuor gli era viêto, non una strada chiusa,
49 2, 1| ecco un uomo di mezza età. Era la gioja delle brigate,
50 2, 1| se più retta la via, non era quella del buon mercato.
51 2, 1| Infatti, con il caldo d'amore, era l'uno di troppo, e l'altro
52 2, 2| mi tenni. Quel giovinetto era fuor del comune. Niuna fanciulla
53 2, 2| più vivo delle speranze, era caduto il mio Nino nel letargo
54 2, 2| sullo sterco. Nino difatti s'era pigliato di una cosa non
55 2, 2| umore, di cui la metà non era proprio forzata:~«¡Evviva!»
56 2, 2| sguardo, che dalla soja era balzato nell'ira. ¡In verità,
57 2, 2| Camminammo in silenzio. Era Nino fieramente commosso.
58 2, 3| precauzione quel rasojo, che non era mai stato capace, non dirò
59 2, 3| poiché, del resto, egli si era impegnato a finir dalla
60 2, 3| ché non s'accorse — tant'era assorto nella cupa sua idèa
61 2, 3| sensibilità del suo orecchio era tutta assorbita da quella
62 2, 3| aguzzata la fame, che appunto era quello che si desiderava.
63 2, 3| Perocché il vecchio curato, che era di quelle letterarie tignuole
64 2, 4| non aveva pur sottanine ed era tutta pàter ed ave e metteva
65 2, 6| Il viso di Nino Fiore era in piena illuminazione.
66 2, 6| argentati e dei vetri, ond'era sparsa la tàvola, benché
67 2, 6| Brianza.»~¿Eccome no? Non era lì a funestarlo con la velenosa
68 2, 6| lui ridepose il bicchiere.~Era lei. Stralunata, spettinata,
69 2, 6| dietro, ché il vino di lui s'era vôlto in tant'aqua, cacciollo
70 2, 7| tale zio, in vita, non gli era mai stato clemente nemmeno
71 2, 7| cioè l'entrata e l'uscita. Era difatti incredìbile, che
72 2, 7| pure un nipote. Gnogno ne era il solo continuatore del
73 2, 7| delle sembianze; di più, era pòvero, càrico di famiglia...
74 2, 7| babbo, quando il canònico si era seduto la prima volta, al
75 2, 7| al fraterno giaciglio, ed era parso commosso. ¡In verità,
76 2, 7| piede. Nè il terrìbile zio era uomo da perdonare a chi
77 2, 7| trionfo. Giammài la malvagità era apparsa con una più sincera
78 2, 8| di uomo e di pòvero, se n'era tosto, con una querela di
79 2, 8| tutto permesso. Nè ella era di quelle delicatine che
80 2, 8| senz'èsserlo. Elda invece lo era franchissimamente, in piena
81 2, 8| Per quell'infelice non era più scampo. Elda non conosceva
82 2, 8| miglia, di cui prima parte era lei, asiaticamente sdrajata
83 2, 8| vìllici di Rocca Adelardi, era venuta alla Rocca una squadra
84 2, 10| frisasse la guancia (che era polve di piuma di cigno)
85 3, 1| Intanto la mano di lei s'era messa a frugare nello stipetto,
86 3, 1| lei, anzi il nonno; ¡e ne era il marito! Pur, ¡grazie
87 3, 1| non èrano estinti. Ella era ancor bella, ancora piacente —
88 3, 1| passaggio del Rubicone. Ed era un pezzo che Ersilia non
89 3, 1| ci nascòndono al tempo. Era un piattino che cominciava
90 3, 1| alla svelta, pena la fogna; era una rosa in semenza, una
91 3, 2| Incendio di legna vecchia.~ ~C'era una volta un signor Zèfiro
92 3, 2| Zèfiro Virgoletti. Egli era un omino di quelli, tutto
93 3, 2| pùbblici dèbiti (e ciò mentr'era, per i privati, in catorbia)
94 3, 2| farebbe mai più.~E così c'era una volta — appunto la volta
95 3, 2| non ci ha paragone. Ella era una montagna di grascia;
96 3, 2| sentiva che qualche colono era caduto ammalato, recàvasi
97 3, 2| a lei tutto ingrassava. Era lardo che respiràvano i
