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Sua Maestà il Re Dormi La Fata Rosabianca
Sua Maestà la Regina Dormiglia Il primo ministro di Re Dormi
Il Reuccio «Testa-di-Rapa» Prima Cameriera reale
La Reginotta «Testa-di-Mela» Seconda Cameriera reale
Il Mago Sbuffante Alcune Ancelle di Fata Rosabianca
Epoca dei tempi del C'era una volta...
Larga radura in una foresta. Grandi e folti alberi la circondano. A sinistra scorre un ruscello, tra prode coperte di pianticine selvatiche fiorite. A destra e nel mezzo, vecchi tronchi di alberi, coperti di muschi, che possono servire da sedili.
È l'alba. A poco a poco, dietro gli alberi, il cielo si schiarisce fino al rosseggiare dell'aurora; intanto si odono risa, poi canti dolcissimi
SCENA PRIMA
CORO DI ANCELLE: Fuggiamo! L'alba imbianca...
(Si affollano, ridendo, su la proda del ruscello e pare che sentano i brividi dell'acqua dove stan per buttarsi.)
FATA ROSABIANCA (alle Ancelle): Su! Su! Già spunta il sole... salutiamolo con un bel gracidio. Ma prima tuffiamoci nell'acqua...
(Le Ancelle e la Fata si mutano istantaneamente in rane, e affacciano le teste a fior d'acqua del ruscello, mentre il sole indora la cima degli alberi e le nuvolette erranti pel cielo. Le rane gracidano tutte insieme.)
Entrano correndo ansimanti il Reuccio Rapa e la Reginotta Mela, seguiti da due Cameriere reali.
PRIMA CAMERIERA: Ma Reginotta!... (Depone in un angolo, per terra, un bel cestino a vivaci colori.)
SECONDA CAMERIERA: Ma Reuccio!... (Depone anch'essa, in un angolo, per terra, un bel cestino a vivaci colori.)
IL REUCCIO RAPA: Che c'è? Non possiamo correre neppur qui?
LA REGINOTTA MELA: Nel palazzo reale, si, ma in campagna non vogliamo fatte osservazioni!
PRIMA CAMERIERA: Ma così corrono i figli dei villani!
IL REUCCIO RAPA: Sono, forse, meglio di noi?
PRIMA CAMERIERA (a parte): Non capisce!... Non per niente ha per testa una rapa!
SECONDA CAMERIERA: In città o in campagna le Principesse devono stare composte, dignitose... LA REGINOTTA MELA: Come voi che sembrate una marmotta!
PRIMA CAMERIERA: Lo dirò a Sua Maestà il Re!
SECONDA CAMERIERA: Lo dirò a Sua Maestà la Regina!
(Il Reuccio e la Reginotta fanno una spallucciata, poi si accostano, chini, cautamente alla proda del ruscello. Il gracidare delle rane cessa tutt'a un tratto.)
PRIMA CAMERIERA: Si bagneranno le braccia; si intrideranno di terra i vestiti...
IL REUCCIO RAPA: Ecco una rana che saltella tra le erbe!
LA REGINOTTA MELA: Prendiamola!... (Alle Cameriere:) Prendetela!
(Le due Cameriere tentano di afferrare la rana che saltella qua e là, ma non vi riescono. Il Reuccio e la Reginotta si divertono e ridono. Le Cameriere, stizzite, afferrano alcuni sassi e li tirano contro la rana che non vuol lasciarsi prendere.)
LA REGINOTTA MELA: No! No!... Non l'ammazzate, povera rana!
IL REUCCIO RAPA: Eccola!... L'ho presa io. (Alla rana:) Non aver paura! Non ti faremo alcun male!...
LA REGINOTTA MELA: Lasciami vedere. Che gambe lunghe!...
IL REUCCIO RAPA: S'è chetata ora che le ho detto: Non ti faremo male.
LA REGINOTTA MELA: Poverina! Ci guarda con certi occhi!...
IL REUCCIO RAPA: Come se avesse capito!
PRIMA CAMERIERA (alla compagna, sottovoce): Fra rapa e rana s'intendono bene! (Ride.)
