Luigi Capuana: Raccolta di opere
Luigi Capuana
Gli americani di Ràbbato
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La festa del Patrono

18. Ràbbato è in festa per sant'Isidoro.

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La festa del Patrono

 

18. Ràbbato è in festa per sant'Isidoro.

 

Sin dall'alba gran scampanio a distesa, e spari di grossi mortaretti nel piano della chiesa di Sant'Isidoro. Era la vigilia della festa del Patrono. Grandissima aspettativa per l'arrivo della banda militare, ingaggiata a spese degli «americani» lontani e dei presenti a Ràbbato; volevano far le cose alla grande, per distinguersi, quasi il resto dei loro compaesani fossero dei pezzenti. Erano una trentina, vestiti a festa, seguiti da parenti, da amici e da un nugolo di ragazzi chiassosi che di tratto in tratto gridavano: «Viva gli "americani"!» Questi, marciavano in tre file alla testa di tutti, per accogliere allo svolto dello stradale fuori del paese la loro banda, come dicevano.

E prima che il sole comparisse sull'orizzonte, le vie di Ràbbato risonavano delle fragorose marce della musica del 72° di fanteria e delle grida dei ragazzi che applaudivano.

Le bande di due paesi della provincia arrivavano più tardi, accolte non meno calorosamente dalla Commissione della festa e condotte, come la militare, per le vie principali, con grande seguito di gente e degli stessi ragazzi che, poche ore prima, avevano gridato: «Viva gli "americani"!» e ora gridavano: «Viva la Commissione!» Il vero divertimento era per loro.

Ai primi spari, Menu saltava giù dal letto. E, uscito di casa, s'intruppava con gli «americani» quasi già si sentisse uno di loro, anche perché i suoi fratelli avevano pensato di mandare cinquanta lire, per i fuochi di artificio da sparare alla cantonata di casa, quando la processione con la statua del Santo si sarebbe fermata , come doveva fare davanti a tutte le case degli «americani» e dei loro parenti.

Infatti si vedevano rizzati lungo le vie steccati più o meno grandi pei fuochi d'artifizio. Era cosa nuova a Ràbbato, dove la statua del Santo, fino a un anno addietro, veniva recata attorno sulla macchina portata a spalla dai devoti, solennemente seguita dai preti in cotta e stola, dalle confraternite coi loro stendardi, senza la pulcinellatadicevano gli avversari degli «americani» — di dover fermarsi a ogni po' per sentirsi sparare in faccia quattro razzi, o accendere un paio di lumi di Bengala, quasi fossero novità non mai viste.

«Si ricordano del Patrono anche lontano! Devozionerispondeva qualcuno.

«Vanità! Il sindaco e il parroco dovrebbero impedire gli spari».

«Lasciateli fare! Mettono il paese in allegria. I quattrini sono di loro, e li spendono come vogliono».

Il vecchio Lamanna, non ostante che si sentisse pizzicare dai soliti dolori alla schiena, la sera della processione aveva condotto in piazza la nipote e Menu per godere l'illuminazione e sentire il concerto delle bande, che erano quattro, compresa quella di Ràbbato mantenuta a spese del Comune.

Gli «americani» avevano voluto distinguersi anche col decorare, con carte da parato straluccicanti di stagnina a vari colori, con lanternini giapponesi e rami verdi di alloro, il palchetto della loro banda, rizzato nel posto di onore trattandosi di banda militare che «poteva insegnare la musica alle bandicelle di paese».

Quel «bandicelle» dispregiativo lo ripetevano a ogni po', per fare rabbia agli invidiosi.

Anche i ragazzi si mostravano partigiani. Menu, col permesso del nonno, era andato ad appostarsi in prima fila sotto il palchetto della banda degli «americani»; e, a ogni pezzo sonato, applaudiva calorosamente, si sgolava a gridar: «Vivavoltandosi di qua e di per aizzar gli altri a gridar come lui. Primo a cominciare, ultimo a smettere, si era accorto di un impertinente che, quasi appiattato all'angolo del palchetto, osava di fischiare. Gli corse addosso e gli scaraventò un pugno sul viso; l'altro gli appioppò un ceffone in risposta, e rimasero per un istante a guardarsi in cagnesco.

«Hai fischiato

«Faccio quel che mi pare. Che te ne importa

«M'importa; è la nostra banda».

E calcò la voce su quel «nostra».

«Sei "americano" anche tu?»

«Ho due fratelli in America. Va' a fischiare piuttosto la tua bandicella che stona

L'altro mise due dita in bocca e cacciò un fischio più forte. Si afferrarono, si rotolarono per terra. Menu era proprio inferocito. Una guardia municipale accorse, li divise, e prese per un braccio Menu che si divincolava volendo raccattare il berretto che gli era cascato per terra.

«Non è niente! Ragazzi

Lo trascinava per allontanarlo di e impedirgli di ricominciare. Si udì una voce:

«Menu, ti vuole il nonno

«Dov'è? Andiamo», fece la guardia un po' seccata.

 


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