98 3, 2| signora Savina sentisse, era quello del ventre,, zêppo
99 3, 2| lotto. Infatti il lotto era la sola emozione che la
100 3, 2| mentre al secondo, che era il maestro Giglioli dalla
101 3, 2| e le artiglierìe puntò.~Era la primavera. ¿Vorreste
102 3, 2| tanto meno ci ha sogni.»~Era, dunque, del giorno annuale
103 3, 2| griglia, stava lo sconosciuto. Era un ometto tutto vestito
104 3, 2| collezioni di Parigi e di Londra era chiamato «rarìssimo» e sulla
105 3, 2| ricchi, Zèfiro possedèa, anzi era un manuale di cognizioni
106 3, 2| brìo la rossumatina. Egli era un diàvolo nell'inseguire
107 3, 2| gli gettasse la borsa, ed era un dio per ritrovare le
108 3, 2| gli avvenimenti. Un anno s'era intessuto su lui e il primo
109 3, 2| quell'onestìssima donna che era, volle una riparazione e
110 3, 3| bottone in mezzo alla strada, era figlio d'un facoltoso mio
111 3, 3| mio conoscente di villa ed era stato, dopo vent'anni di
112 3, 3| principessa, ¿chi non s'accorge? era uno di que' prodotti che
113 3, 3| a suon di bastone. Ella era di quelle sòlite dame, che
114 3, 3| coricate galline.~E questa era l'ora, allo scoccar della
115 3, 3| tutte le bestie della città: era l'ora del giuoco.~¡O giuoco!
116 3, 5| Poi, la vocazione di lui era troppo decisa per potersi
117 3, 5| un tono di voce che non era più neanche sciroppo di
118 3, 5| pòssum et tu indìges — (ei s'era tolto la teologìa di capo
119 3, 6| celermente. E infatti, ¿dov'era mai? Era in quel luogo,
120 3, 6| E infatti, ¿dov'era mai? Era in quel luogo, suo lungo
121 3, 6| sala, i grand'uòmini; egli era da quella baronessa Caprara
122 3, 6| che attraeva ogni sguardo era il ritratto a mezza figura
123 3, 6| ne aggravava il leggìo. Era l'òpera — o come volèa il
124 3, 6| l'altre cose, ch'egli s'era proposto di cancellare con
125 3, 6| libri di tutta attualità. C'era «del vacuo infinito», filosòfico
126 3, 6| cuoco.» Dicendo il che, s'era messo a sfogliare un grand'
127 3, 6| gazzettieri, in pouf. ¿Non era un segno, del resto, che
128 3, 6| Senonché la baronessa... non era. Era invece una zuppa,,
129 3, 6| la baronessa... non era. Era invece una zuppa,, dirò
130 3, 6| meglio, a scanso di equìvoci, era un servo con un vassojo
131 3, 7| spettàcolo per le tasche vuote era finito e i chierichetti
132 3, 7| loro pianto o le risa? ¿era l'urna di cèneri o d'oro?~«
133 3, 7| la minor figlia, la Nina, era caduta ammalata a far compagnìa
134 3, 7| colore della vergogna — s'era recata in chiesa, sperando
135 3, 7| in cui avevamo intoppato era un coccio o una pietra e
136 3, 8| Ma, con mè, il goffo c'era. Ché io tengo un fortìssimo
137 3, 8| al suo fine. Ogni punto v'era stato discusso e naturalmente
138 3, 8| Sofonisba Altamura se ne era eclissata, forse a cangiare
139 3, 8| l'àbito della spàzzola. Era egli l'ùnico bue di tutta
140 3, 8| bue di tutta la mandra — era il primo manubrio dell'òrgano
141 3, 8| Giornal delle Schiave», — era di tutte lo spiritual direttore.
142 3, 8| Sofonisba Altamura. Sofonisba era più gobbo che corpo e meno
143 3, 8| spontanea quando men la cercavo. Era sera; un dopopranzo. Avèo
144 3, 9| orgoglio, Caterina Andegari s'era degnata morire nell'àbito
145 3, 9| uno stòmaco pari,, e così era giunta a quel salto nel
146 fin, 1| aggiunto quanta carta sùdicia m'era caduta fra mani, cioè squarci
|