Luigi Capuana: Raccolta di opere
Luigi Capuana
Delitto ideale
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A EDOARDO ROD

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Delitto ideale

A EDOARDO ROD

 

 

Carissimo Amico,

 

Terminando di leggere la semplice storia dell'umile famiglia e dell'umile lite che vi ha fatto scrivere nell'Eau courante pagine così schiette e così evidenti da far dimenticare che si tratti di finzione d'arte - e questo mi sembra il più bel elogio a cui un romanziere possa aspirare - io pensavo:

L'amico Rod, come tanti altri, ha abbandonato la novella e da un pezzo!

E il caso vostro mi ha spinto a riflettere che non si tratta di un fenomeno personale quasi eccezionale, ma di tendenza, spiccata, del lavoro letterario di questi ultimi anni.

Il romanzo già uccide la novella?

A un novelliere impenitente come me il fatto molto da pensare. Anche nella ricca produzione francese i volumi di novelle cominciano a divenire di mano in mano più rari. Siamo lontani dal tempo in cui Guy de Maupassant conquistava la celebrità con parecchie serie di narrazioni, la più lunga delle quali non sorpassava le cinquanta pagine, e che ottenevano l'onore di frequenti ristampe.

A chi attribuire la colpa del quasi abbandono di un genere letterario fiorito riccamente per tanti secoli e in grande onore fino a pochi anni ?

Nell'ansiosa fretta di vivere e di di godere che ci urge, avrebbe dovuto accadere altrimenti. Con narrazioni brevi, spigliate, sorridenti d'ironia e di umore, o piene di sentimento e di tragico raccapriccio, dove le figure tracciate alla lesta, di scorcio, dove le passioni condensate, rettificate come l'alcool, sembravano di corrisponder meglio alla febbrile richiesta di impressioni e di sensazioni rapidamente diverse, la novella avrebbe dovuto guadagnare terreno invece di perderne.

È avvenuto l'opposto, e quando più essa mostrava la sua grande facilità di adattarsi a ogni genere di soggetti, di poter quasi fare a meno dei soliti casi passionali e di spingersi verso regioni elevate, senza diminuire per questo la genialità della sua forma.

Peccato!

Per quali ragioni il romanzo ha preso in questi ultimi anni il sopravvento su la novella?

Ragioni puramente letterarie non ho saputo scoprirne. Veggo, però, che molti romanzi odierni, come contenuto, sono novelle più o meno abilmente diluite in trecento e più pagine, a furia di descrizioni e di pretesa analisi psicologica. Gli stessi fatti richiederebbero in una novella (Voi lo sapete meglio di me) sforzi d'ingegnosità tecnica infinitamente maggiori. La novella è il sonetto dell'arte narrativa.

E Voi non mi accuserete di esagerazione se affermerò che è più facile lo scrivere un mediocre romanzo anche di cinquecento pagine, che non un'eccellente novella di dieci paginette soltanto. È vero che le eccellenti novelle sono rare quanto gli eccellenti romanzi: ma io non ho ritegno di aggiungere che una mediocre novella vale qualche cosa di più di un mediocre romanzo, non fosse per altro, per la brevità; non ha tempo di annoiare i lettori.

Tutto questo, detto in testa a un volume di novelle, potrebbe sembrare un'orazione pro-domo sua. Voi non lo sospetterete, e voglio augurarmi che non lo sospetterà nessuno dei miei pochi lettori.

Certamente io desiderei che qualcuno si accorgesse dell'intenzione con che è stato messo insieme questo volume per mostrare i diversi atteggiamenti di cui è capace la novella odierna, se mai, per caso, qualcuno stimasse che metta conto perdere il suo tempo in simili osservazioni. E desiderei che se ne accorgesse non per interesse del mio volume - ormai l'età e l'esperienza mi han guarito da certe fisime - ma per ragioni più importanti e più generali quelle, intendo, che riguardano l'esistenza stessa della novella.

Ma forse queste ingenue malinconie faranno sorridere di compassione lettori e critici. Sono morte tante belle e nobili cose: possiamo lasciar morire tranquillamente e oscuramente la Novella!

E scusate, caro Rod, se per avere un pretesto di dirvi che vi ammiro e che vi voglio bene, Vi ho chiamato a parte di un inutile sfogo.

 

Roma, 5 aprile, 1902.

 

LUIGI CAPUANA.

 

 


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