Luigi Capuana: Raccolta di opere
Luigi Capuana
Gli americani di Ràbbato
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Preparativi

8. I preparativi per la partenza.

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Preparativi

 

8. I preparativi per la partenza.

 

Menu riportava ogni giorno la notizia di fuori.

C'era un vivo fermento nel paese. Coda-pelata andava qua, andava , per le case, seguito da un codazzo di gente.

«Sai, nonno? La zi' Pasqua, la fornaia, come lo ha visto passare davanti alla sua porta, si è messa urlare: "Ladro! ladro! che ti rubi i figli delle mamme! Ci penserà Gesù Cristo per te". Va via anche suo figlio, quello che ha preso moglie da poco e fa i basti per le mule e per gli asini. Lascia la moglie. Può lasciarla, nonno

«Non c'è più legge per nessuno!» sentenziò lo zi' Santi con grande amarezza.

«Partiranno tutti, domenica. Li accompagnano i parenti fino alla ferrovia. Nonno, non devi dispiacerti di Stefano e Santi. Torneranno ricchi, come Coda-pelata. Li accompagneremo anche noi? La mamma ed io almeno; per te sarebbe troppo scomodo andare fin . È così io vedrei la ferrovia dove le carrozze camminano senza cavalli e anche sotto terra».

«Sì, sì; anderete voialtri, tua madre e tu».

Nei primi giorni, povero vecchio, era stato aspro con tutti; se la prendeva fin con la nipote vedova, che non faceva valere la sua autorità di mamma per impedire che Stefano e Santi andassero via.

«Non dànno retta a voi che siete il nonno, più che un padre; che posso fare io? E poi, chi sa? Sarà forse la loro fortuna! Che può importare a Coda-pelata di condur via tanta gente? Lo fa pel bene del paese. Ho sentito dire anch'io che quelli di mandano denari alle famiglie. Vuol dire che guadagnano bene».

«Che può importare a Coda-pelata? Sarà pagato per condurre la gente al macello. Quando si troveranno in terra strania senza mezzi, dovranno fare quel che comandano quelli che sono i padroni, me lo diceva il dottor Liardo, che ne sa più di noi e legge i fogli».

A poco a poco intanto, e col continuo ripensarvi su, si sentiva penetrare anche lui da un senso di rassegnazione e di speranza. E ogni volta che la gnà Maricchia ripeteva il suo «chi sa?» egli udiva dentro di sé una voce che gli sussurrava un uguale: «chi sa?».

Poteva dispiacergli che i suoi nipoti si arricchissero o, per lo meno, guadagnassero tanto da tornare in paese con un bel gruzzolo? Gli dispiaceva soltanto dell'avventura. E se non riuscivano? Se doveva rivederli nudi e crudi, avviliti, malati, sfiniti dalle fatiche? Questo lo atterriva.

«Non li vedrò. Non mi troveranno vivo

E assisteva con l'animo commosso ai preparativi della partenza. La gnà Maricchia aveva lavato, stirato la poca biancheria, ripulito i vestiti, cucito due bei sacchi da riporvi ogni cosa, uno per Stefano, uno per Santi. E tra le camicie aveva messo gli scapolari della Madonna del Carmine, le immagini di sant'Isidoro e del patriarca san Giuseppe, che dovevano preservarli da ogni pericolo. Non ne aveva detto niente ai figli, perché da quello scomunicato dell'avvocato Marano erano già ridotti che non credevano più in Dio e nei Santi, e non entravano mai in chiesa. Pregava lei per essi. Il Signore doveva concederle la grazia di farli ritornare in famiglia sani e salvi, e aiutarli e proteggerli!

Borbottava per le stanze quel che aveva in testa; Menu, se la udiva, andava di a riferire al nonno:

«La mamma parla da sé, sotto voce, come se discorresse con qualcuno».

«È la pena che la fa borbottare. E tu non ripetere più davanti a lei: "Quando torneranno Stefano e Santi andrò in America anch'io". Dovresti dirle invece: "Mamma io resterò qui sempre con te"».

«E se poi me n'andassi lo stesso? Avrei detto una bugia».

«Non è male, qualche volta, dire certe pietose bugie».

«Il maestro, allora, perché ci predica a ogni po': "Non bisogna mai dire neppure una bugia, anche a costo della vita"?»

«Intende dire di quelle altre che possono far male alle persone. Ecco: oggi ti fai scrupolo di dire a tua madre: "Non andrò in America", e l'altra volta... non l'ho dimenticato...»

«Ma ti confessai subito, nonno, che non era vero».

