10-ammac | ammae-avvel | avven-calot | calun-combi | combu-culmi | culto-effer | effig-folat | folie-grigi | grigl-ingiu | ingof-legum | leleo-micio | mida-onori | onus-peste | pesto-proso | prosp-rigua | rigui-scegl | scelg-silen | silla-squar | squas-tirar | tirav-vesci | vespe-zufol
grassetto = Testo principale
Parte, Capitolo grigio = Testo di commento
2506 mar | gergo scientìfico, chiamati cultori della istruzione, forse
2507 3, 2| legna (nè ci volèa meno per cuòcer tutto quel riso che la incessante
2508 2, 8| Delle sue pazze, delle sue cupe avventure ne ribòccan le
2509 2, 8| tuonar del cannone, rullando cupi i tamburi, stridendo le
2510 2, 1| Mira, o lettore, la scarna cùpida faccia di chi, da quelli
2511 2, 10| finestra. Tien la pupilla, cupidamente, nella bujìssima notte esteriore,
2512 mar | terrore, di riverenza e di cupidigia, distèndesi di bocca in
2513 3, 4| ogni sera, non quelle della cupidità. A sentir lei, màncale sempre
2514 2, 10| nel cielo (il ciel della cùpola) già si sèntono assunte
2515 1, 3| troppo pel sarto, prima sua cura era di loro insegnar la
2516 3, 1| scartafaccio sùdicio da mille dita curiali, tutto gualcito, a graffiature,
2517 3, 6| quel salone incrociàvasi curiosamente un odore d'incenso che aliava
2518 3, 2| volèa come schizzare i suòi curiosi occhiettini sul fico, «desiderasse
2519 mar | eterno ridìcolo. Ora, stà il curiosìssimo fatto, che quelli autori
2520 fin, 1| accentàndosi a femminili curve e turgenze. Una bollicina
2521 2, 10| pinguèdine e nei purpurei cuscini di un seggiolone che a pena
2522 | D
2523 | da'
2524 3, 8| originale nè più nè meno di una Dacier) e ripassavo appunto Lisìstrata.~«¿
2525 3, 3| tratto di buschette o di dadi entra la stessa prudenza.
2526 fin, 1| estratti dai recipienti di Dàlila e Dejanira, le vincitore
2527 int, 1| una sala dove parecchie damazze hanno riunito, all'ingiro
2528 1, 7| un sofa», «l'endroit des dames» e sìmili scàndali in rima
2529 1, 2| saltò su a dir la Batori, dandole un pizzicotto, «una fanciulla
2530 2, 7| una spece di benevolenza, dàndole spesso della biancherìa...
2531 mar | quasi tutti si vendicàrono, dannando i lor zoiletti all'eterno
2532 2, 10| gloria di cartapècora antica dannata alle compostiere; mentre
2533 1, 1| musique!...» «¿ Voulez-vous danser une valse avec moi, comtesse? » «
2534 mar | il puntarolo e lo spago, darà punti svogliati e voi rimarrete
2535 2, 2| come figli veraci, se ti daranno sul primo fastidi, compenserànnoti
2536 2, 10| del suo acceso cervello dardeggia una processione di forme;
2537 2, 6| eburneo sorriso dei denti, dardeggiàvano i lampi degli argentati
2538 3, 2| cuore per èssere leso da un dardo; ¡eppòi l'amore è sì incòmodo! «
2539 1, 5| di questo incòmodo lusso! Darèi volentieri la mia doppia
2540 1, 7| principalmente, quando s'ha a darla da bere a gente dell'età
2541 int, 1| erta pel saldo; questa, o a darle un crollo rabbioso, o a
2542 3, 5| Sua Eccellenza e Dio, devi darmi parola...»~«Sì,» disse il
2543 2, 5| babbo che russa, oh non dàrtene pena! Egli conosce gli umori
2544 mar | riveste la traccia temàtica dàtagli dal maestro; all'adolescente,
2545 1, 2| controdimanda del «¿che dote mi date?») là a predelline o a bìndolo,
2546 1, 3| ancora bambina, allorché le davamo a sfogliare qualche volume
2547 | davanti
2548 1, 7| Eugenia: ¡eppure, tu gli davi speranze!~Signora Bettina:
2549 1, 7| Bettina: roba di tutti gli davo, roba che nulla costa e
2550 3, 6| permìsegli di esaminare più davvicino e al minuto gli arredi di
2551 sin, 1| ricchi.~¡Animo dunque! ti dazia e riempi il tuo posto. ¡
2552 2, 6| er siggnor Iddìo 'un cià ddata la lingua pe' stà zitti.
2553 2, 6| l'infuriata. «¡Me furmini Ddio ssi tutt 'sta roba nu' annava
2554 mar | domandar con Focione: ¿sy dé pou tì kakon légon émauton
2555 mar | ultimo avanzo di un'oste già debellata — gli è come azzuffarsi
2556 2, 3| onoratamente liberato da un dèbito vergognoso; par dunque che
2557 1, 7| la cucina per gli stòmaci dèboli.» Di fare bene il caffè
2558 1, 10| est-il?» chiese dal letto una debolìssima voce.~«Deux heures, madame,»
2559 2, 7| le si contrasse oltre il decente, dovette affrettarsi a dissimularne
2560 mar | Rosellini e di Champollion per decifrare la scarabocchiatura, a penna,
2561 1, 10| Decima ed ultima Scena.~ ~E in
2562 mar | difficoltà che, una ventina, una decina di anni prima, bastàvano
2563 3, 5| vocazione di lui era troppo decisa per potersi ingannare. Quì
2564 2, 3| scèsene prudentemente e decise (sopravenèndogli in quella
2565 1, 5| exemple, cara, tu sai che la decorazione di una toilette, i fiori
2566 1, 4| a colèi, se non fosse il decoro della famiglia, e quel precetto
2567 1, 5| adesso dalla Honorine a fare découdre e recoudre il vestito per
2568 1, 1| candidìssimo monte, che decresce man mano, passando tra le
2569 3, 5| bel associarti contro i decreti del cielo!... ¡Patatrac!...
