Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Carlo Dossi
La desinenza in A

IntraText CT - Lettura del testo

  • LA DESINENZA IN A
    • ATTO PRIMO
      • Decima ed ultima Scena.
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

Decima ed ultima Scena.

 

E in quello scuro, in quel tanfo tra l'ospedale e la profumerìa, entrò, sulla punta de' piedi, una siloetta di donna, che, aperte spilorciamente le imposte, die' un filo di sole a una stanza di quelle, le quali, come certe serve di prete, sèrvono a tutto. Poiché se il lettuccio, rimasto nella penombra, ce la presentava, in sul primo, come una càmera, mentre due dorate poltrone ed un tàvolo dal vanitoso tappeto ma a strappi (strappi malenascosti dagli sparsi romanzi e dai figurini di moda) ce la volèvan piuttosto infinocchiare per sala, un fornelletto sotto il camino e trè o quattro pajoli tentàvano di tirarne in cucina e ci sarèbber riusciti, senza due ferri a stirare sullo stesso fornello e un'impiccata di sottanini, e un mucchio, in un canto, di biancherìa sùdicia, che ci sviàvano invece in guardaroba. Da una pianta poi di Parigi incollata su 'n uscio, già si poteva sospettare di èsservi, ma il dubbio diventava certezza, scorgendo, presso, una imagine del Sacré-Coeur, con dinanzi il suo lume, acceso in un ex-orciuoletto d'Injection-Brou.

«Chantal, quelle heure est-ilchiese dal letto una debolìssima voce.

«Deux heures, madamerispose, dalla finestra, madamigella Chantal, cioè una càndida cuffia e un bianco grembiale a petto, con entro una vecchia senza sguardo e gialliccia, che aggiunse untuosamente: «monsieur le curé va venir...»

«Ouvrez tout à fait... je vous prie

Madamigella spalancò affatto le imposte, e la luce, invadendo ogni àngolo, pinse in una pòvera cuccia, sulla quale era steso, inùtile pompa, un dominò azzurro, una donna ai confini della gioventù e della vita, cavernosa la guancia, la pupilla appannata, di una faccia peraltro che nuova non ci giungeva ma che avremmo penato assài a raffigurare se alla memoria non ci fosse soccorso un conto di sarta, che fra biglietti di pegno e lèttere spiegazzate posava sul comodino, e per indirizzo recava «à madame la marquise Iza Millerose di Garza

«Mon miroir...» labbreggiò la malata.

Madamigella Chantal, sempre con quel suo far dignitoso, che parèa dire «a Parigi si serve per passatempoandò a tôrre alla pettiniera lo specchio e lo presentò alla marchesa.

La quale, miràndovisi:

«¡Bon Dieu, que je suis chiffonnèe!... ¿n'est-ce pas? Prenez garde, que monsieur le curé n'entre soudainement. Oh, mon pauvre chignon! Chantal, arrangez le moi, je vous prie,» e, intanto che l'infermiera gliel rassettava, «¿ne vous semble-t-il pas, qu'une petite boucle à l'espiègle me siérait bien sur le front?... Placez-la moi à gauche, ici,» e accennava alle tempia con la trasparente manina cui èran già gravi i pochi anelli rimasti, «C'est ca; en m'entourant ensuite les cheveux avec un ruban rouge... Mais non, tenez... J'ai trop mauvaise mine pour le rouge. Un ruban jaune ira mieux... Et...» E quì, all'inferma, dopo due o tre inùtili prove, riuscì di levarsi un po' sulla vita, aiutata dalla Chantal, che poi le copriva di un ricco accappatojo le spalle, o piuttosto gli involontari pizzi e ricami della camicia. Ma, troppo lo sforzo; e la inferma velò la pupilla in un mezzo deliquio.

«¡Le curé de Sainte Croixannunziò una servetta, apparendo alla soglia.

Isa rinvenne.

«Attendez...» sclamò, riunendo in un ùltimo lampo quell'io che le si andava spegnendo. «¡Mes gants, Chantal!... ¿ sont mes gants

«Les voicirispose la vecchia, porgèndogliene dalla canteriera un pajo (che Isa lasciò tosto cadere) e fece con un sogghigno: «¿Notre Seigneur, peut-il entrer à présent

«¿ est mon miroir?... ¿Comment me trouvez-vous? Trop pâle, n'est-ce pas? Pour l'amour de Dieu, Chantal, passez-moi sur les joues du rose-Pompadour... et un peu d'émailline aux lèvres... Merci, Dieu vous le rendra... Laissez-moi voir,» e si guardò nel pìccolo specchio che avèa potuto raccôrre ella stessa, ma per fortuna non vide lo spettàcolo orrendo di un dipinto cadàvere. «¿Comment me trouvez-vousripetè mormorando quasi tra il sonno e la veglia. «Suis-je en ordre pour le bal? êtes-vous mes amis?... ¡Dio! non rapìtemi il sole. Il bujo sòffoca,» e lo specchietto le sfuggì dalla mano. «¡Perdo il chignon!... Mamma... il chignon...» e con un profondo sospiro, Isa piegò sulla spalla il capo, torta la bocca.

Calmissimamente, madamigella Chantal le tolse di dito gli anelli.


 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License