2. Questa parola della riconciliazione, ed il relativo
ministero che è stato raccomandato a Noi in particolare maniera quando
fummo innalzati, senza alcun Nostro merito, a questa sede di Pietro, Ci siamo
richiamati alla memoria; dì e notte abbiamo avuto l’una e l’altro
davanti agli occhi, e profondamente portandoli impressi nel cuore, procuriamo
secondo le Nostre forze di soddisfare ad essi, implorando continuamente l’aiuto
di Dio, perché si degni d’infondere in Noi ed in tutto il suo gregge
pensieri e consigli di pace, e di aprirci sicura e non fallace strada per
conseguirli. Anzi, di più, ben sapendo che Noi per divino decreto siamo
stati stabiliti sopra le nazioni e sopra i regni, affinché nella
coltivazione della vigna di Sabaoth e nella conservazione dell’edificio della
Cristiana Religione, di cui Cristo è la pietra angolare, Noi svelliamo,
distruggiamo, disperdiamo, dissipiamo, edifichiamo e piantiamo, come Ci
rendemmo conto che nulla da Noi si doveva omettere per la quiete e la
tranquillità della Cristiana Repubblica, purché in qualche guisa
fosse adatto al piantare e all’edificare, così fummo sempre pronti con
l’animo e la volontà e insieme disposti, richiedendolo il vincolo della
vicendevole carità, a svellere e a distruggere anche ciò che
potesse esistere di più lieto e di più gradevole per Noi, e di
cui non potessimo fare a meno senza grandissima molestia e dolore vivissimo
dell’animo Nostro.
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