2570 3, 6| archeològiche considerazioni dedicate a...; c'èrano i romanzetti
2571 2, 2| gelosa dei cuori che le son dedicati, nè concèdesi tutta se non
2572 3, 8| semovente latrina›, di ‹fair defect...› e vievìa, che si provèrbiano
2573 3, 5| famigliuola una rarìssima deferenza. Non altrimenti potresti
2574 2, 2| tutto farina la testa (pani defraudati alla pancia) volge al mio
2575 3, 1| no e no.» Avèa saputo il defunto perpetuare la di lui gelosìa.
2576 3, 7| all'usura.~«Oh se lei si degnasse di venire con mè, signorino,»
2577 3, 9| miseria evocata dalle sue degne predecessore.~Poiché le
2578 1, 1| baronessa Colorno, cette dégoutante? ¿che ne direbbe la Breda,
2579 3, 2| addormentarla coll'insensìbile degradar della voce, velando quindi
2580 | deh
2581 1, 5| Eugeniuccia, che sei affatto au dehors di sìmili seccature, che
2582 | deinde
2583 fin, 1| dai recipienti di Dàlila e Dejanira, le vincitore di Sansone
2584 1, 5| avverte qu'il faut sans délai placer tout à gauche, pena
2585 2, 8| permesso. Nè ella era di quelle delicatine che intrattèngono amanti,
2586 1, 1| soldo. E Isa, adducendo il delicato strumento a Fanny, seguitava:~«¡
2587 mar | a due mani al rubensiano delirio di polpe e di sguardi procaci
2588 int, 1| sciamannate, in ogni dove, delitti di lesa-toilette. E quì
2589 mar | oscurità di stile che fà la delizia degli intelligenti e la
2590 3, 2| assaporàrono silenziosamente, deliziosamente; tutti e due si occhieggiàrono
2591 1, 2| pensieri, fin il vecchio deluso, cui delle gioje del mondo
2592 2, 1| toccando la meta, tanto per il demèrito, quanto, il che è più difficile
2593 2, 10| tràppole che i maliziosi demonii, loro apparendo nelle figure
2594 2, 5| mestiere! Ché, a esorcizzare il demonio che nel sangue ti avvampa,
2595 mar | che una fàvola concitata, densa di colpi di scena, irritante
2596 3, 1| gagliardi garretti e delle dense cosce dell'ùssero! oh come
2597 2, 8| tanto che Elda, narrando i densi amori di lei, dicèa: «la
2598 mar | virtù, mièi signori — la densità delle idèe.~Ho detto una
2599 1, 5| toilette, i fiori cioè, les dentelles, les nœuds, les rubans,
2600 1, 3| unghie grifagne sulla gialla dentiera del piano, gialla come la
2601 int, 1| crusca, pani malcotti e dentiere, conocchie e arcolài, biscottini
2602 fin, 1| negli antichi opifizi a chi dentr'essa si sgamba. E già il
2603 3, 3| nell'ora in cui la notte depone il suo nero mantello nelle
2604 2, 6| imbottito d'amore, se il solo deporlo qualch'ora, gli dava tanta
2605 2, 8| al di lui ùnico amore. ¡O deprecàbile fedeltà! ¡o malaugurata
2606 mar | parlamentare, assente lo sfibratore Deprètis; Carducci sotto un arco
2607 3, 5| buono, non da mercante o da deputato, parola dinanzi al Cuor
2608 1, 6| rènder più cupo il lutto alla derelitta figliuola. ¡Eccellente creatura!
2609 3, 3| dall'assettare i loro plebèi deretani sulle stemmate sue sèggiole? ¿
2610 3, 4| l'aglio» e che «massaja derivò da ammassare.» E così, ella
2611 1, 7| confidences d'un sofa», «l'endroit des dames» e sìmili scàndali
2612 3, 10| oltre la maldicenza, sono descrìverti una toilette, scarabocchiare
2613 mar | più nota. ¿Perché non vi descrivete anche voi, buoni crìtici?
2614 mar | conosce men male: ora, io descrivo mè, cioè la persona che
2615 3, 2| primavera. ¿Vorreste una descrizione? Ne ho mille. Costa poco
2616 2, 10| un cimitero, tanto sono deserte, con tuguri di creta in
2617 2, 10| candore dei denti, la più desiata parola. E Gesù protende
2618 1, 7| vecchi!» (sòlita frase di chi desìdera di udire l'opposta) tu,
2619 1, 9| d'apparenza all'oggetto desiderando, la Moda. Con gioventù,
2620 3, 2| curiosi occhiettini sul fico, «desiderasse di osservarla un po' meglio...»