«Le bugiette appunto non bisogna mai dirle. Si prende l'abitudine di lasciarsele scappare di bocca senza badarci, e poi nessuno ci crede neppure quando diciamo la verità».

Il nonno lo ammoniva con tenerezza, lieto di vederlo crescere buono, studioso; e spesso sognava per lui una posizione discreta, non sapeva precisamente quale, ma diversa dalla presente.

«Chi sa di lettera ora va avanti!» Si dava questo conforto. Stefano, sempre chiuso, sempre accigliato, come il giorno della partenza più si avvicinava, veniva preso da un insolito turbamento che egli non sapeva spiegarsi e che gli faceva stizza.

Vedendo Menu che tornava da scuola roteando allegramente la correggia con cui teneva stretti libri e quaderni, lo fermò sulla soglia della porta di entrata, e, con qualche imbarazzo, gli disse:

«Tu non dar dispiacere al nonno e alla mamma, mentre Santi ed io saremo lontani. Mi scriverai quel che accade in famiglia, se il nonno è malato, se la mamma... tutto insomma».

«La mamma piange».

«Non piangerà più, dopo che saremo arrivati e saprà quel che facciamo».

Una viva commozione gli addolciva la voce.

«Mi manderai qualche cosa americana

«Sì: ma non dar dispiaceri alla mamma», tornò a ripetergli Stefano.

«Vi ha preparato i sacchi. Poi il nonno è andato dal notaio Catella assieme con Coda-pelata».

«E poi che ha detto il nonno

«Niente. Ha dato qualcosa alla mamma, non so, ma involti no. Gli tremava la mano».

Sopraggiunse Santi con un paio di stivaletti nuovi infilati all'indice destro pei tiranti.

«Nove lire», disse al fratello, mostrandoglieli. «A sentir Coda-pelata, ce ne vorrebbero almeno trenta».

«Noi siamo provvisti per due anni», rispose Stefano.

«Che fate qui?» domandò Santi.

«Il nonno è stato dal notaio».

«Un gran sacrificio, povero nonno

«Se Coda-pelata si figura di dover ingoiarsi fondo e casaesclamò Stefano. «Col primo danaro che guadagneremo dobbiamo buttargli in viso i suoi soldi. Avrebbe dovuto comportarsi meglio; dire: "Ecco, vi anticipo quel che vi occorre: me lo restituirete , appena potrete". Invece ha voluto fare l'atto in faccia di suo padre, come se i quattrini li avesse sborsati lui. Ci ha presi pel collo: fondo e casa per cautela

«Faremo una gran sorpresa al nonno», soggiunse Santi. «Gli manderemo il danaro per pagare don Natale Coda-pelata e far scancellare l'iscrizione. Povero nonno! Gli allungheremo dieci anni di vita».

«La mamma sarà più contenta del nonno», fece Menu che era stato ad ascoltare con tanto d'orecchi. «Ieri piangendo gli disse: "Pel fondo non m'importa, ma per la casa!... Voglio morire tra queste mura". E il nonno rispose: "Non aver paura: ci penso io". Perché», domandò Menu. «Non è più nostra la casa

Stefano alzò le spalle e aggrottò le sopracciglia.

Il dottor Liardo, a cavallo dell'asina ferrante, si era fermato davanti alla farmacia vicino, per dir qualcosa al farmacista accorso con una boccetta alle mani. Visti i fratelli Lamanna s'interruppe, e fece un cenno ad essi: «Aspettate! » Poi riprese a parlare con quello.

«Dunque?» disse a Stefano, fermando l'asina che era impaziente di rientrare nella stalla. «Siete proprio decisi

«Decisissimi, signor dottore».

«Abbiate giudizio. Se vedrete che le cose si mettono male, tornate subito. Meglio pane e cipolla nel proprio paese...»

«Ha ragione, signor dottore», lo interruppe Santi.

«Coda-pelata è un po' ciarlatano», riprese il dottor Liardo.

«Lo ha detto anche il nonnosoggiunse Menu.

«Per lo meno è un gran facilone. Perché gli è riuscito di mettere insieme qualche migliaio di lire, si l'aria di milionario. Anche in America i quattrini bisogna stentarli; non si trovano a ogni piè sospinto i famosi dollari di Coda-pelata. Ma la gente che non sa s'illude. Abbiate giudizio, vi ripeto. Per lo zi' Santi sarà un gran colpo. Buon viaggio

«Grazie, signor dottore! » risposero Stefano e Santi.

«Vado via anch'io!» disse Menu con aria impertinentina.

«Zitto tu, moccioso! Salutami il nonno».

E il dottore rallentò le briglia all'asina che partì quasi di corsa.


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