Luigi Capuana: Raccolta di opere
Luigi Capuana
Gli americani di Ràbbato
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Il nonno

4. Anche i nipoti dello zi' Santi subiscono il fascino di Coda pelata.

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4. Anche i nipoti dello zi' Santi subiscono il fascino di Coda pelata.

 

Egli non andava più in campagna. Passava la giornata a confezionare ceste e panieri, seduto davanti alla porta, fermando i conoscenti che passavano e lo salutavano.

E tutti gli ripetevano la gran notizia di Coda-pelata, il barbiere, tornato dall'America con tanti quattrini.

«Li avete visti

«Ha comprato un pezzo di terreno al Faito, quello di Garozzo. Garozzo parte con lui, alla fine del mese. Partono molti altri. Se si va di questo passo rimarremo a Ràbbato soltanto noi vecchi e le donne. Che dico? Scappano anche le donne».

Lo zi' Santi apprendeva con gran tristezza la propaganda che Coda-pelata andava facendo per le case, per le vie, per le botteghe, sfoggiando ogni settimana un abito nuovo.

Temeva pei suoi nipoti Stefano e Santi, ai quali l'avvocato Marano aveva sconcertato la testa; e già lavoravano di malavoglia, in attesa di non si sapeva che cosa da accadere. Stefano, ogni volta che parlava di questo, masticava le parole, non si esprimeva chiaro, scrollava il capo quasi minacciasse qualcuno, aggrottando le sopracciglia, maledicendo la sorte che lo condannava a zappare, ad arare la terra, che non rendeva, perché mancava la pioggia e il sole bruciava tutto, o perché la campagna era stanca di dover fruttificare ogni anno senza un po' di riposo. E intanto chi non lavora mangia e chi lavora muore di fame!

«Tu non muori di fame; ti lamenti a torto», gli rispondeva il nonno.

Santi parlava poco; restava a testa bassa ogni volta che venivano fuori questi ragionamenti tra il nonno e Stefano; ma si scorgeva che non era contento neppur lui.

«È tornato Coda-pelata

Santi, quella domenica mattina, appena arrivato dalla campagna, mentre si levava di spalla e buttava in un canto della stanza le bisacce piene di cipolle, di agli e un po' di cicoria per la minestra della cena, diè quell'annunzio con tanta esaltazione nella voce, tanto scintillio negli occhi, che il nonno lo guardò maravigliato.

«Che c'è di straordinariodisse, con tono di rimprovero al nipote.

«C'è che quello è un uomo, nonno

«Perché è andato nella Merica

«Perché ne è tornato ricco. Ha già comprato un fondo».

«Quattro spanne di terreno».

«Dice che lo ha pagato il doppio di quel che vale».

«Per cavarsi il gusto di averlo, a dispetto del cavaliere Baratta, che faceva l'acquolina in bocca da anni, e non sa darsene pace».

Era comparso sulla soglia della stanza Stefano, più cupo e più accigliato del solito.

«Vieni?» domandò al fratello.

«Torniamo subito», disse Santi alla madre incontrata per la scala, e seguita da Menu.

«Lasciami andare con loro, mamma! » pregò il ragazzo.

«Tu resta», gli impose Stefano bruscamente.


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