2621 1, 6| amatìssimo nostro sia perfino desiderata, per tôrre lui al dolore
2622 2, 3| appunto era quello che si desiderava. Ma il suicida bevette in
2623 1, 5| le regalo. Anche la mamma desidererebbe che ne frequentassi. ‹Tante›
2624 int, 1| a questi corrispondenti, desidererèi due scenari di strada. In
2625 1, 7| persuadere... di quanto desìderi. Tua mamma t'insegna la
2626 sin, 1| tua regnante Maestà — come desìdero e spero e per essa e per
2627 1, 8| ingenui costumi!» sospirò desioso. Ma quì lo sguardo gli cadde
2628 3, 8| imprecando alla guerra civile che desolava la Grecia e volendo troncarla,
2629 | dessa
2630 1, 7| oppure, venuto il dessert, prendi un biscotto e vola
2631 2, 10| Finalmente donna Radegonda par desta. È in camicia. Si stacca
2632 1, 6| a uno a uno ti avrèbber destato altrettanti sorrisi; là,
2633 2, 2| la metà di una pera sia destinata ab aeterno, per completarsi,
2634 3, 4| nuovi quattrini dai vecchi, destinati quest'ùltimi a chi avanza
2635 mar | altro mortale frutto, è destinato, se non spègnesi in germe,
2636 2, 3| guardate riconoscenza al destino che spesso ci salva a nostro
2637 3, 8| biglietto-programma che destramente un amico avèami imposto
2638 mar | sferrare alle nubi il mio alato destriero — ¡pòvero Pegasuccio! —
2639 3, 9| posto del cuore, mentre il destro si sbieca vers'un'àurea
2640 fin, 1| crocefissi, con su inchiodato un dèus mutìnus, ch'ei nettò parimenti
2641 1, 10| letto una debolìssima voce.~«Deux heures, madame,» rispose,
2642 fin, 1| pur grazie. Un mago non dev'èsser gentile. Ei s'inginocchia
2643 mar | con attenta lentezza che dèvesi ancora attribuire la mia
2644 1, 7| ad ogni marito di carne dèvono poi consolarsi con quello
2645 3, 2| ogni domènica, mangiando devotamente a Natale il panettone, ostie
2646 2, 5| salvo moltìssimi innamorati, devoti a pròssima fine; e spesso
2647 2, 10| registro e si mette, con devozione, a sfogliarlo. In ogni pàgina
2648 2, 10| regni perpetua l'estate. Il diabòlico stormo dei pruriginosi ricordi,
2649 1, 9| con àurei cuori e gemmati diademi, la femminile ambizione
2650 2, 10| ûsi d'accòrrere alla tua diàfana palma brizzolata di pane,
2651 mar | corrotta italianità e pei dialettismi non trattenuti da alcuna
2652 2, 3| di schiena e di sguardo, dialogando tra le labbra e le dita,
2653 1, 7| settima - Amore di madre.~ ~(Dialoghetto tra la signora Bettina Ottonieri
2654 1, 1| della domèstica pace.»~Diamo adesso un'occhiata alla
2655 1, 9| rappresaglie; vievìa, il diàpason dell'odio si eleva nella
2656 3, 6| ripullulava in Giacinto. Sìstole e diàstole gli èran tornate in perfetto
2657 3, 5| d'àngiolo terminanti in diavoleschi sgraffi sì da parer piedi
2658 2, 1| se tale, tradito da una diavolessa, strilla come un porcellino
2659 fin, 1| impagliati, che aborti e diavoletti in ampolle, e lambicchi
2660 3, 3| asta, lui solo, con quel diavoloso suo lotto? ¿sarebbe forse
2661 int, 1| lunga corsìa, divo Rocho dicata, dove — in tanti lettini,
2662 3, 2| credesse ai propri occhi, dicèale frasi di tenerezza, la contemplava
2663 2, 8| i suòi lumi giràvano le dicerìe più turchine. Anzitutto,
2664 1, 4| che le posava sul seno, dicesse ancora e davvero, come con
2665 3, 5| caso di scàndalo di cui or dicevamo, quel matrimonio, anzi concubinaggio,
2666 3, 10| altro l'augello. Uomo, dicevano i nostri antichi, è chi
2667 2, 6| a' sto vassallo cane. Lo dichi llui, si j'avanza un po'
2668 2, 7| biancherìa... a stirare, dichiarava al marito che in casa di
2669 1, 2| dì che non legga qualche dichiarazione d'amore sulla finestra o
2670 mar | partì allora in due campi — diciàmoli meglio, stàbuli — e gli
2671 2, 8| eccetto quella di castità; diciàmolo anzi, èrale odioso una sola
2672 3, 7| bellìssime bimbe dai quìndici ai diciotto anni. Ed esse avèan cercato
2673 2, 9| risorsa della pòvera impresa» dicono i calvi abbonati nell'indossar
2674 1, 9| quelle malattìe violente, che dìconsi di caràttere. Prostrata
2675 1, 1| suo immenso poema tra il didascàlico e il rompiscàtole, che tratta «
2676 1, 4| totalmente mutata. Tutto il didentro di lei s'era soffuso al
2677 int, 1| insieme.~Già i gassajoli dièdero il colpo della luminosa
2678 mar | vievìa, moltiplicàndosi i dièsis e i bemolle e gli altri
2679 3, 3| rè hanno troppo da fare a difènder dai mìseri i ricchi, per
2680 3, 5| indelèbili inchiostri dei di lui difensori, oppure qualcuna di quelle
2681 2, 6| iscusarsi «non nego, ella ha difettacci... ma, se non altro, io
2682 2, 1| demèrito, quanto, il che è più difficile assài, per il mèrito. Eppure,
2683 3, 1| pasticca stantìa, non è diffìcile d'incontrare una vèdova,
2684 3, 10| volesse insinuarci che è di diffìcili lune. Cert'è, ch'egli tiene
2685 2, 3| duemila metri sul mare, difficilmente và il vizio; esso non và
2686 mar | della quintessenza.» Le difficoltà che, una ventina, una decina
2687 2, 3| cose.»~ ~Ma io scossi con diffidenza la testa. Non facèvano le
2688 int, 1| comincia a pensare per noi, e diffondendo per la rete venosa un sangue
2689 2, 10| col campanil di una chiesa diffondente su di esse la feconda sua
2690 1, 3| àmido della camicia si era diffuso nel sangue; il freddo morale
2691 2, 3| l'idillio...»~E lì Nino, diffùsosi alquanto su esso «idillio»
2692 1, 4| di lei s'era soffuso al difuori. Cadute le càndide piume
2693 3, 8| dopopranzo. Avèo bisogno, perché digerissi, d'irritarmi la bile, mio
2694 2, 2| un crònico male, da una digestione cattiva. La tua fanciulla,
2695 sin, 1| tragedia non fu mai rea di digestioni men buone ne' suòi spettatori
2696 2, 10| a vita, altro segno che digestivi sospiri. Ma, in attesa che
2697 1, 6| del dopopranzo in cui il digestivo calore èvoca l'umanitario,
2698 3, 1| risposte che sono dosi di digitale. Vògliono che le donne non
2699 3, 2| Ognissanti e castagne, e digiunando nelle feste di magro gàmberi
2700 fin, 1| non compromèttere la lor dignità cogli applàusi. Nòbili segni
2701 1, 10| sempre con quel suo far dignitoso, che parèa dire «a Parigi
2702 fin, 1| di Sanchez, dal cànone de dilectìssimis, dal trattato di Villanova
2703 fin, 1| entro lei; ed anche il sogno dilegua.~Un'oncia meno di sangue;
2704 fin, 1| le pàlpito in braccio, e dileguo entro lei; ed anche il sogno
2705 3, 8| seccamalati e vievìa, tutte dilettanti-accattone, che fanno la carità coi
2706 1, 6| caràttere inglese:~ ~«Mio diletto biondone;~auf! finalmente...»~ ~
2707 3, 8| Auree novelle nelle quali la diligente Virtù non manca mai di ottenere
2708 mar | gènerano i nonni — raschiò diligentemente il nome dell'antecessore.