SECONDA CAMERIERA (sottovoce, all'altra, ridendo): La Reginotta Mela, che è più stupida, s'intenerisce...
IL REUCCIO RAPA: Se ce la portassimo a palazzo?
LA REGINOTTA MELA: Bravo! L'alleveremo in camera.
IL REUCCIO RAPA: Ha trasalito! Vuole restare. Ecco: la rimetto nell'acqua. (Esegue. Si sente un piccolo tonfo e poi la parola: Grazie!)
LA REGINOTTA MELA: Hai sentito?
LA REGINOTTA MELA: Ora, corriamo laggiù. (Corrono e si perdono tra gli alberi. Le Cameriere stentano a seguirli.)
Arrivano il Re, la Regina e il Primo Ministro. Il Re, grigio di capelli e di barba, con occhi ammammolati, cammina come uno che caschi dal sonno. Si siede su un tronco di albero; la Regina, un po' insonnolita anche lei, gli siede accanto. Il Ministro resta in piedi a riguardosa distanza.
IL MINISTRO: Sì, Maestà. Il Mago dovrà passare di qui.
LA REGINA DORMIGLIA: Perché lo chiamano mago Sbuffante?
IL MINISTRO: Perché sbuffa continuamente, quasi scoppiasse dal caldo.
IL RE DORMI: Che frescura! Che silenzio! (Sbadiglia.)
LA REGINA DORMIGLIA (al Ministro): Tentiamo di non farlo addormentare. Io mi sforzerò di stare più sveglia.
IL MINISTRO: Sarà impossibile, Maestà!
(Il Re sbadiglia più a lungo.)
LA REGINA DORMIGLIA: Se il Mago compisse il portento! Renccio e Reginotta sono il nostro gran dolore. Dicono che la colpa è mia, perché quando stava per nascere desiderai una rapa, e mi grattai il capo, e per ciò il Reuccio nacque con quella testa! Non è vero! Non è vero! E neppure per la Reginotta! Non è vero! Non è vero!
IL MINISTRO: Si tratta di maleficio... Soltanto il mago Sbuffante potrà disfarlo.
IL RE DORMI (borbotta parole incomprensibili, china il capo sul petto e si addormenta. Poco dopo russa leggermente.)
LA REGINA DORMIGLIA (osservando il Re): Come dorme!
IL MINISTRO: Anche questo è maleficio! Prima non c'era persona più spigliata e più svelta di Sua Maestà.
LA REGINA DORMIGLIA (sospirando): Lo sento un po' anch'io il maleficio; ma resisto. Non dormo, dormiglio. (Sbadiglia.)
IL MINISTRO: Fate pure, Maestà... Veglierò io in attesa del Mago.
(La Regina si addormenta. Di tratto in tratto apre gli occhi e sùbito li richiude.) Che famiglia reale disgraziata! Tutt'a un tratto, il Re è colpito da questa malattia del sonno. Appena si siede... eccolo là!... La Regina, meno male, dormiglia!... E poi, la sventura di quei due figli!... (Girando lo sguardo attorno) Dove sono andati? Dovrebbero essere qui. Uno con la testa di rapa! L'altra con la testa di mela! Quasi due cretini... Che famiglia reale disgraziata!
LA REGINA DORMIGLIA (aprendo gli occhi): Sta per arrivare?
IL MINISTRO: Non ancora, Maestà. State tranquilla... L'appressarsi del Mago si sente in distanza: sbuffa così forte!... Veglio io... (Osservando il Re:) Povero Re! Russa... deliziosamente! (La Regina riprende a dormigliare.) Per i Ministri, un Re che dorme tanto è quasi una fortuna! Quando si sveglia, però, ha sguardi così penetranti, che se non si riaddormentasse subito... ci farebbe tagliare a tutti le teste!... M'inganno? (Si ferma ad origliare.) M'inganno? (Facendo riparo con mano agli orecchi) È il mago Sbuffante che arriva! (Si sente il suo rapido e forte sbuffare che si avvicina.)
