Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Carlo Dossi
La desinenza in A

IntraText CT - Lettura del testo

  • LA DESINENZA IN A
    • ATTO TERZO
      • Scena quarta - ¡Amico!
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

Scena quarta - ¡Amico!

 

¡Amico!

 

¿hai mille lire di più? Se non le hai, tralascia pure di lèggere questa mia e fanne un'oca pel bimbo; se sì, abbi pazienza di arrivarne la fine, ché forse me le presterài.

«¿Come?» io ti sento esclamare. «¡La selva chiede ombra al deserto, la torcia al mòccolo cera, aqua il pozzo alla secchia, sale il mare al postajo!» Così è, caro. Da Mida in poi, non fu ricco più di miseràbile.

Ché tu già sai con qual madre mi abbia punito il Signore... mio padre. Straricca di casa sua, la potrebb'èssere quanto moltìssimi dei così-detti signori pàjono; potrebbe avere cavalli, palchi, palazzi, villeggiature e fare insiem pentolino. Eppure, no. Ella è ancor , affaticando per mantenersi nella miseria, dalle quattro della mattina (quasiché indispensàbile alla levata del sole) fino alle nove di sera, da quando impugna la scopa a quando smorza la lampaduccia di puzzolente petrolio — in mezzo a quel suo fòndaco antico dove ogni cosa è fuor-moda salvo la lucromanìa, tanto antico che la mostra dai pìccoli e tòrbidi vetri divenne un reticolato di piombo e la ditta, cèlebre già fra i ragazzi della contrada per le sue pitture a olio e per i pènduli pacchi delle finte candele alternati coi lignei pani di zùcchero, s'è fatta un sol nero più meno delle due effigi del turco e del cioccolatiere, emèriti portinài; è ancora, dico, fra i barili di Màlaga e le casse di melarance, fra l'odor del sapone e della noce moscata, a quel banco, dove, cinquanta e più anni , assisteva presso sua mamma (altro diàvolo di traffichina) al far-su dei cartocci e degli avventori; è con quel suo viso scaltrito, color caffè Portoricco, rugoso al par di un fico di Smirne, dal nasetto fiut'aria, dai piperini capelli e dai mobilìssimi occhiucci, vendendo sempre al minuto per guadagnare all'ingrosso, rubando colle bilance e le fròttole, dividendo poi ne' riposi i nuovi quattrini dai vecchi, destinati quest'ùltimi a chi avanza da lei — in una perpetua ostilità col pòvero galoppino che più non règgersi per le troppe facende e il sottilìssimo cibo — eppure, intascando, a suo mezzo, le mance serenàndosi in volto, nelle più ìntime gioje del gabbolare, che quando o un domèstico parte con una libbra di ùndici once o un bimbo con una «pralina» di meno sulle sei comperate.

Come del resto, con tuttociò, non sfòllino i suòi clienti ti parrà forse un enigma. Pare, te lo confesso, anche a . Non vi ha infatti bottega dove si paghi più caro uno più scellerato servizio. Madama, inoltre, non mai un regalo un aggiuntino a qualsisìa avventore, e neanche quanto men costa e talora più vale, una parola graziosa, anzi, non appena ciò possa, contraddice ed insulta. Pur tuttavìa, ¿che vuòi? La insegna del Battistone è antichìssima, assài più di molti blasoni; i figli v'han sempre accompagnato i pappà; fu sempre dessa la strada; e la stessa apparenza del fòndacomàssime oggi in cui il droghiere si atteggia a speziale e lo speziale a dottore, mentre il dottore vuol spacciarsi a filòsofo, come questi a teòlogo e quest'ùltimo... a Dio — la stessa apparenza, dico, del fòndaco è sì schiettamente, classicamente «drogaja» da innamorare i fedeli delle cose men nuove, che fanno i due terzi del mondo. Al che aggiungendo la fama di un incrollàbile crèdito e la medèsima zoticherìa di colèi che stà al banco riputata da molti «un'onestà legata alla rùstica», cominceremo tant'io che a sgroppire l'enigma, sciolto poi se si osserva come la nostra signora commetta le sue infedeltà così in buona fede così onestamente, da frodare al frodato anche il diritto del lagno.

¡E pazienza fin quì! Basterebbe ch'ella lasciasse l'avarizia — questo legìttimo furto — in bottega, e risalendo negli ammezzati dimenticasse di èssere inscritta nell'albo dei commercianti, per ricordarsi di èsserlo in quello di un più gentil sesso. Ma, signori, no. Chiude le imposte del magazzino ogni sera, non quelle della cupidità. A sentir lei, màncale sempre quel tale soldo per quella tal lira,, però non dice che lira di che migliajo; e, non potendo altrimenti, mentre a tutti del ladro, ruba a noi, a sé stessa.

E, davvero, chi viene a trovarci la prima volta è quasi tentato di menar buona a mia madre la sua eterna querela di povertà. Tu invece vedrài, se ci vieni, come dai ricchi s'impari a fare il pitocco. Quanto da noi non è rotto, è sconnesso. Un mòbile pericolante, piuttosto che incomodare il suo sangiuseppino chirurgo, lo si getterebbe sul fuoco, come, piuttosto che consumarla, si lascia consumarsi la roba. Vedrài la cucina far quel terrore che ti dovrebbe la farmacìa, minacciàndoti il rame verdìssima morte, ragione per cui no 'l s'adopra; vedrài, anche in sala, ammucchiettarsi la spazzatura, ché, ¡guài chi la tocca! finché la padrona non l'abbia inventariata col cribro. Difatti, nel di lei catechismo di economìa domèstica leggo fra l'altre gemme, che «ogni cosa vie' a taglio come l'ugne per l'aglio» e che «massaja derivò da ammassare.» E così, ella tiene socchiave un vero refùgium peccatòrum, una raccolta di tutte le brice beccate-su in casa o in istrada, dalle teste di chiodo ai gocciolotti delle candele, dai fiammìferi usati ai suggelli di ceralacca, dalla cènere degli altrùi focolari alle penne che le rèstano in mano nel contrattare i non comprandi pollastri.