2709 sin, 1| cariàtidi, a parer mio, che si dilòmbano a sostenere una mole che
2710 3, 2| confuse in ringraziamenti, si dilombò in riverenze, si sbracciò
2711 3, 7| pispiglio, un parlottìo...~Io mi dilungài ancor più.~«Aspetta, che
2712 1, 7| rumme, e come perciò tu dimagri di giorno in giorno, a libbra
2713 int, 1| di un'aria conquistatora, dimanda, con quasi una lira in borsello,
2714 3, 8| dei visi.~«E dunque?» le dimandài. «Vuòi emanciparti anche
2715 2, 2| esso cresceva. ¿Ma come, dimando io, persuadere ad un ebbro
2716 2, 3| dell'indefinito mi strinse. Dimenticài il terrestre sepolcro del
2717 int, 1| aurora del giojelliere, dimènticano l'oro fumante della polenta,
2718 mar | arrendèvole; voglio per un istante dimenticare la pregiudiziale, se la
2719 1, 8| E, ¡almeno avesse potuto dimenticarla del tutto, ma no! il registro
2720 3, 4| risalendo negli ammezzati dimenticasse di èssere inscritta nell'
2721 2, 10| cordone di San Francesco, dimenticato sul letto. Ma la badessa
2722 3, 9| che mai non ebbe per essa diminutivi e degli anni or sfrondati
2723 3, 5| vicina pensione. E ora, ¿dimmi, o imprudente, cacciato
2724 3, 2| perfettamente.~Allora la dama, per dimostrargli in qualche maniera la gratitùdine
2725 3, 5| naturale,» disse il pretocchio, dindonando la testa. «Punto primo,
2726 1, 9| Mortaretti, sparate! ¡dindonate, campane! ¡sù, in coro,
2727 2, 6| e po' so' de ritorno?» e dindonava la testa. «Ah, tu credevi
2728 mar | se la incolpata oscurità dipenda dalle idèe dell'autore che
2729 int, 1| Guglielmo Hògarth, che, dipingendo letteratura e insegnando
2730 int, 1| scrostata è la vôlta, e della dipìntavi estate (ironicamente a fresco)
2731 3, 6| barbagianni, capponi — dipinti morti sì bene che parèvano
2732 mar | con pari diritto tanto le dipinture di una cloaca, di un ubbriaco
2733 3, 10| un po' a giudicare. ¿Lo diresti tu uomo, un coso che si
2734 mar | che è, come affèrmano, diretto ad vìrgam erigèndam, ¡si
2735 3, 8| era di tutte lo spiritual direttore. Noto assài nella libricastratio
2736 1, 2| interrùppesi Elda, e scorta la direttrice, che a loro veniva come
2737 3, 10| raccògliere francobolli, dirìgere cotillons, non leggendo
2738 int, 1| un servo. Piove intanto a dirotto e il rèfolo impetuoso squassa
2739 1, 2| vedèa, dal pretenzioso suo disabbiglio, dalla studiata spettinatura,
2740 1, 5| domandò blanda l'amica, disaccocciando una manata di dolci ed offrèndogliela.~«
2741 fin, 1| Mùtuna, Cuba e Cicinia, disaccòcciasi un'àgata in forma di cuore,
2742 2, 3| labbro e coscienza non disaccòrdansi mai. Quì nulla di quell'
2743 2, 10| rifiutò. Ma la celletta si disadorna. Scompàjono i pochi amici
2744 mar | e fatto spiccare il mio disadorno pensiero nella cornice del
2745 sin, 1| sua voglia stipata in un disagio agiatìssimo. E di più, nei
2746 1, 9| iròniche sostenutezze, mute disapprovazioni, pèrdi sottintesi. ¿Che
2747 2, 1| come egli crede, amorosi disastri. Ma il disastro è uno solo,
2748 2, 1| amorosi disastri. Ma il disastro è uno solo, lui stesso.