Entra il mago Sbuffante. Magro, altissimo, un po' curvo, con una gran barba rossa come una fiamma, che gli arriva alle ginocchia, e un lungo bastone in pugno; si ferma alla vista del Re e della Regina addormentati.
IL MINISTRO: Potentissimo Mago... (S'inchina.)
IL MAGO (sbuffando): Chi siete? Che cosa volete?
IL MINISTRO: Sono un misero verme di terra che vi prega di fermarvi un momento! (Si precipita verso il Re e lo riscuote bruscamente.)
IL MAGO (osservando): Che sonno!...
IL MINISTRO: Maestà!... Maestà!...
IL RE DORMI (destandosi di soprassalto): Dov'è?... Dov'è?... Fatelo arrestare!
IL MINISTRO: Maestà, perdonate... C'è qui il potentissimo Mago...
IL MAGO (seccato): Ce lo direte un'altra volta. Ah!... Siete il re Dormi?... Tutti vi chiamano così. (Sbuffa.) E questa è la regina Dormiglia... Tutti la chiamano cosi. (Sbuffa di nuovo.)
LA REGINA DORMIGLIA (aprendo improvvisamente gli occhi): Oh, potentissimo tra i potenti Maghi!... (Al Re) Maestà, non avete, dunque, capito?... Abbiamo la fortuna...
IL RE DORMI: Dormivo... Sognavo che...
IL MAGO (seccatissimo, sbuffando più forte): Ce lo direte un'altra volta!
IL RE DORMI (destandosi completamente): Perdonate, potentissimo Mago... La Regina ed io, insieme coi nostri figli... Dove sono? (Al Ministro:) Cercateli! Chiamateli! Conduceteli qui!... (Al Mago:) Siamo venuti ad attendervi al passaggio, per buttarci ai vostri piedi...
(Il Ministro s'inoltra fra gli alberi e sparisce.)
IL MAGO (sbuffando): State ritta, Maestà, per... non addormentarvi in ginocchio!
LA REGINA DORMIGLIA: Oh, grandissimo Mago!... Vi commuova il dolore di una povera madre! Un maleficio ha colpito i miei figli. Uno è nato con la testa...
IL MAGO (interrompendola): ...di rapa! Lo so; l'altra con la testa... (Sbuffa.)
LA REGINA DORMIGLIA (interrompendolo): ...di mela! E paiono due bambini...
IL RE DORMI: Il maleficio, potentissimo Mago...
IL MAGO (sbuffando): Maleficio!... Maleficio! (Sbuffa più rumorosamente.) E perché non dite castigo?
IL RE E LA REGINA: Castigo di che?
IL MAGO (a tutti e due): Avete poca memoria, Maestà! (Sbuffa più volte di seguito.) Vi ricordate di quel povero contadino, che possedeva un piccolo orto dietro il palazzo reale?
IL RE DORMI (un po' imbarazzato): Mi pare... Non lo rammento bene.
LA REGINA DORMIGLIA: Sì, sì, quello che non ci volle vendere l'orto che formava tutta la sua felicità...
IL MAGO: E Sua Maestà, (sbuffa) se lo prese per forza?...
IL RE DORMI: Lo avrei pagato tre, quattro volte di più del suo valore! ... E il contadino, ostinato, rispondeva: - In casa mia il Re sono io, soltanto io!
IL MAGO (c.s.): Diceva bene! In casa sua il Re era proprio lui!
LA REGINA DORMIGLIA: Disse, però, anche peggio! E Sua Maestà dovette punirlo severamente...
IL MAGO (interrompendola sbuffando): Facendolo impiccare! Ma l'orto che produceva le più buone rape, le più belle e dolci mele del regno, in meno di sei mesi inaridì! La maledizione del contadino.
(Intanto il Re si è seduto, si è addormentato e russa leggermente. La Regina socchiude e apre gli occhi sbadigliando. Il Mago continua a sbuffare.)
Il Ministro e Detti. Poi il Reuccio Rapa, la Reginotta Mela e le Cameriere.
IL MAGO: Si sono riaddormentati!
