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- Signor avvocato, ci pensi lei, combini lei, faccia tutto lei; io accetto anticipatamente quel che lei avrà stabilito! -
L'avvocato Ponteri si grattò la nuca - era questo il suo modo di esprimersi senza parole nelle circostanze difficili - e fissò negli occhi il cliente che si era alzato da sedere e attendeva la risposta.
Giacché questo benedetto divorzio non riesce a venir fuori - ringhiò costui, brancicando nervosamente con una mano il suo povero cappello a cencio posato su la scrivania tra un mucchio di carte - bisognerà contentarsi dei mezzi che la legge attuale ci offre... Sono dunque modelli di virtú tutte le mogli dei signori deputati al parlamento, se non c'è verso di indurli?...
- Ma un deputato, caro signore, è già divorziato di fatto - si affrettò a dire l'avvocato Ponteri, quasi per deviare il discorso. - Sta otto mesi dell'anno nella capitale e gode il dolce beneficio della, diciamo, forzata lontananza dalla moglie. Prendetene uno che abbia cinque, sei legislature; è miracolo se si rammenta di essere legalmente marito. Io sono stato a Roma parecchie volte, ho frequentato il caffè Aragno, il Salone Margherita, l'Olimpia, l'Orfeo... accademicamente, come si dice, soltanto per averne un'idea; capisce, certe cose non sono piú per me; poi, ci vogliono troppi quattrini. Ed ho visto!... Ho visto!... E sono stato anche a Montecitorio, nelle sale dove i signori deputati ricevono gli amici, gli elettori postulanti... Ed ho visto!... Ho visto!... Perché dovrebbero divorziare? Ripeto: essi sono già divorziati di fatto!... Mi fa ridere! Quando una legge non giova, prima di tutti, a colui o a coloro che devono farla, è naturale, naturalissimo che nessuno mai pensi a farla. E poi, questo divorzio chi lo vuole in Italia? Zanardelli, che è scapolo, se non sbaglio, e qualche altro scapolo come lui... È curioso che i piú ardenti fautori del divorzio si trovino appunto tra coloro che non hanno moglie e che, a quanto pare, non mostrano neppure l'intenzione di prenderla... Se fosse perché vogliono sposare le mogli altrui... O c'è forse bisogno di sposarle? Se le prendono egualmente...
- E gli altri mariti? Non contano dunque gli altri mariti? -
A questa vigorosa interruzione, l'avvocato Ponteri tornò a grattarsi piú lungamente la nuca; e con l'aria di chi avventura un'osservazione scabrosa - era timido, molto timido quell'avvocato, che pure, in tribunale o alla corte di appello, investiva con gran violenza i giudici, forse perché convinto di recitare una specie di commedia da darla a bere ai clienti - soggiunse:
- Ma il divorzio è anche contro i mariti! Arma a due tagli, caro signore! Io sono disinteressato della quistione. Dovrei esser matto, se pensassi a prender moglie all'età mia... Secondo il mio debole parere, per certe professioni assorbenti bisognerebbe proclamare il celibato obbligatorio, come ha fatto la chiesa pei preti! Questo non impedirebbe... e infatti non impedisce... Porrebbe però, se non assoluto rimedio a certi guai sociali, qualche attenuamento o m'inganno. Forse - c'è da riflettere - i mariti non potrebbero dichiararsene contenti; ma il mondo è fatto cosí: c'è sempre qualche inconveniente anche nei provvedimenti piú savi. Che possiamo farci? È cosí... perché è cosí... Secondo il mio debole parere, il meglio sarebbe lasciare le cose come stanno. Che si immagina lei? Sí, col divorzio, lei si libererebbe dalla sua signora, poiché c'è tra loro... incompatibilità di carattere...
- C'è ben altro signor avvocato! - lo interruppe il cliente.
- Dicevo cosí per non richiamarle alla memoria la sua disgrazia,.. E poi? Prenderebbe un'altra moglie? Giacché, come suol dirsi, chi ha bevuto berrà; chi ha sposato, sposerà. Il maggior contingente nelle liste dello stato civile è fornito da vedovi e da vedove che ritentano spensieratamente la prova... E lei si troverebbe - non è improbabile - daccapo! Che sugo c'è? Me lo dica.