2749 mar | sempre ai non irosi e non disattenti lettori, cioè ai pochi.~
2750 2, 6| cquadrinosi de tè, come discèa la bonànima de mi madre, ¡
2751 mar | maestri e di ebetismo ai discèpoli.~Pur non si pensi, con ciò,
2752 3, 7| vecchie dall'uomo a Dio discese, venute a pentirsi di non
2753 fin, 1| caldaja. Ed egli la instiga, dischiudèndovi-sotto le vàlvole di due canali
2754 1, 6| bianca di lei, i grandi occhi dischiusi, e pur non scorgenti l'amato,
2755 3, 9| avrà un monumento: essa ha dischiuso un ospizio alla miseria
2756 2, 10| quasi-sonnambulismo, scìvola scalza e discinta in un remoto oratorio e
2757 2, 6| rotolata qual pomo della discordia tra i suòi amici e lui,
2758 1, 7| fare bene il caffè non si discorre neanche. Magari scopa, fa-giù
2759 3, 5| quella lùcida nuca a di lui discrezione. E parèa il conte Ugolino
2760 3, 10| vede il lampeggio di una discussione sul serio, ti pianta e và
2761 3, 8| Ogni punto v'era stato discusso e naturalmente vinto, ed
2762 mar | audacia.~Mi ajùtino intanto a discùter coi loro e mièi avversari,
2763 3, 2| Ma ecché! La stella della disdetta brillàvagli immota sul capo.
2764 mar | a tìtolo d'onore, quà di disdoro, quella parte soltanto di
2765 2, 10| lucìgnoli. Un caminone si disegna nel fondo, un monumento
2766 int, 1| una chiesa. E, in questo, disegnerài un folto di vecchie, che
2767 int, 1| Quanto mi occorre, è un disegno che rappresenti l'inverno
2768 2, 7| còmodo; àbito, lògoro dal diserrarsi gomitoni la strada, che
2769 2, 3| stato capace, non dirò di disfargli la barba, ma nemmeno di
2770 3, 3| balocchi, già da un pezzo disfatti, mi risùscitano in cuore;
2771 2, 8| sapore dei cibi (in fogge da disgraziarne Giulio Romano e Pietro Aretino)
2772 3, 4| gonfia talmente, che, mè disgraziato, se non avessi una moglie
2773 2, 7| propria, non risentisse troppo disgusto. Il rùvido sacco non fà
2774 2, 6| meno sonora ma non men disgustosa, venne a ridarmi a' miei
2775 mar | parve atto di letteraria disonestà quello di vèndere al pùbblico,
2776 sin, 1| insieme, fà quello che può, disordinando le idèe nella ricciuta testina
2777 1, 5| delle lionnes di colà, un dispaccio, col quale mi avverte qu'
2778 mar | letture affrettate, copiose, disparatissime. Era forse, originariamente,
2779 fin, 1| a tregenda. E la granata dispare e in una folata zufolante
2780 2, 9| rèndita pubblica, si mette in disparte — a maggior gloria della
2781 mar | pòpolo a dieci centèsimi la dispensa e i gazzettieri che colla
2782 sin, 1| ganzo rivale, chiotto nel dispensino, come tu, cuoca, non sai
2783 mar | disgrazia ai calcagni e la dispepsia allo stòmaco; Cattaneo in
2784 2, 5| sulla morte del merlo, fan disperare e lo sposo e gli amanti,
2785 fin, 1| gatti sul tetto gnàulano disperatamente, bùbula il gufo, e la luna
2786 1, 8| permettèvagli manco cotesta disperatìssima consolazione. Bene gli amici
2787 2, 1| in burrasca. Ché se tu ti disperi di non èssere amato, il
2788 2, 9| veglione che non si fà.»~Non disperiamo però. La pistola della follìa
2789 2, 3| marcio dispetto! — Nino si disperò, non da burla; per poco
2790 1, 9| parti del parafùlmine. E i dispetti chiàman le offese, le offese
2791 1, 4| il ventaglio e battèndone dispettosa le stecche sulla palma dell'
2792 2, 4| aggiungendo peraltro (il che ci dispiace), «tanto buono che la sarebbe
2793 3, 3| pagare.»~Feci un attuccio di dispiacere, esclamando:~«¡Guarda combinazione!
2794 3, 2| legger tremolìo la mano, lo dispiccò e lo divise con il pròssimo
2795 mar | zùccheri e incensi, di cui disponete. Anch'io miro alla Fama
2796 2, 8| casa, dovèa èssere a tutto disposto. O si fosse sgrossati con
2797 1, 2| in sugli ùndici, che si dìsputano a gara il Millo del portinajo,
2798 3, 2| la corte alla sua uva e a disputarsi quelle cinquemila pèrtiche
2799 1, 9| elogio per la mammina. Lola è disputata fra i due innamorati parenti,
2800 3, 7| miseria!»~«¡Pòvera donna!» diss'io, e la seguìi.~Così, dopo
2801 3, 9| insoddisfatto appetito esaurisce e dissecca. Ma dalla scuola dei tormentati,
2802 mar | soliloqui, archeològiche dissertazioni — ¡chissà mai! anche ascètica.