IL MINISTRO: Ah, potentissimo Mago! Abbiate pazienza. Ecco il Reuccio e la Reginotta. (Scuote il Re e la Regina) Maestà! Maestà!
IL RE DORMI (destandosi a stento): Perché mi avete svegliato? Facevo un bel sogno. Mi pareva...
IL MAGO (spazientito, sbuffa con rabbia): Ce lo racconterete un'altra volta.
LA REGINA DORMIGLIA (scattando in piedi, indicando col gesto verso un punto della radura): Eccoli! Eccoli! Ah, gran Mago!...
IL REUCCIO RAPA (sbuca di tra gli alberi, saltellando e ridendo. Alla vista del Mago si ferma, guardandolo con curiosità): Oh! Oh! Che barba rossa!...
LA REGINOTTA MELA (fa lo stesso; poi, più ardita, si accosta al Mago e lo prende per la barba. Il fratello la imita): Come è folta! ... Potrebbe servirci da manto!
IL REUCCIO RAPA (al Mago): Chi sei?
IL MAGO (sorride): Sono... (Si arresta.)
LA REGINOTTA MELA (tirando metà della barba, quasi fosse la corda di una campana): Ntin! Nton! Ntin! Nton!...
lL REUCCIO RAPA (imitandola): Ntin! Nton! Ntin! Nton!...
IL MAGO (irritato e sbuffando): Basta! Basta! Impertinenti!...
(Il Reuccio e la Reginotta restano con le mani aperte e le dita rese. Gridano.)
IL RE DORMI: Potentissimo Mago! ... Tutto quel che vorrete! Ma mutate le teste del Reuccio e della Reginotta!
LA REGINA DORMIGLIA: Tutto quel che vorrete, gran Mago! Ma mutate le teste del Reuccio e della Reginotta...
IL REUCCIO RAPA (strillando e pestando i piedi): No! No! No!... Non voglio mutata la testa!
LA REGINOTTA MELA (imitando il Reuccio):
No! No! No!... Non voglio mutata la testa!
IL MAGO: Psi! Psi! (Si mette in ascolto.) Silenzio!... (Sbuffa.)
IL MINISTRO (al Mago): Sono le rane del ruscello. Gracidano e sembra che cantino.
IL MAGO (sbuffa): Io le capisco. Si fanno beffa di me!... Dicono:
- Una, due e tre!
Non è roba da te!
IL RE DORMI: Possibile che dicano questo?
IL MAGO (c.s.): Le rane sono maligne! Ma domani verrò qui con una mazza... E una, due, tre!... (S'interrompe, sbuffando, e si rimette in ascolto.) Dicono... Ma ora è una sola... Ah!... È lei!... È lei!... La «fata Rosabianca» che di giorno è rana, e di notte è Fata... Dove c'è lei, io non posso far niente... Vado via! Vado via!... (Sbuffa più volte.) Rivolgetevi ad essa... Non posso far niente per voi! (S'inoltra rapidamente nella foresta.)
IL RE DORMI (sbadigliando): E ora come faremo?
LA REGINA DORMIGLIA: Attendiamo fata Rosabianca!
IL RE DORMI (al Ministro): Che ne sapete voi di questa Fata?
IL MINISTRO: Maestà, è la prima volta che la sento nominare! Giacché è Fata... sarà buona come tutte le Fate!
LA REGINA DORMIGLiA: Chiamiamola! Se è in fondo al ruscello...
IL RE DORMI: Attendiamo che venga da sé. (Sbadiglia chiudendo gli occhi) Attendiamo, Regina... (Si addormenta.)
IL MINISTRO (al Reuccio e alla Reginotta che si divertono a lanciare sassolini nell'acqua del ruscello): Cheti! Cheti! Potreste colpire la fata Rosabianca che dovrà mutarvi le teste... Cheti, vi dico! Cheti!
IL REUCCIO RAPA (strillando, e pestando i piedi): No! No! No!... Non voglio mutata la testa!
IL MINISTRO: Zitti! Non svegliate il Re che dorme...
IL REUCCIO RAPA (passando dal pianto al riso): Ha detto: Non svegliate il can che dorme!