- Dunque, neppure divisione di beni e persona?
- Niente, secondo il mio debole parere. Vede? Parlo contro il mio interesse. Dovrei incoraggiarlo a far la causa. Non è di quelle che si spicciano in quattro e quattro otto; e lei, fortunatamente, è fra coloro che possono spendere. Mi ha detto: «Combini lei, faccia tutto lei; accetto anticipatamente quel che lei avrà stabilito». Un bel margine per un avvocato di coscienza elastica. Ma io, dev'essersene accorto, sono avvocato sui generis. Prima che ai miei onorari, penso ai clienti. Torni a sedersi; ragioniamo -.
Il signor Costa cedette, suo malgrado, all'invito, e posò sui ginocchi il cappello a cencio per aver qualcosa tra le mani con cui sfogarsi mantrugiandolo durante la discussione.
- Sissignore, ragioniamo - riprese l'avvocato che intanto si era messo a rassettare alcune carte su la scrivania, quasi dall'ordine di esse dovesse egli attingere uguale ordine nelle idee. - In primis et ante omnia, lei non ha prove lampanti.
- Ho qualche cosa di meglio: la confessione di mia moglie!
- Confessione! In un impeto di sdegno, ella ha esclamato: «Sí, sí! Ti ho fatto...!» Ma è proprio vero? Le donne, dovrebbe saperlo, sono capaci di tutto, anche di accusarsi di colpe che non hanno mai commesso, pur di vendicarsi di qualche torto o preteso torto. Infine, gliel'ha confessato soltanto a quattr'occhi.
- A quattr'occhi, ma non avrà l'impudenza di negarmelo in faccia.
- L'avrà; ne stia certo. So di mogli sorprese in circostanze tali che il negare parrebbe impossibile, e che pure hanno negato... Le donne! Chi ne capisce niente? E poi, lei ha avuto la debolezza di perdonare una prima volta...
- Forse non aveva la coscienza netta neppur lei... M'inganno?
- Questo non vuol dire! Il marito... è altra cosa.
- Ragionamento interessato, da mariti, e che per le mogli non ha valore. Non ha valore anche moralmente. Diritti uguali, doveri uguali... C'è la quistione dei figli introdotti surrettiziamente, come diciamo noi legali, nella famiglia. La cosa è dubbia. So di fisiologi che pretendono di aver scoperto un bell'artificio della natura per impedire questo inconveniente. Secondo costoro, una donna è fecondata, una volta per sempre, dal primo che la possiede. In questo caso, niente figli adulterini. Anche i figli del secondo marito appartengono, fisiologicamente, al primo... La sapienza della natura è infinita; sembra che essa abbia preso le piú solide precauzioni contro il malvolere degli individui. In questo caso, i mariti di che possono lagnarsi? Sono anticipatamente assicurati. Accade soltanto, per dirla col codice, un momentaneo turbamento di possesso; cosa da niente. Nel suo caso, non si tratta d'altro; lei non ha figli. Ha perdonato una prima volta...? E torni a perdonare!
- Ma i miei guai provengono appunto da cotesta mia debolezza. Mia moglie non sa perdonarmi di averle perdonato. Da quel giorno non ho avuto piú pace! La mia vita è un continuo inferno. La piú dolce parola che ella mi regala è: «vigliacco!»... Dice che avrei dovuto ammazzarla e ammazzar lui, il suo complice. Ecco perché mi chiama vigliacco! Non è piacevole, punto, sentirselo ripetere cento volte al giorno, a ogni minima occasione. Da quella volta, io non sono piú marito, sono un essere spregevole per lei, un povero diavolo continuamente in cimento di commettere davvero l'eccesso che mi si rimprovera di avere evitato. Fortunatamente, non sono di natura sanguinaria io.
- La picchi per lo meno; a qualche cosa gioverà.