¡Pensa poi agli uccelli di questa gabbia malprovveduta! Non che si pretenda al pinocchio, al superfluo: — già si che per noi la campagna è il giardino municipale e che il teatro non ci si apre se non nell'«ora dello scapellotto» o coi biglietti donati, quando però la signora non li abbia potuto esitare; quello che manca è il miglio. Oh vedessi le cere di babbo, della mia Bea, del nostro Brogino e della così-detta servitù, tutta compresa in un solo donnino alto una spanna! Sono rapa, son sego. Poiché de' capponi di sopraffitto non ci fan sangue che quelli morti, invenduti, d'inedia, come del manzo domenicale non conosciam che la giunta e della làuta cantina il sol pozzo. Ma, anche su ciò, la signora ha i suòi bravi aforismi, che cioè «il vino, quanto più si vecchio, tanto più si buono, mentre, se lo si beve, più non diventa l'uno l'altro» e che, del resto, «grassa cucina, malanno e medicinaRaro intanto, quel , in cui ci si levi di tàvola con il ventre men stretto di quando vi ci sediamo. Essa ha bel ingozzarci di pane raffermo, ha bel condirlo di strapazzate; si mangia sempre, colle posate di argento, fame.

alla mancanza dell'interno calore compensa almeno l'esterno. Siamo oggi alla metà di gennajo. Giurerèj, che i nostri termòmetri, messi all'aperto, accrescerèbbero di qualche grado; tanto che a volere scaldarsi ci è necessario aprir le finestre od uscire di casa. ¡O fornài, o carbonài, o ànime del purgatorio felici! Ma quì mi avverte la casalinga mia madre che «il miglior modo di conservare su di un camino la legna, è quello di non accènderla o di spègnerla tosto» aggiungendo, che «con un sì sèmplice mètodo, senza mai spesa di spazzacamino si ovvìa ad ogni perìcol d'incendio

E ¡guài se suo marito, mio babbo, osa non èsser contento! ¡Apriti cielo! «Staremmo freschi se lei non ci fosse. ¿Chi la ricca? ¿chi la padrona? ¿chi l'avveduta? lei, tutto lei. ¿Che sono mai gli Amaretti a confronto dei Cornabò? regolizia paragonata col zafferano.» Allora, babbopòvera pesca spiccatoja — già assuefatto a ubidirla fin da quando pativa da ragioniere sotto il Gian Battista padre di lei, e che, mercè il matrimonio, venne a trovarsi in uno stato di minorità — ¡sùbito buci! — riempie la pipa con un quattrino del giornaliero due-soldi di tabacco in corda e ritorna, se è di lavoro, al mànico del macinino del Moca o a crivellar la scoviglia, e se è festa a lèggere il suo giornale di quarta mano, che gli descrive i vantaggi del quarantotto e della cacciata degli austrìaci, o a giocar degli a-solo di cartecarte che si dirèbbero fette di lardocompesando lo spasso con il mollo di pane che, nelle solennità, gli largisce madama a pulirle. E se io piglio talora le difese di babbo, ella mi sguarda con sprezzo, dicendo: «tu versiCopiar rògiti, per lei è già poesìa. Sì che alla sera il borsello di bile mi si gonfia talmente, che, disgraziato, se non avessi una moglie sulla quale sfogarlo. E la moglie, a torto garrita, sintetizza il proprio rancore in una ceffata al Brogino, che se ne vèndica tosto sul cane... che saldar tutti i conti dal gatto.

¿Arricchisce dunque per chi, questa donna? Per lei, no di certo. Assidua la flagella miseria, frutto della piena cassa. Ella raduna denari all'ùnico scopo di numerarli, e a chi le dice che la moneta è tonda per còrrere, risponde che è pure piatta per mètterla in pila. E nemmeno arricchisce pel figlio, salvoché creda che i figli nàscan soltanto dopo la morte dei genitori, nel quale caso (¡alla disperazione sia perdonata la sincerità!) m'àuguro di nàscer presto.

Ma la morale di tuttociò, sòmmala tu. Io mi sono al maggiore de' grattacapi. Brogino mio cresce a galoppo in statura e ignoranza, due mali che invòcano àbiti e libri. Bea intanto, la moglie, stà compilando la sua seconda edizione, benché dalla faccia già ti parebbe nei quaranta ; quindi abbisogna di medicina e cucina, altre due cose che còstano un occhio. Ma il compassionèvole udito di babbo risponde a vuote saccocce, mentre la sordità della madre è troppo fondata sul raziocinio per mai sperarne la guarigione. Trattàndosi poi della nuora, se pur ci sentisse, non ammorbidirebbe neanche il «no» col «mi spiace.» In casa mia, suocera e nuora fanno concerto come il parlar di Bèrgamo e il toscano, come Gesù ed il papa, come la legge e il regolamento in Italia. — E però, chiedo a , quanto mi nega la madre e mi òffrono gli usurài. Mìnimo è il rischio. Io sono ricco — già il sai — anzi, ricchìssimo. Prestami mille lire.

Il tuo sempre

Bindo Amaretti.


 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License