LA REGINOTrA MELA (fa come il Reuccio): Ha detto: Non svegliate il can che dorme!
IL MINISTRO (da sé): Sono sciocchi e maligni! Per fortuna il Re dorme la grossa...
LA REGINA DORMIGLIA (riaprendo gli occhi): Che è stato? Che è stato?...
IL MINISTRO: Niente, Maestà. Il Reuccio e la Reginotta facevano un po' di chiasso.
LA REGINA DORMIGLIA: Fateli mangiare, poverini... (Sbadiglia, richiude gli occhi e si riaddormenta.)
IL MINISTRO (alle Cameriere, rimaste ritte, impalate, in fondo): Date un po' di refezione al Reuccio e alla Reginotta.
(Le Cameriere prendono i cestini riposti in un canto, e preparano sopra un tronco la refezione.)
IL REUCCIO RAPA (prendendo qualcosa dalla refezione della Reginotta): Questo mi piace di più!
LA REGINOTTA MELA (prendendo, per ripicco, qualcosa dalla refezione del Reuccio): E questo piace a me!
IL MINISTRO: Reuecio! Reuccio!... Ricordatevi chi siete! Reginotta! Reginotta!... Ricordatevi chi siete!
IL REUCCIO E LA REGINETTA (dopo di aver mangiato tutto, indicando le briciole e le ossa spolpate): Volete favorire? Se avete denti per rosicchiare...
IL MINISTRO (con indignazione rattenuta, da sé): Li compatisco perché sono cretini! (Alla Reginotta e al Reuccio} Grazie, Reuccio! I miei cani mangiano meglio! Grazie Reginotta! I miei gatti mangiano meglio!
(Il Reuccio Rapa e la Reginotta Mela ridono scioccamente, rifacendo l'aria troppo seria e la voce grossa del Ministro.)
IL REUCCIO RAPA: I miei cani!!!
LA REGINOTTA MELA: I miei gatti!!!
SCENA PRIMA
Si è già fatta sera. Il cielo, a poco a poco, si copre di stelle. Appare, dietro gli alberi, la luna falcata che sembra cullarsi tra le nuvole. Riprende, dal ruscello, il gracidio delle rane.
IL MINISTRO: Ci siamo! (Il gracido lentamente smuore, e sorgono dall'acqua le Ancelle di fata Rosabianca. Si distinguono nell'oscurità per la lieve fosforescenza di tutta la persona. Cantano con grande dolcezza, a bassa voce.)
CORO DI ANCELLE: Notte silente! Notte serena!
Sotto il tuo manto lieve vaghiamo.
Quante miserie noi confortiamo!
(Si vede sorgere lentamente la fata Rosabianca con la testa iridata di perle che sembrano tremolanti gocce di acqua. Il Coro riprende.)
Eccola! Bella, raggiante appare.
A fior dell'onda, come una stella!
Si slancia fuori, ridente e snella...
IL MINISTRO (scotendo per i bracci il Re e la Regina): Maestà! Maestà!...
IL RE DORMI (ancora insonnolito): Chi mi vuole?
LA REGINA DORMIGLIA (destandosi): Che accade?
IL MINISTRO: Ecco la fata Rosabianca...
IL REUCCIO e LA REGINOTTA (la guardano estasiati, le si accostano timidamente: le palpano la veste, i lunghi capelli d'oro): Come sono belli! Come è fine questa veste azzurra!
LA REGINA DORMIGLIA (cadendo in ginocchio ai piedi della Fata): Abbiamo atteso, per sette anni, un mese e un giorno, questo portento! A ogni primavera... siamo venuti qui, ad attendervi, benefica Fata! Un giorno... nel giardino reale, mi apparve una vecchina... (sbadiglia) che mi chiese la carità. Non gliela negai; mi ringraziò dicendomi: la felicità che manca al Re e a voi, Maestà, ve la concederà fata Rosabianca!
IL RE DORMI (interrompendola): Invece a me, un brutto vecchiaccio... (Al Ministro:) Chi era? Ve ne ricordate, signor Ministro?
IL MINISTRO: Maestà... non rammento!
