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Niccolò Machiavelli Mandragola IntraText CT - Lettura del testo |
TIMOTEO Io vengo fuora, perché Callimaco e Ligurio m’banno detto che el dottore e le donne vengono alla chiesa. Eccole.
TIMOTEO Voi sete le ben venute, e buon pro vi faccia, madonna, che Dio vi dia a fare un bel figliuolo maschio!
TIMOTEO E’ lo vorrà in ogni modo.
NICIA Veggh’io in chiesa Ligurio e maestro Callimaco?
TIMOTEO Venite!
NICIA Maestro, toccate la mano qui alla donna mia.
NICIA Lucrezia, costui è quello che sarà cagione che noi aremo uno bastone che sostenga la nostra vecchiezza.
LUCREZIA Io l’ho molto caro, e vuolsi che sia nostro compare.
NlCIA Or benedetta sia tu! E voglio che lui e Ligurio venghino stamani a desinare con esso noi.
LUCREZIA In ogni modo.
NICIA E vo’ dar loro la chiave della camera terrena d’in su la loggia, perché possino tornarsi quivi a loro comodità, che non hanno donne in casa, e stanno come bestie.
CALLIMACO Io l’accetto, per usarla quando mi accaggia.
TIMOTEO Io ho avere e danari per la limosina?
NICIA Ben sapete come, domine, oggi vi si manderanno.
LIGURIO Di Siro non è uomo che si ricordi?
NICIA Chiegga, ciò che io ho è suo. Tu, Lucrezia, quanti grossi hai a dare al frate, per entrare in santo?
LUCREZIA Dategliene dieci.
TIMOTEO E voi, madonna Sostrata, avete, secondo che mi pare, messo un tallo in sul vecchio.
SOSTRATA Chi non sarebbe allegra?
TIMOTEO Andianne tutti in chiesa, e quivi direno l’orazione ordinaria; dipoi, doppo l’uficio, ne andrete a desinare a vostra posta. Voi, aspettatori, non aspettate che noi usciàno più fuora: l’uficio è lungo, io mi rimarrò in chiesa, e loro, per l’uscio del fianco, se n’andranno a casa. Valète!
- Fine -