2803 3, 3| sacchéggiano reciprocamente, dissimulando sotto i sorrisi lo strazio
2804 3, 9| in una benigna penombra, dissimulàndola più che poteva fra il tappeto
2805 1, 1| scolture e gli intarsii dissìmulano (come l'àbito bello il cuor
2806 2, 10| coi vescicanti; quelle a dissimulare il troppo caldo di uno che
2807 2, 7| decente, dovette affrettarsi a dissimularne la oscèdine, applicàndovi
2808 2, 5| prostituzione più o meno dissimulata, mentre il giurista ti accerta,
2809 3, 8| due più imbelli metalli, dissimulate catene! Per loro intanto,
2810 sin, 1| cinghiale.~Nè l'altro piano si dissomiglia troppo dal primo. Se quì
2811 2, 6| serrature dello scrittojo e gli dissuggellava le lèttere, lo spiava alla
2812 1, 1| ravissante!... Tu, stài distante, pappà; toujours si malpropre,
2813 int, 1| oltre quel che si vede e distenda, non solo colori, ma idèe
2814 2, 7| poltronone, dov'ella si accomodò, distendèndosi intorno le ampie balzane,
2815 mar | riverenza e di cupidigia, distèndesi di bocca in bocca. A mè,
2816 2, 10| sulle cui testoline piove a distesa, di là della volta, lo scampanìo,
2817 mar | si potrebbe chiamare «la distillerìa della quintessenza.» Le
2818 1, 2| della Mamma di Dio, nè ancor distinguenti, tra due chiavi diverse,
2819 2, 9| di Afròdite» può sempre distìnguere, se la camicia dell'avventore
2820 2, 2| le proprie? ¿come infine distor l'assetato dalla tòrbida
2821 1, 5| i bimbi lattanti, debbo distribuire les prix alle operaje che
2822 sin, 1| in cui l'innesto lombardo distrugge la scròfola fiorentina,
2823 2, 2| certezza nella speranza? ¿distrùggere il frutto nel fiore? ¿Rèputi
2824 2, 3| pietre di tomba, con gran disturbo delle tarme e dei ragni,
2825 1, 5| un altro Bismarck... On dit, che dove non sono, c'è
2826 2, 2| suo volto dalla pelle di dìttamo e dalli occhioni cerulei,
2827 2, 5| calùnniano. I nostri antichi diucci, come gli altri più grossi,
2828 1, 6| Benché presentita da una diuturna attesa, benché la morte
2829 sin, 1| domèstico esempio, reale e diuturno, ben altro efficace che
2830 1, 2| egregio istituto, dove ci ha divanzati il sole più allegro che
2831 2, 8| come la lupa di Ezechìel divaricàvit tìbias suas sub omni àrbore.
2832 sin, 1| Siamo poi troppo signori per diventare mai ricchi.~¡Animo dunque!
2833 1, 3| quanto la mia Reginuccia diventasse ben presto una cima di agucchiatrice,
2834 mar | spropòsiti ne' fogli quotidiani, diventati, loro mercè, piombo in foglia.
2835 1, 10| di èsservi, ma il dubbio diventava certezza, scorgendo, lì
2836 2, 4| questi,» (e fe' l'atto) «diventerà cieca e sorda. Certo, se
2837 1, 1| comodità. La sala da pranzo diventò un teatrino; la scala, una
2838 1, 2| distinguenti, tra due chiavi diverse, la maschia e la fèmmina…
2839 3, 2| maniera da soddisfare a dieci diversi palati, stappava in un colpo
2840 3, 3| più in casa.~«Eh! ci si diverte, la sera,» egli rispose
2841 2, 3| la tazza. E allora io mi divertìi ad aggiùngere, che, trattàndosi
2842 3, 3| Or, chi direbbe che si divèrton coloro, a quel verde tappeto
2843 int, 1| priore della dottrina che si divèrtono a bacchettare una fila di
2844 2, 4| con uno che non potesse divìdere meco se non il puro peccato,
2845 int, 1| pittore, che in nove parti tu dividessi il mio foglio, cioè in una
2846 1, 8| in tenuta di ùssero, che divideva col Cristo e col vaso l'
2847 1, 7| bicchier suo, amàbile errore, o dividi con lui un'ala di quaglia,
2848 3, 3| sera e fà gli onori di casa divinamente. È vecchia, ma non t'accorgi.
2849 mar | immoralità. Se le leggi divine impòngono, se le umane favorìscono,
2850 int, 1| fetta che il macellajo ha diviso, quel dì, dal medèsimo bue,
2851 int, 1| in quella lunga corsìa, divo Rocho dicata, dove — in
2852 mar | vostro profitto le leggi, divorziàndoci ignominiosamente (consulta
2853 1, 1| contessa.» «Basteranno allora dix francs. M'impresti il suo
2854 3, 6| Novara, ossìa il premio della docilità, storia patria,, L'insalatina,
2855 mar | dello scaltrito in que' docks di pensiero che si chiàmano
2856 1, 2| scrittori hanno comune coi doganieri, di frugar dapertutto, noi
2857 2, 2| che cosa? perché la pregài dolcemente di èsser più amica alla
2858 3, 2| conflagra, ¡e che fiamme! quella dolciaccia che già sorbiva dormitone
2859 2, 7| nella miseria, benché alla dolentìssima aria ed all'àbito nero si
2860 1, 3| i baldi garzoni cui già doleva il ginocchio, soccorsi provvidenzialmente
2861 1, 9| monumento~sorridendo al Dolor...»~ ~Lola non è rossa per
2862 2, 2| Concedi che si ragioni?» gli domandài. ~Fiore acconsentì con il
2863 3, 5| Santo dei mille dolori, domandàndoci insieme le càuse della moda
2864 mar | battimani che mi farebbe domandar con Focione: ¿sy dé pou
2865 sin, 1| avrebbe tanta impudenza di domandare, per grazia, a un panattiere
2866 2, 1| picchiare al suo uscio per domandargli pareri buoni, ch'egli accordava
2867 3, 8| i nostri tiranni non ci domàndino, supplicando, di èsserci
2868 1, 5| Azzolino?»~«¿Vuòi una chicca?» domandò blanda l'amica, disaccocciando
2869 3, 10| che dormiva fra due per domarsi la carne. Nè davvero comprendo,
2870 1, 2| che mai illuminasse una domenica di primavera. A nembi cinguèttan
2871 2, 3| di un Francescano ad un Domenicano, odio che la continua società
2872 2, 8| di stalla; e però i suòi domèstici èrano gente atticciata,