IL RE DORMI (riprendendo e sbadigliando): Insomma, era un vecchio che tagliava la legna in un bosco reale... Mi disse: Il mago Sbuffante l'ha con voi, Maestà! Guardatevene, a meno che voi non gli offriate il regno in cambio del bene che cercate!
LA FATA ROSABIANCA: Il mago Sbuffante ha minor potere di me! È il suo castigo. Dona un fiore, e vuole un giardino; salva una vita e ne sopprime cento... Io, no! Io faccio il bene per il bene!... (Lanciando un'occhiata alle Cameriere.) Ma so anche punire i tristi!...
IL RE DORMI: Ahi Benefica Fata!... Meritereste di essere Regina! (Al Ministro:) Mi sembra di non avere più sonno!
LA REGINA DORMIGLIA (al Re): Regina... sarebbe un po' troppo! Esser fata Rosabianca... è già molto! Non dite sciocchezze, Maestà... (sorride ironicamente.)
IL RE DORMI: Maestà, non dimenticate che io sono il Re!
IL REUCCIO E LA REGINOTTA (al Ministro): La Fata è bella! Voi siete brutto!
IL MINISTRO: Smettete, Reuccio! Smettete, Reginotta!
LA FATA ROSABIANCA: Lasciateli fare! (Alla Regina:) Sono già passati sette anni, un mese e un giorno... (A tutti indicando il Reuccio e la Reginotta:) Sono venuta a posta per loro! (Prende per mano il Re e la Regina, e li fa rizzare in piedi.) Ho visto, ho sentito quel Mago presuntuoso... Se oggi lui avesse toccato le teste del Reuccio e della Reginotta, le povere creature sarebbero subito morte... (Al Re e alla Regina) Voi non sapete quanto sono grata ai vostri figliuoli! Questa mattina - la notte sono Fata, il giorno sono rana - il Reuccio e la Reginotta hanno impedito a quelle... (indica le Cameriere) a quelle talpe, di ammazzarmi a sassate!
LA REGINA DORMIGLIA (al Re): Non so più sbadigliare. (Alla Fata:) Perdonate, gloriosa Fata! Non sapevano quel che facevano.
LA FATA ROSABIANCA: Lo apprenderanno vivendo un paio di mesi da vere talpe! (Le Cameriere cominciano a rattrappirsi, e, trasformate in grosse talpe, si dànno a scavarsi le tane.)
IL RE DORMI (osservando quella trasformazione): Ohi Portento!... Portento!...
LA REGINA DORMIGLIA (osservando come il Re): Oh! Portento... Portento...
IL MINISTRO (da sé): Povere Cameriere! Fortuna che io non ho commesso niente di male contro la Fata!... Altrimenti, in che cosa mi trasformerebbe?... In asino, forse! (Ride.)
LA FATA ROSABIANCA: Ed ora, pensiamo a mutare queste teste indegne di un Reuccio e di una Reginotta...
IL REUCCIO RAPA (strillando e pestando i piedi): No! No! No! Non voglio mutata la testa!
LA REGINOTTA MELA (strillando e pestando i piedi): No! Noi No! Non voglio mutata la testa!
LA FATA ROSABIANCA: Tante volte il bene bisogna farlo con la forza... (La Fata stende un braccio, stacca la testa di rapa del Reuccio e la posa sopra uno dei tronchi stesi per terra; fa la stessa operazione alla Reginotta, e da un albero stacca alcune foglie. Le Ancelle della Fata hanno portato, intanto, un fornello acceso, un paiolo e un mestolo. Il paiolo messo sui fornello comincia a bollire, e la Fata agita forte col mestolo le foglie che vi ha gettato dentro. Il Re, la Regina e il Ministro guardano intenti, spaventati.)
LA REGINA E IL RE: Oh! Portento! Oh! Portento!...
IL MINISTRO: Non credo ai miei occhi!...
LA FATA ROSABIANCA (rimescolando sempre più forte, canta): E frulla! E frulla! E frulla! E frulla! E frulla! E frulla! (Il Reuccio e la Reginotta, intanto, brancicano sul tronco dove la Fata ha posato le loro teste. La Reginotta prende la testa del fratello; questi la testa di lei. Se le adattano sul collo.)
