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VI.
Il canonico Medulla amava di star zitto giocando a tressetti; ma il notaio La Bella lo provocava.
- Non me ne parlate, notaio!... Busso!... Vi dico che è affare di propaganda!...
- Fanno tanta carità!
- Carità pelosa. E vi sembra decente che una signorina vada e venga sola da laggiù in paese e viceversa?... Striscio!...
- Visita gli ammalati poveri, regala medicine...
- Che medicine? Le pillolette omeopatiche le chiamate medicine?... Infine, è forse medichessa costei? Stupido, imbecille il sindaco, e più imbecille e più stupido mio fratello il dottore, che non le intentano un processo!... Dobbiamo giocare, sì o no?... Io parlo da sacerdote cattolico. E anche da persona che bada agli interessi di tutti... Ecco, con questi discorsi, mi fate fare delle bestialità! Smettiamo! È meglio!... Vinco sei soldi.
E il canonico, buttate sul tavolino le carte, si levò da sedere per rimettersi il mantello e il cappello a tre punte posati sur una seggiola in un angolo.
- Voi ridete, notaio! - egli riprese intanto che annodava i due nastri neri attaccati al collare del mantello. - Ma il veleno protestante già lavora. Volete scommettere che presto sentiremo parlare di un matrimonio tra la inglesina e il figlio del Sindaco?
- Che male ci sarebbe? La ragazza è bella, è giovane, è ricca...
- Tutti gli sciocchi, scusate, ragionano come voi. E il cattivo esempio lo contate per nulla? Sposare una protestante!
- Come se i protestanti fossero diavoli!
- Peggio! Voi non capite niente; siete con gli occhi chiusi.
- Io veggo che fanno molte opere che noi cattolici non facciamo.
- Lustre! Lustre! Intanto l'inglese è venuto a prendersi i nostri migliori terreni... Fa la concorrenza ai nostri vini, ai nostri olii, ai nostri agrumi... Si arricchisce alle nostre spalle! Ve lo dicevo cinque anni fa? Sono stato profeta?
- Dicevate anzi il contrario! Le grillaie! Se le ha ridotte un paradiso, è tutto merito suo. Perchè non le avete comprate voi, o il Sindaco, o il Barone Lo Gatto, voialtri che tenete i quattrini sotto chiave? Domineddio dovrebbe farveli muffire!
- Io sono sacerdote; non posso fare il contadino, lo speculatore...
- Voi; ma gli altri?
- Non voglio entrare nei fatti altrui... Vinco sei soldi, non quattro.
- E due di cui sono in credito dell'altra volta...
- Fanno sei, avete ragione!
- Lupus in fabula - esclamò il notaio. - Ecco l'inglesina.
E dalla soglia della Banca, la salutò cavandosi il cappello.
Miss Elsa questa volta non era sola. L'accompagnava don Liddu con due paniere infilate pel manico alle braccia. Vestita semplicemente, con abito cinericcio che ne modellava la svelta personcina, cappelline di paglia alla canottiera ornato da largo nastro azzurro, borsa di cuoio bianco in una mano, ella rispose, sorridendo, al saluto del notaio, fece un gesto con la mano libera per accennare che tra poco sarebbe passata da lui, e infilò il vicolo di rimpetto.
- Va da una povera donna che le ho raccomandata io. Vedova, malata da tre mesi, con quattro bambini nudi e scalzi che periscono di fame...
- E voi date cinque anime in balia d'una protestante, perchè le trascini all'inferno? - sbuffò il canonico.
- Vi ho chiesto mezza lira per quella disgraziata e non avete voluto mai darmela!
- Ma io faccio la carità come so e posso; non debbo vantarmene con voi. Gesù Cristo ha detto: - La tua destra non sappia quel che opera la sinistra. - Costei, invece, va attorno con don Liddu che porta i panieri delle provviste, per far sapere a tutti la sua gran carità! Pretesti! Pretesti!
- È un caso, se oggi c'è don Liddu con lei.
- Pretesti!... Guardate là, intanto, il bamboccio del figlio del Sindaco che le ronza attorno, che spesso l'accompagna fino a mezza strada e anche fino al cancello laggiù. Vi pare bello? Vi pare onesto? Una zitella con un giovanotto! È uno scandalo per le ragazze del paese... Egli l'attende al passaggio. Già, costui non ha niente da perdere; è ateo. Se ne vantava l'altra sera in Casino... E suo padre, che è più bamboccio di lui, non lo ha preso a schiaffi... Ecco dove ci ha condotti il vostro liberalismo!...
- È studente; all'università non s'insegna teologia!
- S'insegnava una volta; e a nessuno era permesso spacciare dalla cattedra che Dio non esiste! Per questo si sono sùbito intesi bene la signorina e lo studente. E finirà... come deve finire. Tanto peggio per lei!
- Ah! su questo punto... - replicò il notaio con impeto. - Se la conosceste da vicino! È più assennata di una vecchia. Parla senza ipocrisie, ma con dignitoso contegno. Si rimane a bocca aperta udendola ragionare. E quante cose sa? E quante cose sa fare! Musica, canto, pittura. E non dico delle faccende di casa! Bada a tutto, alla cucina, al pollaio, ai fiori. Trova tempo per tutto, per la carità soprattutto. Le vostre nepoti, lasciatemelo dire, che fanno? La calza, il cucito, e sanno appena leggere e scrivere... E poi, al balcone da mattina a sera. Non dico che sia male tentar di acchiappare un marito; è cosi difficile al giorno d'oggi!
- È un'altra cosa! È un'altra cosa!
- Restate qui... Perchè non cercate di convertirla? Fareste il vostro dovere - disse il notaio con un che di malizia.
- Induritum est cor Pharaonis!
- Che ne sapete? È così buona! Sarebbe un trionfo per voi.
Ma il canonico scappò lestamente, vedendo spuntare dal vicolo miss Elsa con don Liddu.