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Coro di uomini e di donne mutati in rospi e ranocchi dal mago Rospus.
La scena rappresenta la grotta del mago Rospus, orrida, ingombra di tutti gli arnesi dell'arte di lui. Uomini e donne mutati in rospi e ranocchi riempiono la scena. Milda siede sola in disparte. Rospus non l'ha trasformata perché l'ama. È l'ultimo giorno del suo sembiante umano concessole dal Mago.
CORO (Sulla scena si balla... ma è ballo di anime tristi... non è allegria):
Creh-creh! Creh-creh! Saltiamo allegri!
Che vale struggerti in pianto?
(A poco a poco rallentano i movimenti ritmici, diventano tristi... ed il ballo cessa.)
CORO:
(Nel ricordare, più intenso diviene il suo racconto)
Dalla cima della montagna selvosa
mi rispondeva il lieto suono del suo corno!
Era il forte cacciatore che mi salutava!
e parea ripetermi: Milda, t'amo, t'amo!
CORO (riprendendo il ballo):
Che vale struggerti in pianto?
(Col pianto scoppia nuovamente il dolore)
Il passato non ritorna, Creh-creh!
(Le coppie si distaccano, la danza è finita.)
(Si ode un rumore sinistro, che di mano in mano si avvicina: la luce della grotta si oscura alquanto.)
CORO (dando segni di terrore):
È lui, Rospus.
(Appare nel suo carro di nautilo tratto da quattro topolini.
Tutti si affollano attorno a Rospus che li respinge.)
Zitti, zitti... Levatevi di torno! Oggi
son capace di schiacciarvi tutti
come fetide pulci... Via, via!...
(Escono tutti disordinatamente, meno Milda.)
(Si cambia in volto e diviene pensieroso)
la mia grotta! La mia potenza è
(A Milda)
Tu vuoi dunque la mia morte?
Era il forte cacciatore che mi salutava,
e parea ripetermi: Milda, t'amo, t'amo!
ROSPUS (minaccioso):
Rispondi, rispondi! O ti cambio in rospa.
(Milda si ritrae in un angolo sfuggendolo.)
Trasformerò quest'orrida grotta
in un palazzo tutto d'oro e diamanti
Ciò che l'uomo non sogna neppure
sarà una realtà per te, o fanciulla,
se, come chiede il Fato, mi dirai:
(con intenzione)
Rospus, tu sei il diletto del mio cuore!
Fossi tu più splendido del sole
fossi più benefico della pioggia
(sfuggendo sempre Rospus che vuole attirarla, e passa dall'altro lato)
fossi tu più dolce dei gorgheggi
dell'usignolo nelle notti di maggio,
non uscirebbe dalle mie labbra
(Inganniamola.) Hai vinto!
(Simulando ed insinuante)
se almeno la pietà
io ben potrei, domani,
di cibi immortali gli Spiriti.
E tu sederesti meco
declineremo presto;
e presto diventeremo
vermi e polvere... e poi... (esitando) nulla!
Che me n'importa?
Sia! Sia!
(Va a prendere un nappo e una bottiglia.)
ROSPUS (fintamente):
Che? Forse ti decidi
a restare?
MILDA (dopo un momento di esitazione, sperando di rompere l'incanto, esclama):
Olà!
(Il coro di uomini e di donne rientra precipitosamente. Sembra che negli occhi di Rospus brillino
lampi d'inferno. Tutti si acquattano atterriti in attesa mentre egli parla.)
Bevete, tutti.
(Mesce a Milda da una boccetta che trae fuori di nascosto dal seno)
(Questo a te sola!)
Qui dentro è chiusa una potenza sovrana!
Quella che crea le forme tutte della Natura.
Con questo liquore gli esseri visibili
e gli esseri invisibili si rinnovellano.
Se l'inganno si cela in questo liquore,
disperdilo, o alto Signore degli Spiriti!
Bevo!
Fa che ogni goccia si muti per Rospus
in rapido ministro d'atroce morte!
Bevo!
CORO:
Torneremo alle dolci umane sembianze,
rivedremo i parenti a cui fummo rapiti!
Se l'inganno si cela in questo liquore,
disperdilo, o alto Signore degli Spiriti!
(Or fa la tua opra, o filtro!)
(Tutti bevono.)
MILDA (sopraffatta):
CORO (stupiti. Tutte le coppe rumoreggiano per terra):
CORO:
Un languore ineffabile!