LA REGINOTTA MELA (ridendo, al Reuccio): Come sei brutto con quella mela!
IL REUCCIO RAPA (ridendo, alla Reginotta): Come sei brutta con quella rapa!
LA REGINOTTA MELA (facendo graziosamente il verso alla Fata): E frulla! E frulla! E frulla!
IL REUCCIO RAPA: NO! No! La Fata è bella... Non dobbiamo canzonarla!
IL MINISTRO (da sé): Dice così... mentre ha una voglia matta di farle il verso! Se arriverà ad essere Re, sarà un furbone! E allora, poveri Ministri!... (Tutt'a un tratto, mentre il Reuccio e la Reginotta ridono, a un rapido gesto della Fata, si trovano con due teste nuove: lui, di bel giovane biondo con occhi azzurri e labbra ombreggiate da baffetti incipienti; lei, di bellissima giovane bruna, con lunga e folta capigliatura, grandi occhi neri lucenti, rosee labbra sorridenti. Si guardano stupìti, con palpiti crescenti di gioia e s'interrogano:)
LA REGINOTTA (quasi incredula): Sei tu il Reuccio mio fratello?
IL REUCCIO (quasi incredulo): Sei tu la Reginotta mia sorella? (Si abbracciano.)
LA REGINA: Grazie, potentissima Fata! (Abbracciando i figli, piangendo di gioia) Così vi avevo sognati!
IL RE DORMI (abbracciando i figli): Figli miei!... Come sono contento!... (Alla Fata:) Dovreste compiere un altro prodigio... Guarirmi da questa malattia del sonno...
LA REGINA DORMIGLIA: E guarire anche me...
LA FATA ROSABIANCA (dopo un'esitanza): E sia! (Tocca le palpebre del Re e quelle della Regina, soffia leggermente sulla fronte dell'uno e dell'altra.) È fatto! Per il bene del vostro regno, Maestà! Un Re, una Regina devono tener gli occhi aperti, ben aperti, sempre!
IL MINISTRO (tra sé): La disgrazia è di noi Ministri, ora che il Re non dorme più!
LA REGINA E IL RE: Grazie! Grazie, fata Rosabianca!... (A un gesto del Re, il Reuccio e la Reginotta si precipitano riconoscenti a baciare le mani alla Fata.)
LA FATA ROSABIANCA (schermendosi): Basta! Basta!... (Sorride soddisfatta dell'opera sua.)
(La Fata alza un braccio e traccia dei segni nell'aria. Sul fondo scuro del cielo si vedono apparire due giovani figure, una di uomo, l'altra di donna. Il Reuccio e la Reginotta le guardano estasiati. Le due figure sembrano ondulare nell'aria, sorridere, quasi far dei cenni. Tutti hanno fissi gli occhi a quella maraviglia. Intanto, le Ancelle, prese per mano, danzano lentamente attorno alla Fata cantando a mezza voce.)
CORO DI ANCELLE: Chi sorride di lassù?
Feste e feste - non è inganno!
TUTTI MENO LA FATA: Grazie! Grazie! Grazie!
IL MINISTRO (da sé): Che sciocco! L'ho ringraziata anch'io!... Che sciocco!
LA FATA ROSABIANCA (al Re, alla Regina): Ricordatevi, Maestà, che se, talvolta, i figli scontano le colpe dei padri, spesso i padri godono i benefici delle buone azioni dei figli...
IL REUCCIO E LA REGINOTTA (timidamente): Fata bella, le nostre cameriere, poverine...
LA FATA ROSABIANCA (fingendo di non capire): Fra due mesi. Ve le restituirò sagge, incapaci di far del male, sia pure alle rane...
CORO DI ANCELLE: (ripetendo come sopra):
(Le Ancelle e la Fata si dileguano a poco a poco, sparendo tra gli alberi, ripetendo tra allegre risa:)
Feste e feste - non è inganno!
(Il resto delle parole si perde in lontananza.)