Luigi Capuana: Raccolta di opere
Luigi Capuana
Schiaccianoci ed altri racconti
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GATTINA E CANINO

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GATTINA E CANINO

 

I due bimbi, fratello e sorella, avevano due affezioni diverse: Gino voleva bene alla gattina, Berta al canino.

Intanto questi due animaletti erano in continua questione fra loro e per cagion d'essi si bisticciavano fratello e sorella.

Berta un giorno aveva detto allo zio Enrico:

— Mi fai un ritratto assieme col canino? —

E lo zio che aveva una stupenda macchina fotografica, l'aveva sùbito contentata.

Vedendo la bella immagine della sorella che teneva abbracciato il canino nero, Gino desiderò anche lui che lo zio lo fotografasse nell'atto ch'egli scherzava con la sua vispa amichetta.

La gattina però quel giorno fu cattiva; non si volle prestare alla posa in nessuna maniera. Vedendo la macchina, quasi capisse di che si trattasse, andava a nascondersi sotto le seggiole, sotto i canapè, scappava dalla terrazza e dalla stanza, sfuggiva con insistenza la presa istantanea della macchina.

Gino pensò di persuaderla il giorno appresso. Era così abituato a discorrere con la gattina quando facevano il chiasso, ch'egli credeva fermamente che costei capisse il linguaggio umano. Infatti sembrava proprio così.

Lina, andiamo a divertirci. —

E Lina si levava dalla seggiola, dove ordinariamente stava raggomitolata a sonnecchiare, e correva saltellando dietro a Gino.

Lina, un bacetto a Pulcinella. —

E Lina, obbediente, leccava il viso, metà nero e metà bianco, del fantoccio, cioè lo baciava a modo suo.

Lina, una carezza al padroncino. —

E Lina gli s'arrampicava su le ginocchia, posava le zampine sul petto del bambino e poi ne alzava una e gliela passava e ripassava morbidamente su la faccia, proprio come una carezza.

Attenta, Lina! attenta ! —

Quello era il momento più allegro.

Gino le buttava per terra un gomitolo di refe e stava a guardare e ad applaudire i mille scherzi di Lina che palleggiava il gomitolo, lo lanciava lontano, lo tirava a pel filo, lo mordeva, tornava a sballottarselo da una zampina all'altra, lo riduceva quasi cosa viva.

— Se fosse un sorcetto, faresti lo stesso, eh? —

Lina levava la testa, lo fissava e pareva rispondesse:

Magari!

Lina, ti farai fare il ritratto? —

Cosa strana! Sentendo la parola ritratto, Lina scappava via. Come diamine aveva fatto a capire? E perchè non voleva lasciarsi fotografare? Che paura le metteva la macchinetta così innocua che lo zio teneva fra le mani?

Gino ne sentiva gran dispetto. Quando Berta gli mostrava la bella fotografia di lei col canino in braccio, Gino s'arrabbiava

Brutta Linaccia, perchè non vuoi? —

E Lina miagolava, quasi rispondesse

Perchè no! —

Un giorno la gattina fece peggio. Trovata sur un tavolino la fotografia del suo rivale, prima con una zampata la fece cadere in terra, poi la graffiò, la stracciò, la ridusse in tale stato, che il povero canino non era più riconoscibile nel ritratto.

Risa di Gino, strilli di Berta!

Berta, stizzita e piangente, corse dalla mamma:

Vedi, mamma, che cosa ha fatto quella brutta bestia? Ora la picchio. —

E prese la mazza del babbo per dare addosso alla gattina.

Naturalmente, Gino corse in difesa della sua prediletta.

— Se tu picchi Lina, io picchio e ripicchio Flok!

— Ed io picchierò voialtri, tutti e due! — disse la mamma, tra seria e sorridente.

Lina era in un canto, presso una poltrona; accoccolata con la testa alta e le orecchie tese.

— Ah, tu capisci che si parla di te! — esclamò Berta.

La gattina fece un movimento.

— Non vi accorgete che siete voialtri che rendete cattivi i due animalini?

Perchè, mamma?

Perchè fate delle parzialità. Per te, Gino; non c'è altro che la gattina: per te, Berta, non c'è altro che Flok. E i due animaletti sono diventati gelosi.

I bambini si guardarono in faccia, increduli.

Provate! —

Berta tese la mano e fece con le labbra il richiamo solito farsi pei gattini. Lina si rizzò esitando, ma non si mosse. Berta replicò il gesto e il richiamo; e allora si vide Lina accostarsi lentamente alla bambina, guardandola fissa, dimenando la coda, miagolando sotto voce; pareva domandasse:

— Ma è vero ? —

E si lasciò prendere in braccio e lisciare e accarezzare e baciare; socchiudeva gli occhi, e faceva graziose moine.

Flok intanto saltava, abbaiava voleva che la sua padroncina buttasse giù quell'intrusa.

Allora Gino, che non gli aveva fatto mai festa, che lo aveva anzi trattato sempre male, gli accennò con le mani e con le labbra:

Psi! psi! —

Flok si arrestò, si piantò su le zampe e lo guardò anche lui fissamente, quasi domandasse:

— Ma è vero? —

E si lasciò prendere in braccio da Gino, e lisciare, accarezzare e baciare, guaiolando di contentezza, facendo moine non meno vivaci di quelle della gattina a Berta.

Berta, maravigliata, ebbe l'idea di accostare i due animali e farli riconciliare con una specie di bacio. Ordinariamente, quando Lina e Flok si trovavano di fronte, prorompevano in sbuffi, graffi, miagolamenti, abbai, che finivano con una zuffa bella e buona.

Ma quella, volta non accadde così. Flok strisciò la testa pelosa sul dorso di Lina; Lina gli rispose con una mossa uguale; e Flok, all'ultimo sguisciando dalle braccia di Gino, saltò addosso a Berta e volle accoccolarsi accosto a Lina, in segno di perfetta riconciliazione.

I due bambini non sapevano ancora persuadersi che assistessero a una scena reale. Erano dunque davvero gelosi quei poveri animaletti? Erano dunque loro, fratello e sorella, che li avevano viziati, mostrando predilezione l'uno per la gattina, l'altra pel canino?

Ora vedremo se Lina si lascerà fotografare! — esclamò Gino.

Vedremo se straccerà più la fotografia di Flok! — esclamò Berta.

No, Lina doveva avere una strana idea della macchina fotografica: al solo vederla scappava, e non c'era astuzia che non eludesse, quando lo zio veniva per tentare.

Ma l'altra prova riuscì benissimo. Non solo Lina non stracciò più la fotografia del suo rivale; ma ogni volta che Gino o Berta gliela mostravano, specialmente se Flok non era , Lina stava un momento a fissarla, e poi si metteva a farle salti e capriole attorno, quasi invitasse quel minuscolo Flok a fare il chiasso con lei.

La mamma fu contenta di questo bel risultato che toglieva via un fomite di litigi e di bizze tra i due bambini, per cui più volte li aveva minacciati di mandar via di casa gattina e canino.

Furono contenti anche i bambini; ma più di tutti parvero contenti i due animaletti, che ora facevano il chiasso assieme anche quando non erano in casa i loro padroncini, mentre prima erano tenuti divisi in stanze diverse, per impedire che si azzuffassero.

Questo prova che le bestie sono forse meno bestie di quel che noi supponiamo.


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