LA DESINENZA IN A
AVVERTENZA
In questo volume, oltre i sòliti, si adottàrono ex-novo
o si applicàrono in modo inconsueto i seguenti segni di interpunzione e
d'accentazione:
1° il «due vìrgole», altra pàusa secondaria, maggiore della
sèmplice vìrgola, minore del punto e vìrgola. Vedi, per la giustificazione di
questo quarto tempo letterario d'aspetto, la nota aggiunta alla «Colonia
felice», pag. 175 della sua ùltima edizione (Roma, Sommaruga, 1883);
2° l'«accento grave», che, seguendo la regola di Carlo
Cattaneo, già seguita da Pàolo Gorini e da altri, fu impiegato a segnare tutte
le parole non solo tronche (precipitò) ma semitronche (precipitài) nonché
sdrucciole (precìpiti), bisdrùcciole (precìpitano) e trisdrucciole
(precìpitanosi). Le parole senza accento dèbbono quindi considerarsi come piane
(precipitare) o semipiane (precipuo).
Dell'accento acuto non s'è fatto caso, ritenendolo superfluo;
né si adoperò il circonflesso che a semplice indicazione delle parole sincopate
(raccôrre per raccògliere);
3° il doppio punto interrogativo od esclamativo, ossia
antecedente e susseguente la frase (es. ¿Mi amerài? — ¡ Vatti a far frìggere!).
E ciò sul sistema spagnolo, a nostro avviso, utilìssimo per evitare a chi legge
a voce alta — màssime nei perìodi lunghi in cui la domanda o la esclamazione
non apparisce chiaramente fin dalle prime parole — di doversi ad un tratto,
dinanzi all'impreveduto punto di ostàcolo, arrestare per così dire col pie'
levato fuor di equilibrio. Si obedisce però al vecchio uso in quelle frasi che
comìnciano con parole od interiezioni che sono già per sé stesse esclamazioni
od interrogazioni (come ah!, oh!, deh!, ecc.).
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