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A UN'UMILE
Guardai Federico con lunga occhiata significativa.
- T'inganni - egli disse col solito ironico accento, tirandomi da parte. - Questo monumento mi è servito bene presso altre donne. Ho dato appuntamento qui a una bellissima signora che vuol essere commossa prima di tradire il marito. Ha tante furberie il cuore umano!... Mi rincresce che ella sia in ritardo. Volevo farmi sorprendere ginocchioni davanti a questo monumentino.... Fammi il piacere di allontanarti col tuo amico.... Eccola - soggiunse, indicandomi una signora vestita a bruno che s'inoltrava pel viale.
Invece, quella signora, brutta e vecchia inglese, ci passò davanti, si fermò un istante ad osservare con l'occhialino l'angelo che spiegava le ali, e torse a destra infilando un altro viale.
Io feci in modo da accertarmi, non visto, se Federico Toacci si fosse ingannato, e mi avesse detto la verità.
Lo vidi andar via dopo un pezzo, guardando cautamente attorno, senza che nessuna signora fosse venuta a sorprenderlo ginocchioni davanti al monumento da lui eretto all'umile suicida per amore.
Così mi è nato il sospetto che ci siano al mondo anche gl'ipocriti dello scetticismo e dell'egoismo, e che il mio amico fosse di questi.
È morto di tifo a trentacinque anni, e nessuno ha potuto conoscere con certezza se egli sia stato proprio scettico ed egoista, e se si sia compiaciuto, per vanità, di mostrarsi sempre tale.