Luigi Capuana: Raccolta di opere
Luigi Capuana
Schiaccianoci ed altri racconti
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LA NONNA

IV

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IV.

 

A un tratto s'udì un tonfo seguìto da grida e strilli, che venivano dallo stanzone in fondo.

— Qualche diavoleria di Gabriele! — esclamò la nonna.

Vado a vedere! —

Su l'uscio, Matilde s'imbattè con Gina che tornava indietro di corsa, seguìta da Lalla.

— Che è stato?

— È stata l'Ada!...

— Ma che ha fatto?

— Ha rotto le ballerine!... —

Le ballerine erano una riproduzione in gesso delle tre Grazie del Canova, relegate sur un vecchio piedistallo di mogano in un angolo dello stanzone.

Sopraggiungevano intanto Andreotta e Riccardo, e ultimi Gabriele e Ada.

— Come è avvenuto?

— Così. Io le volevo mostrare le ballerine come noi le chiamavamo; lei si è appoggiata al piedistallo; io le dicevo: non ti appoggiare.... È vero che ti ho detto: non ti appoggiare? Ma lei si è voltata per parlare con Lalla e le ballerine.... Ppùnfete!... In mille pezzi. Sentirai la nonna!... Le erano tanto care! —

Gabriele aveva risposto lestamente, guardando spesso Ada per vedere se osasse smentirlo. Ada, più pallida dell'ordinario, spalancava gli occhi pieni di lagrime e teneva le braccia e le mani un po' alzate, quasi avesse voluto impedire, con quel modo, che Gabriele l'accusasse a torto. Era sicura di non essersi appoggiata al piedistallo, di non essersi voltata per parlare con Lalla...; ma poichè tutti affermavano ch'era stata lei, cominciava un po' a dubitare di , non aveva il coraggio di smentirli.

— Non so.... mi era parso! Non l'ho fatto a posta! — balbettava, cominciando a singhiozzare.

Sentirai, la nonna! — ripetè Gabriele. E scoteva il capo per isgomentarla di più.

— La nonna non dirà niente! — esclamò Matilde. — Vieni a raccontarle tu stessa come è andata la cosa, carina! —

Gabriele era scappato avanti e già rifaceva alla nonna la narrazione: — Io le volevo mostrare le ballerine..., le dicevo non ti appoggiare .... Ppùnfete! In mille pezzi! — e dall'intonazione della voce e dai gesti si capiva che volesse dire:

— Con noi questa disgrazia non era mai accaduta! È venuta costei, ed ecco!... —

Ada, davanti alla nonna, scoppiò in un pianto dirotto.

— No, carina, non piangere! — la consolava la nonna. — Vorrà dire che un'altra volta sarai più guardinga.

— Non sono stata io! —

Lo disse alteramente, buttando indietro con le mani i capelli che le erano venuti su la faccia, e dando un' occhiata di rimprovero a Gabriele e agli altri.

Gabriele le venne quasi coi pugni sul viso:

— Chi è stato dunque? Parla....

— Non lo so.

Bugiarda!... Nonna, è stata lei!

— È stata lei! — ripeterono Gina, Andreotta, Riccardo e Lalla.

— No, non sono stata io!

Sentite, bambini miei — disse la nonna dopo aver fatto cenno con le mani perchè stessero zitti. — Il danno è poco. Quelle statuette erano durate anche troppo, per quel che valevano. Ma certamente, bambini miei, non si sono rotte da . Ora quel che m'importa in questo momento è di sapere che i miei nipotini non sono bugiardi, o che, e sarebbe peggio, non accusano a torto nessuno. Si può urtare così sbadatamente un mobile, da non accorgersi di averlo urtato; si può essere presenti e non avvedersi di chi lo abbia urtato. E bisogna dire la verità; non accusare un altro per evitare il pericolo di essere accusati. Sareste cattivi. Dunque....

Nonna, ti giuro che non sono stata io!

— Ti credo, bambina mia! —

L'accento e il gesto di Ada erano così franchi, così schietti, che la nonna se la prese tra le braccia e la baciò.

— Dunque siamo stati noi? — esclamò Gabriele, accigliandosi.

Ada non ha detto questo — replicò la nonna severamente.

— Non capisci? — entrò a dire Matilde. — Qualcuno di voialtri ha urtato il piedistallo senza accorgersene, e per ciò.... non capisci?

— Non capisci! Non capisci ! — replicò Gabriele rifacendole il verso; e soggiunse sottovoce:

— Già tu sei sempre contro di noi!... Possiamo, nonna, — poi domandòcontinuare a fare il chiasso nello stanzone? —

E ottenuta una risposta affermativa, si volse agli altri e con un imperioso gesto della mano li invitò a seguirlo colà.

Allora la nonna prese Ada per le mani e le disse:

Senti, piccina mia. Devi sapere che la tua nonna non può tollerare le bugie, neppure le più leggiere. Chi ne dice una sola le diventa sospetta, e sarà creduta difficilmente. Non ne dovrai dire mai mai, se vuoi ch'io ti voglia bene. Sai come si dice? Le bugie hanno le gambe corte, ed è vero; prima o dopo, si scoprono.

— Non mi hai creduto, nonna? — domandò Ada, tornando a singhiozzare.

— Sì, ti ho creduto. Ma se, per caso, tu hai pensato che la rottura di quelle statuette di gesso potesse farmi tanto dispiacere.....

Nonna, no, no; io non dico bugie. La mamma mi ha detto sempre, come te: le bugie hanno le gam.... be...! —

E il pianto le impedì di proseguire.

La nonna fu così convinta dell'innocenza di Ada, che quando gli altri nipotini le furono dattorno per accomiatarsi e abbracciarla e baciarla, si levò in piedi dalla poltrona dove sedeva e disse:

— Siete stati cattivi: non solamente avete detto una bugia, ma avete accusato con malizia la cuginetta. Fino a che non mi avrete detto la verità, e non avrete chiesto perdono, io non vi bacerò e non permetterò che veniate più qui; e ne avviserò ora stesso i vostri babbi e le vostre mamme: andate. —

Gabriele si mosse il primo, mordendosi le labbra; gli altri lo seguirono a testa bassa: si voltarono tutti, quando sentirono lo schiocco dei baci che la nonna dava a Matilde; ma Gabriele cinse col braccio Lalla, fe' cenno con un'occhiata minacciosa a Gina, e zitti zitti, mogi mogi, uscirono, seguìti da Matilde che borbottava dietro a loro

Bravi! Bella figura avete fatto! Ci ho piacere!

Gattamortaccia! Gattamortaccia! —

Gabriele e Riccardo glielo ripeterono fino al portone di casa.

 


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