(Milda esce insieme con il Coro. Ode la chiamata di Wolff e intuendo una forza superiore alla
I miei nemici sono già a quella soglia.
Ah, non posso vietargli l'entrata.
essi sono forse più forti, ma io più astuto.
(Si nasconde. Entrano la fata Vampa e Wolff. La leggera veste della Fata dà ragione del suo
nome, sembra una fiamma che la circondi.)
combattere ti è forza
abbandonato a te stesso.
è il possesso di colei
qual altra forza in terra o in cielo,
potrebbe mai rompere l'incanto?
una più ardua dell'altra.
diverrai suo schiavo in eterno;
e Milda sarà sua, e, immortali,
qual altra forza in terra o in cielo,
potrebbe mai romper l'incanto?
VAMPA (chiamando, portando la mano alla bocca):
ROSPUS (apparendo da dietro la roccia, con finta umiltà):
Ospitale fu sempre, questa mia grotta.
Riposatevi, ristoratevi, quantunque
nulla io abbia che sia degno
della possente fata Vampa: succhi d'erbe
Tu sai perché venuti noi siam qui.
Pietà, pietà d'un povero vecchio.
Insuperbito dei miei trionfi
sulle forze nascoste della Natura,
io chiesi agli Spiriti il Cibo
che li rende giovani e immortali.
dalla prima fanciulla che incontrerai,
giacché l'amore è il divino cibo
che rende sempre giovani e immortali.
Ma Milda, che tu incontrasti
la prima sul tuo sentiero,
Milda era mia! Te la contendo,
Per te il mondo ne ha mille altre!
Gliel'ho cercata io fra mille.
Amano tutte ugualmente!
Nessuna potrà amare come lei!
Pietà, pietà d'un povero vecchio.
Hai tu avuto pietà di me?
Hai tu avuto pietà di lei?
Io sento, qui,
la infallibile voce del cuore,
Vincerò! Non è possibile che due cuori amanti
debbano esser divisi così crudelmente!
Mentirebbe il sole che assentiva ai nostri baci,
mentirebber le stelle che assentivano ai nostri abbracci!
Bada, non sei certo di vincermi!
Ne sei tu certo?
Io ti lascio.
(Vampa ha indietreggiato a poco a poco, si ferma un momento e poi sparisce dietro una porta.
La scena rimane in una quasi completa oscurità.)
ROSPUS (chiudendo la porta dove è sparita Vampa, dice con voce terribile a Wolff):
Ora a noi!
CORO (di dentro si ode un lamento):
(L'opra del filtro è compiuta!)
(Afferrando un terrorizzato)
(Entra disordinatamente il Coro facendo gesti di terrore)
Che sono questi lamenti?
(Portano fuori Milda sopra una barella, la depongono in terra nel fondo della grotta.)
CORO:
ROSPUS (simulando dolore, rivolgendosi a Wolff):
Morta? La tua voce l'ha uccisa.
Ella è morta?
Morta quando si avvicinava
l'ora della liberazione?
Lasciatemi vedere! Lasciatemi toccare!
Questa è un'infernale illusione!
Fredda! Fredda! Ti scalderò coi miei baci,
questo suono.
(Suona replicatamente il corno da caccia. Alla prima chiamata del corno è silenzio e Raspus ride
con scherno, alla seconda Milda dà segno di vita e Rospus tremando vorrebbe impedire la terza
e magica chiamata del corno, e minaccioso si avanza verso Wolff; ma troppo tardi, che Milda si
desta, e salta in piedi trasognata.)
Era il forte cacciatore che mi salutava
e parea ripetermi: Milda, t'amo, t'amo!
CORO:
Il fiore gentile si è destato!
L'ha destata il richiamo Non lo previdi, stolto che fui!
dei nostri giorni felici! Stolto che fui, non lo previdi!
Hai vinto la prova più facile.
Strappa, strappa ora alla fanciulla
un giuramento d'amore.
Lasciami solo con lei.
(Volgendosi alla folla)
E voi che vi siete rallegrati
della mia sconfitta, portate via
tormenti roditori dentro le ossa!
CORO (andando via molto rapidamente come per incanto zoppicando e contorcendosi):
Ahi! Quai cani arrabbiati
ci divorano internamente!
Perché straziarci così?Ahi! Ahi!
WOLFF (sorpreso del continuo silenzio di Milda):
Non mi riconosci?