2873 1, 1| grave che non voleva mutar domicilio compromettendo la sua emèrita
2874 1, 10| steso, inùtile pompa, un dominò azzurro, una donna ai confini
2875 2, 5| vàlgane il triplo; mentre il donarsi di un'altra salderà le partite
2876 3, 4| scapellotto» o coi biglietti donati, quando però la signora
2877 1, 1| comandi, contessa.» «¡Allons donc, de la musique!...» «¿ Voulez-vous
2878 2, 7| penne, tutt'e trè d'oca, dòndolano e strìdono a un lungo scrittojo
2879 1, 9| prèmono in sù il nasettino o a dondolarla nella sèrica culla, canterellando
2880 int, 1| uomo, non soglia su cui non dòndoli il suo. Sbotta la gente
2881 1, 1| azzeruole e bottoni, con un bel dòndolo in mezzo, e dentro il portrait
2882 2, 1| ascolto a chiunque. ¿Che più? Donizzetti muor scemo; smidollato Raffaello,
2883 3, 5| servitù a Sua Eccellenza donn'Elda, e ringràziamela tanto
2884 mar | che segnò quèi ritratti donneschi è rotta per sempre. Bene
2885 1, 1| guardarobiera, una di quelle donnette dall'affacendatìssimo ozio,
2886 1, 4| altr'anno. ¡Una assài bella donnina!»~«¿Bella?» interruppe Colomba,
2887 3, 4| tutta compresa in un solo donnino alto una spanna! Sono rapa,
2888 int, 1| come uom dice, il più bel dono del cielo, sarà l'arte migliore
2889 mar | anzi orgàniche. Difatti, le doppie porte per le quali le sensazioni
2890 2, 2| abbondanza, il tuo, dirèi, dorar l'oro. E la fiducia mi tiene
2891 1, 8| a olio con molta cornice dorata e stemmata, ma era un ben
2892 1, 10| come una càmera, mentre due dorate poltrone ed un tàvolo dal
2893 3, 6| rappresentante in bronzo dorato la nàscita della Poesìa
2894 1, 7| un po' bue? fèrmati alla doratura: addossa alle bestie che
2895 1, 2| qual di magnolia, del suo dòrico viso, aggiungeva altro pallore,
2896 3, 6| versi infantili, April dolce dormir, madrigali e stornelli,,
2897 3, 5| Non altrimenti potresti dormirla sì spesso in anticàmera,
2898 1, 1| cruna, occhi che non hanno dormito. Sopra la sponda della finestra
2899 3, 2| dolciaccia che già sorbiva dormitone da rè (ahi! la falsa metàfora)
2900 1, 2| ad una delle finestre del dormitorio, le quali asolàvano, spalancate,
2901 mar | sono ùtili, basta sapere dosàrseli, cosicché l'arte della salute —
2902 3, 1| invece risposte che sono dosi di digitale. Vògliono che
2903 1, 1| rappresentava, nel secentista dossale, uno sculto pavone spiegante
2904 3, 8| giunga tale parola alle dottìssime orecchie di donna Apollonia
2905 3, 8| Costèi è l'azzurra, la dottoressa della camarilla — di quelle
2906 3, 8| conferenza che la illustre Dottrice terrà intorno alla più ardente
2907 2, 10| ad aver fama di vèrgine dove' partorire. Finalmente donna
2908 2, 5| sinistramente compunto, che non dovendo aver moglie ha marito, o
2909 1, 5| lungo andare, annoja; quel dover èsser di tutti, fuorché
2910 3, 5| sarebbe costretta da più sacri doveri a cancellarti dal suo servizio
2911 2, 2| se non giusto nell'ora di doverla lasciare, non laureàndosi
2912 avv | dalle prime parole — di doversi ad un tratto, dinanzi all'
2913 2, 2| amico un musetto, che parèa dovesse gnaulare, fisàndolo cisposamente.
2914 3, 1| Vojaltri andate pure a dormire. Dovete èssere stanchi. Il maggiore
2915 1, 4| inaspettatamente roca, che io dovetti sostare un istante, cercando
2916 1, 6| là su quel letto che ti doveva èssere vita, indifferente
2917 3, 5| segni i quali in orìgine dovèvano forse rammentare la croce) —
2918 1, 5| sogguardarsi con compiacenza il doviziosìssimo seno. «Ma tu perdona,» aggiunse, «
2919 2, 4| se è il diàvolo anzi che dovrà farmi il corredo! ¡O credarella,
2920 2, 5| intonso, quando, per lèggerlo, dovrài tagliarlo egualmente? Anzi,
2921 3, 2| spendiamo pel cuoco quanto dovrèbbesi in cibo, mangiando in gran
2922 1, 3| vince ogni stufa, permeava dovunque. A tratti, i vitrei gocciolotti
2923 1, 6| Eccellente creatura! l'avèan dovuta a forza staccare dal babbo,
2924 mar | tempo — parlo sempre del non dozzinale lettore ossìa dello scaltrito
2925 3, 8| centinajo di romanzi e di drammi sanguinolenti come la carta
2926 3, 8| èccola in càttedra. La si drappeggia oratoriamente lo scialle;
2927 fin, 1| tale odore, i capelli mi si drizzàrono impriapiti e mi trovài sbottonato.
2928 1, 2| Chiese, e la mano di lei si drizzava ad una biancheggiante ajuola,
2929 3, 4| schiettamente, classicamente «drogaja» da innamorare i fedeli
2930 mar | di letterato o banco di drogherìa, da qual latrina di gazzettiere
2931 3, 4| màssime oggi in cui il droghiere si atteggia a speziale e
2932 3, 6| lor crìtici... — finché, drusciata timidamente la palma sull'
2933 2, 9| Per molti la cena è ancor dubbia, e chi conosce la pesca
2934 1, 3| pendolo del caminetto, e già dubitavo di raggiùnger la fine del
2935 3, 9| Napoleone e sé stessa. Non dùbito, vivrebbe ancora, se il
2936 2, 8| Borromèo mercante. Ma un ducale armellino può celare ogni
2937 3, 5| semi-sbiadito di passamani ducali.~«Avanti, figliuolo caro,»
2938 3, 1| quell'ufficiale una nomèa di duellista; e quì tu impara, o poeta,
2939 3, 6| effeminatori si chiamàvano arie, duetti, terzetti e vievìa. E, naturalmente,
2940 3, 2| questo è «l'adagio» del duettino a suon di forchette e di
2941 fin, 1| Villanova ut mùlier hàbeat dulcèdinem — et caetera. Ma il mago
2942 3, 3| migliajo di lire...»~«Me ne duole,» osservài a fiore di labbro.~«
2943 2, 2| gli ribattèi, «¿te ne duoli?... O amico, meglio così.
