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IV.
E appunto tre anni dopo l'arrivo dell'inglese a Settefonti, una bella sera di aprile si erano incontrati al Muraglione, il canonico Medulla e il sindaco con altri galantuomini del Casino.
- Ve lo dicevo, signor canonico? Costui ci darà una bella lezione!
Ma il canonico era fisso più che mai nella sua diffidenza.
- Tra una settimana avremo la festa della inaugurazione. Siete stato invitato?
- Come tutti gli altri. Io però non mi mescolo con protestanti. Sono pecore rognose, e la rogna è un contagio.
- Ma che c'entra qui la religione?
- C'entra. E ora che vengono le donne, più protestanti di lui... Ha una figlia, lo sapete? Nessuno mi leva di testa che i denari spesi là non siano quattrini della setta. Ne inventano d'ogni sorta per far propaganda.
- O se l'inglese non ha parlato mai di religione!
- Benissimo; è l'arte fina dei protestanti! S'insinuano, s'insinuano... Ecco: mi sembrate già mezzo protestante voi, cavaliere; scusate. Ha fatto rizzare pure una cappella laggiù. Che bisogno ce n'era? Settefonti ha trenta chiese, trenta!
- Anch'io ho la chiesetta a Sabattino, per la messa, quando siamo in villeggiatura - disse uno dei galantuomini, ridendo.
- Ah! Per la messa. Ma, avete sentito dire finora che l'inglese abbia fatto celebrare una sola messa laggiù?
- Se vi chiamasse per celebrarla ogni domenica, non sparlereste.
- Non sparlo io, dico la verità. E, in quanto ai risultati, vi ripeto: Datemi tempo! Eh? Vuole insegnarci a fare il vino? Ma sappiamo farlo meglio di lui, e di uva schietta. Farà degli intrugli e discrediterà i nostri vini costui. Fa burro e formaggi... di latte di vacca! Avete mai sentito dire che si facciano formaggi col latte di vacca? Farà formaggi che inverminiscono in due giorni. Se gli inglesi sono porci, da preferirli al nostro piacentino, al nostro caciocavallo, peggio per loro. Che è mai quel suo burro? L'ho assaggiato; cosa insipida, cosa da medicature, se mai. Oh! Vedremo i suoi olii. Per questo ha comprato Pennino e Santa Barbara, che hanno boschi di ulivi. Strettoi di ferro, o di acciaio, che so io? E la ruggine? Non guasterà gli olii? Don Paolo Conti, che ha voluto provarli questi nuovi famosi strettoi, vi ha rimesso mezzo patrimonio ed è tornato all'uso antico. E poi, chi troppo abbraccia, poco stringe, dice il proverbio.
Il canonico, fatta una dispettosa scappellata, era andato via.
Intanto, laggiù, sotto il sole, la vallata sorrideva, col vigneto, con l'agrumento, con le cascine bianche, con le vacche pascolanti su per le colline ora che e' era da brucare erba fresca sotto gli ulivi di S. Barbara. In cima a una collina, specchieggiavano due grandi vasche d'acqua per l'inaffiatura delle piante di limoni; e, più in là, con la facciata tinta in verde pallido, si vedeva il Cottage a un solo piano, dove sarebbe venuta ad abitare la famiglia dell'inglese, moglie, figlia e una cognata sorella della moglie, con due donne di servizio.
Il Sindaco e gli altri tre erano rimasti a contemplare, muti, quello spettacolo che loro sembrava ancora incredibile, quantunque avessero assistito, quasi giorno per giorno, alla rapida trasformazione.
- Il canonico è una bestia! - aveva poi esclamato il Sindaco. - Ma ci sono a Settefonti un centinaio di bestie uguali a lui. Protestanti! Che me n'importa, se fanno tanto bene? L'inglese è stato una provvidenza per Settefonti. Se c'è chi può lagnarsi, siamo noi proprietari che ci abbiamo visto mancare le braccia dei contadini, e abbiamo dovuto pagarli come li paga lui. Ma ora anche questo guaio cesserà; non occorrono più grandi lavori laggiù. Io non sono spericolato, come il canonico e tant'altri. Il mondo, infine, è di chi se lo piglia. Siamo curiosi noi! Don Liddu, per esempio, si è ingrassato a spese dell'inglese tre anni. Quasi tutto l'Albergo del Gallo era occupato da lui che vi aveva istallato i suoi uffici di amministrazione, lasciando appena una stanza per i forestieri, quando ne capitava uno. Ed ora che vede sfuggirsi questa mammella succhiata tre anni comodamente, Don Liddu piange e si strappa i capelli. Dice che è rovinato, perchè la clientela gli si è sviata, e già Maccarone gli ha preso il posto, con la Locanda della Luna là di faccia, quasi per fargli maggior dispetto. Che pretendeva? Che l'inglese rimanesse eternamente all'albergo? Egli ha laggiù un'abitazione da principe - posso dirvelo io che l'ho visitata - proprio da principe, da farci vergognare delle nostre catapecchie. Dovrebbe vivere con la famiglia all'albergo?... Sarà una bella giornata domenica prossima. Mezzo paese invitato; banda, fuochi d'artifizio. Pranzo per una settantina di persone... Verrà appositamente il cuoco di una gran trattoria da Catania... Alla faccia nostra! Sia! L'inglese, l'altra volta, ce l'ha spiattellato sul viso in Casino: - Potreste fare una Società, mettere insieme i capitali che tenete morti in casa, e chiederne altri al credito bancario, se non bastassero. La Sicilia diventerebbe un giardino; produrrebbe dieci, venti, cento volte più che oggi non dia. Invece, state qui in Casino, a morir d'ozio! Non ha forse ragione?
- Dovrebbe dare l'esempio lei...
- Non ne ragioniamo! È inutile!
Quando si vedeva messo alle strette, il Sindaco se la cavava sempre così:
- È inutile! Non ne ragioniamo!