- Gentiluomo, mi vergognerei di aver alzato la mano a percuotere una donna. Lei non conosce mia moglie. È tale, che l'accopperebbe un buffetto. Magra, allampanata, pelle e ossa... Ha forte la lingua. Oh! tutta la sua vitalità si è radunata nella lingua. Voglio dirglielo, in confidenza: io compiango il suo complice; non capisco... Ho dovuto ricorrere alla ipotesi che mia moglie abbia qualità amatorie nascoste, e che io non ho potuto scoprire, per spiegarmi che c'è stato un uomo capace di farle la corte e di diventare suo amante... Ho perdonato per questo, probabilmente. Il mio rivale mi è parso castigato a bastanza dal solo essere potuto diventar mio rivale! E se ho rimorso, è di aver interrotto quella relazione... Giacché mia moglie è ridivenuta virtuosa, eccessivamente virtuosa; ha onta del suo passato. Dice che non sa spiegarsi neppur lei come sia avvenuto che... E per ciò non sa perdonarmi di averle perdonato! Potrei andar via di casa; ridurmi, come quand'ero studente, in una camera mobigliata, a mangiare in trattoria o in una pensione... Sarebbe peggio. Per ora, le scenate accadono in famiglia; hanno per testimoni la cameriera, le persone di servizio... È impossibile evitare che essi non odano e non veggano. Mia moglie non mi rispetta neppur davanti a loro; è inesorabile! «Vigliacco! Vigliacco!» Cento volte al giorno... e anche la notte! Dormiamo divisi; lei, nel letto matrimoniale; io, in un lettuccio, tre stanze piú in là. Ebbene, una notte sí e una notte no, spesso tutte le notti, per settimane di seguito, la sciagurata viene a urlarmelo dietro l'uscio: «Vigliacco! Vigliacco!» E dice che mi inseguirebbe fin in capo al mondo, se io andassi via... Legalmente, posso impedirle di venirmi dietro, finché non intervenga la legge per dividerci di beni e persona? Allora ci saranno le guardie di questura, i carabinieri che le faranno intendere ragione. «Ha perdonato! Perdoni un'altra volta!...» Ma io le perdonerei anche cento volte, se potessi chiuderle la bocca! Oramai, quel che è stato è stato! Momentaneo turbamento di possesso, dice lei. Sia! Veramente non si tratta d'un fondo, d'una casa, di un mobile; la moglie è parte di noi, metà, talvolta piú di tre quarti... Io le volevo tanto bene!... Se le ho fatto qualche torto, è stato quasi senza accorgermene... Una o due volte.... per non recitar la parte del casto Giuseppe... Avrei voluto veder lei nel cimento!... E dopo, non me ne davo pace. La colmavo di regali, per compensarla... Si compensava da sé, e non lo sapevo! La tresca, per sua confessione, è durata piú di un anno. Mi ha confessato pure che la mia cecità le faceva rabbia... Che quando, finalmente, apersi gli occhi, lei si sentí sollevata da un gran peso... Si attendeva il gastigo... Lo voleva, lo esigeva... per sé e per colui che l'aveva indotta a fallire!... E, vistasi delusa, sentitasi perdonata, potevo capitar peggio? «Vigliacco! Vigliacco!» Caro avvocato, non ne posso piú! È vero: sono stato vigliacco, ma non voglio sentirmelo dire!... E certe volte m'incito da me: «Vuol essere ammazzata? E ammazzala, e falla finita!» Sono risoluzioni che si prendono lí per lí, nel caldo del momento, o non si prendono piú.
- La picchi! E per bene! Vedrà! Vedrà! - suggeriva tranquillamente l'avvocato. - Si provveda di un poderoso nerbo di bue; sua moglie - l'ho bell'e capito - è di quelle che per stimarsi amate han bisogno di essere picchiate. Una, due volte la settimana, da lasciare i lividi. Vedrà! - «Ah! sí? Vigliacco?» «E donde vieni?» «Vengo dal mulino». Non c'è altro rimedio.
Il signor Costa lo guardava come chi non intende se uno dica per scherzo o per davvero. Ma l'avvocato Ponteri era serissimo.
- E, ove neppure il nerbo di bue giovasse? - domandò il signor Costa, esitante.
- Me ne darà notizie da qui a un mese. Se però il mio consiglio avrà portato buon frutto, pensi che un onorario sarebbe poco; ci vorrà il palmario. Lo pretendo -.
Due mesi dopo il signor Costa gli presentava un bel cronometro con doppia cassa in oro e pesante catena.
- È il suo palmario, avvocato! Ma per lei - soggiungeva - varrà assai piú la mia gratitudine. È immensa!