2944 1, 5| pressosa la marchesina. «Duolmi di non poter stare quì molto
2945 | durante
2946 2, 10| che gli occhi non pônno durarci più aperti e che i mièi...
2947 2, 3| per poterlo, il digiuno, durare sino alla fine. Ma nulla
2948 1, 5| officiale di cavallerìa potrebbe durarla, giocando con una vecchia,
2949 2, 9| ci guadagnasse, perfino a durarti fedele, non potrebbe ciò
2950 sin, 1| còdice inscritti ben più duraturo del granito e del bronzo, «
2951 2, 3| econòmica risoluzione, che già durava, quand'egli me la narrò,
2952 1, 7| col broncio): ma io non ci durerèi...~Signora Bettina: ¡auf! ¡
2953 mar | avvenire. La votazione per la durèvole gloria di un artista non
2954 1, 9| tanta piuma ogni passata durezza e gli fà insieme squadrare
2955 3, 5| tàgliano fuori i peccati più duri. ¿Com'è dunque, che questo
2956 1, 8| casa ai 35 Réaumur, è pur duro! Si die' a inanimire a palettate
2957 2, 6| come a dire: ¡pur troppo!~«Ebbè, in compenzo...» e lì parèa
2958 mar | grottesca e contraddicèntesi non èbbero Dante e il Burchiello.~¿
2959 | ebbi
2960 2, 2| dimando io, persuadere ad un ebbro la sobrietà? ¿come provare
2961 2, 1| Agonizzante ei s'aggira, gli occhi ebetiti, le labbra schiumose, barcollando
2962 mar | di fuoco che guidava gli ebrèi — luminosa,, comparso il
2963 2, 6| sulla punta del naso, nell'eburneo sorriso dei denti, dardeggiàvano
2964 3, 8| converta in un trìpode d'Ècate! ¡che la virtù dei fiammìferi
2965 2, 10| quell'Orrendo che àbita eccelso in silenzio. Se le lasciàrono
2966 mar | ciò a coloro che per gli eccessivi riguardi contro le infreddature
2967 2, 5| scucite, le avvelenate, le eccètera? Il dizionario par fatto
2968 | eccetto
2969 3, 8| pùbblica, cui è dovuto se l'eccezione della miseria divenne un
2970 2, 6| risposto un bel no.~«Ah, ècchete, brutto porco!» ella gridò,
2971 2, 5| il tabacco, l'azzardo, l'eccidio e altrettali virtù. Ché,
2972 2, 9| accanimento di prima. Fùrono a eccitar l'appetito con cibi che
2973 3, 2| Zèfiro poi dal buon successo eccitato, ingollava bocconi strangolatòi,
2974 fin, 1| canghe cinesi, spàzzole eccitatrici, ficulnei prìapi, fàscini
2975 | eccola
2976 3, 8| arcobaleno smontato.»~Ed èccola in càttedra. La si drappeggia
2977 int, 1| notte a' mièi spettatori! èccoli addormentati. Felici loro
2978 2, 6| giuro, dalla Brianza.»~¿Eccome no? Non era lì a funestarlo
2979 fin, 1| Stàel la letterata... ed èccone uscire uno stormo di papagallini
2980 mar | giòvine, di gioventù, ed èccovi La desinenza in A. Se la
2981 mar | bottoni che t'abbiamo cucito?» echeggia ochinescamente un coro di
2982 2, 9| così-detto tempio dell'Arte, dove echeggiàrono appena le melodìe di Rossini
2983 3, 8| Ella taque e un battimani echeggiò. Da ogni parte si accorre
2984 3, 8| Sofonisba Altamura se ne era eclissata, forse a cangiare l'ideale
2985 1, 8| sue trè, del pudore, dell'economia, dell'òrdine! ¿Òrdine? ¡
2986 2, 3| applaudìi di gran cuore alla sua econòmica risoluzione, che già durava,
2987 1, 7| conticini, confìdagli le tue economiette (ché le confidenze sono
2988 3, 3| crèdono, quali polìtici economisti, che soltanto nei cenci
2989 2, 10| badessa non ne par troppo edificata. Trae dal canterano un registro
2990 3, 8| petrolio e lo sfasciarsi degli edifici e l'urlo di chi s'affoga,
2991 mar | a formare un letterario edificio. Interamente quindi perduto,
2992 sin, 1| saputo pescarsi un grazioso edifizio a due piani e senza botteghe,
2993 mar | bonghiano, hai tù, mio temerario editore, saputo salvarmi questa
2994 mar | arricchire meno le case editrici che la letteratura. Il pùbblico
2995 3, 10| de' fiori meglio di una educanda e la modìstica terminologìa
2996 2, 3| idìllica semplicità!) «Voglio educar Cherubina, per poterla poi
2997 3, 10| altro uomo, ed io aggiungo, educarlo. Scioli ha sì moglie, non
2998 3, 2| cappello, e la dama, bene educata anche lei, gli rese con
2999 1, 2| saprèbbero dare. Tante le ivi educate, quante le ben maritate.
3000 3, 3| dopo vent'anni di càrcere educativo in un collegio gesuita,
3001 mar | meritèvole e con sollècito amore educato, non cessa di crèscere e
3002 3, 8| interdirci ogni esercizio educatore dei mùscoli, quell'obbligarci,
3003 1, 5| ad una maniera. Non hanno educazione. Vorrèbbero quasi èsser
3004 3, 6| Rossini e Bellini e simili effeminatori si chiamàvano arie, duetti,
3005 3, 5| delle gloriose catene, donde effèrvono gl'indelèbili inchiostri
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