MILDA (trasognata non riconoscendolo):
Chi siete?
Non udisti quel suono di corno?
Non mi riconosce! Ha offuscato
Lo attendo
da un anno, un mese e un giorno!
Mi ha dimenticato! Vorrei,
Vorrei non poterlo amare più...
(Da sé)
Eppure c'è un fascino irresistibile
nella voce di costui!
Come di ricordi dolcissimi
rifiorenti nel cuore!...
Ma egli crede di trarmi in inganno,
No, all'infuori di lui, a nessuno
Chi lui?... Il Mago forse? Qual lampo! Attendi un istante.
Eppure vi è un fascino irresistibile
nella voce di costui!
Ma perché, giunte al labbro, mentiscono
Ah, egli crede di trarmi in inganno
No, all'infuori di lui, a nessuno
ROSPUS (affaccia la testa dal suo nascondiglio):
È andato via? Si è perduto d'animo?
(Rientra Wolff mascherato da Mago, coll’identico vestito di Rospus, la grande barba fluente, ed
imita l'andare e i gesti di quello.)
ROSPUS (sta per nascondersi di nuovo, ma Wolff lo ha scorto e lo trae fuori dal suo nascondiglio e lo
Quale travestimento? Che intendi di fare?
Non nasconderti; assisti alla tua disfatta.
Che intendi di fare?
MILDA (da sé):
Non ho trasalito!
Non provo più repugnanza
(Scorge anche Rospus, si nasconde il viso tra le mani, atterrita, cercando di fuggire, ma udendo
il canto di Wolff si arresta affascinata.)
Sono due, ahimè!
Ti canterò la più soave canzone,
quella che tu cantavi filando,
i buoi levavan la testa lunata,
gli usignuoli tacevano per ascoltarti.
ROSPUS (da sé):
WOLFF (cercando d'imitare la voce di Milda):
col pensiero di lui.
Da lontano o da vicino,
(Rospus ripete la stessa canzone ma un po' goffamente.)
MILDA: WOLFF E ROSPUS (insieme c.s.):
Che tormento d'incertezza. La rugiada non l'offenda,
È questa, è questa la mia canzone quand'ei va mattiniero,
quella che io cantavo filando! nel più folto del bosco,
cacciatore il più ardito.
col pensiero di lui.
Da lontano o da vicino
Che tormento d'incertezza!...
Chi, se non lui, lui solo,
potrebbe ripetermi
la mia canzone prediletta?...
che mi soggioga, che mi vince!...
(Milda al suono della voce di Wolff si avvicina e segue il canto, mentre Rospus procura d'imitare
la canzone perché non svanisca l'incanto.)
Wolff, amor mio, sei tu, sei tu!
(Si getta fra le braccia di Wolff.)
Milda, amor mio, son io, son io!
Non lo previdi neppure!
ROSPUS (da un angolo della caverna trae fuori una spada precipitandosi verso Wolff):
No, non hai vinto ancora,
WOLFF (liberatosi dal suo travestimento da Mago, sciogliendosi dall'abbraccio di Milda):
Ed eccomi a te!
Questa mia spada saprà ben trovare
il solo punto vulnerabile
una sola goccia di sangue, verserai
fin l'ultima stilla del tuo sangue superbo!
MILDA (scostatasi, mentre i due si battono, si inginocchia):
Se nel cielo c'è uno spirito più pietoso
di tutti gli altri pei cuori che si amano,
dia baldanza al suo petto e diriga egli stesso
il colpo che segnerà l'ultima ora del mago!
Non è nulla!
Oh, cielo!
Ferito! Tu impallidisci e vacilli.
No, ho ancora tanto sangue
da poter far rosso l'oceano!...
Ah!... Son morto!
(Milda nel veder cadere Rospus, si getta nelle braccia di Wolff che vacilla esangue; in
quest'istante apparisce la fata Vampa che toccando le ferite con la sua magica bacchetta le
risana per incanto.) (Nel medesimo tempo una luce più bella rischiara la scena, che si è
trasformata in un bel giardino. Accorre il Coro. Uomini e donne han già ripreso la loro forma
umana.)
Oh, felicità insperata! Vittoria! Vittoria!
Ora sono tua per sempre! Invincibile in cielo e in terra
è Amore!
Oh gioia senza confine! Vivrete felici,
Ora sei mia per sempre! vivrete per amarvi!