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Prima di coricarsi don Giuseppe
scrisse alla marchesa Nene la seguente lettera:
Ottima signora Marchesa,
abbiamo deposto la diletta Sua
nel campo di riposo che il santo, gentile desiderio di lei nominò. È stato un
momento solenne. Il campo, la gradinata che vi sale, l'angusta via di sotto
eran gremiti di gente silenziosa, commossa. Io dissi alla Eletta del Signore
poche parole come seppi, nel nome di noi ch'ella precedette nella morte, e nel
nome di coloro ai quali ascese come una pia figliuola. Vidi la gente piangere
per la pietà di questa giovine sconosciuta che ha scelto il loro umile
Camposanto a sua ultima dimora e anche per l'affetto che tutti qui portano
ancora alla memoria delle persone che le sono vicine in terra come nel cielo.
Il luogo è bello, fra viti e ulivi, presso alla riva del lago. Il cielo sereno,
il lago tutto lucente nel vento estivo, il gaio stormir delle frondi parevano
dirci di non piangere perché la nostra morta era nella gioia immensa della
visione divina. Ricevetti oggi la Sua lettera. Creda che io stesso accolsi con
certa diffidenza l'annuncio del proposito concepito da Suo genero di uscire dal
mondo per abbracciare uno stato di assoluta povertà e penitenza; né penso aver
mancato al mio dovere di consigliargli riflessione, preghiere, paziente attesa
di una conferma della divina Volontà. Le confesserò pure che forse, posto il
suo ingegno, la cultura, la condizione sociale e questo inatteso ritorno alla
fede cristiana che Iddio ha occultamente disposto, io avrei desiderato da lui
un'attiva partecipazione alla vita pubblica, anche per il bene particolare di
questa nostra povera patria. Ho presto conosciuto incrollabile la risoluzione
del signor Piero, né sarei ora sicuro di fare, combattendola, opera buona. Egli
è impazientissimo di recarla ad effetto e io accettai ch'egli mi cedesse la
proprietà de' suoi beni perché ne disponessi secondo le sue intenzioni. L'atto
fu rogato dal notaio di qui oggi stesso, e il signor Piero mi darà domani in
iscritto le istruzioni che mi ha, del resto, già fatto conoscere a voce. Forse
domani mi dirà pur qualche cosa circa la sua partenza di qua come circa
l'Ordine religioso che avrà scelto. Fino ad ora non ho potuto penetrare affatto
nulla. A rigore, neppur potrei asserire ch'egli abbia il proposito di entrare
in un Ordine religioso. Comunque sia, le disposizioni del signor Piero, certe
sue oscure allusioni all'avvenire che Le riferirò a voce, e sopra tutto il
grande dolore, gli eventi mirabili ond'è nato questo mutamento, mi fanno
sperare, ottima signora Marchesa, tale un frutto dell'afflizione Sua che Ella
ne debba dar lode a Dio per vista come di tutto che Le accade gli dà lode per
fede; tale un frutto che dissipi certi giudizi e sospetti e timori circa il
carattere del fervore religioso di Suo genero pervenuto sino a me e, secondo la
sapienza del mondo, non del tutto infondati nelle parvenze. A
fructibus eorum cognoscetis eos. Iddio continui a benedirla di santi
pensieri e conservi a noi lungamente chi tanto ci riflette della sua luce e
della sua pace. Domani celebrerò in suffragio della Sua Elisa.
Devotissimo Don
Giuseppe Flores
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