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Niccolò Machiavelli
Capitoli

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DELL’AMBIZIONE

 

A Luigi Guicciardini.

 

            Luigi, poi che tu ti maravigli

di questo caso ch'a Siena è seguìto,

non mi par che pe 'l verso il mondo pigli;

   e se nuovo ti par quel ch'hai sentito,

come tu m'hai certificato e scritto,

pensa un po' meglio a l'umano appetito.

   Perché dal sòl di Scizia a quel d'Egitto,

da l'Inghilterra a l'opposita riva,

si vede germinar questo delitto.

   Qual regione o qual città n'è priva?

Qual borgo, qual tugurio? In ogni lato

l'Ambizione e l'Avarizia arriva.

   Queste nel mondo, come l'uom fu nato,

nacquono ancora; e se non fussi quelle,

sarebbe assai felice il nostro stato.

   Di poco aveva Dio fatto le stelle,

il ciel, la luce, gli elementi e l'uomo

dominator di tante cose belle,

   e la superbia degli Angeli domo,

di paradiso Adam fatto ribello

con la sua donna pe 'l gustar del pomo;

   quando che, nati Cain ed Abello,

col padre loro e de la lor fatica

vivendo lieti nel povero ostello,

   potenzia occulta che 'n ciel si nutrica,

tra le stelle che quel girando serra,

a la natura umana poco amica,

   per privarci di pace e porne in guerra,

per torci ogni quiete e ogni bene,

mandò duo furie ad abitare in terra.

   Nude son queste, e ciascheduna viene

con grazia tale, che agli occhi di molti

paion di quella e di diletto piene.

   Ha ciascheduna d'esse quattro volti

con otto mani; e queste cose fanno

ti prenda e vegga ovunque una si volti.

   Con queste, Invidia, Accidia e Odio vanno

de la lor peste riempiendo il mondo,

e con lor Crudeltà, Superbia e Inganno.

   Da queste Concordia è cacciata al fondo;

e, per mostrar la lor voglia infinita,

portano in mano una urna sanza fondo.

   Per costor la quieta e dolce vita,

di che l'albergo di Adam era pieno,

si fu, con Pace e Carità, fuggita.

   Queste del lor pestifero veneno,

contr'al suo buon fratel, Cain armaro,

empiendogliene il grembo, il petto e 'l seno.

   E loro alta potenzia demostraro

poi che posserno far ne' primi tempi

un petto ambizioso, un petto avaro,

   quando gli uomin vivieno e nudi e scempi

d'ogni fortuna, e quando ancor non era

di povertà e di ricchezze esempi.

   O mente umana insaziabil, altera,

subdola e varia, e sopra ogni altra cosa

maligna, iniqua, impetuosa e fera,

   poi che, per la tua voglia ambiziosa,

si fe' la prima morte violenta

nel mondo, e la prima erba sanguinosa!

   Cresciuta poi questa mala sementa,

multiplicata la cagion del male,

non c'è ragion che di mal far si penta.

   Di qui nasce ch'un scende e l'altro sale;

di qui dipende, sanza legge o patto,

Il variar d'ogni stato mortale.

   Questa ha di Francia il re più volte tratto;

questa del re Alfonso e Lodovico

e di san Marco ha lo stato disfatto.

   Né sol quel che di bene ha il suo nimico,

ma quel che pare (e così sempre fue

il mondo fatto, moderno e antico)

   ogni uom stima, ogni uom spera piue

sormontare, opprimendo or quello or questo,

che per qualunche sua propria virtue.

   A ciascun l'altrui ben sempre è molesto;

e però sempre, con affanno e pena

al mal d'altrui è vigilante e desto.

   A questo, istinto natural ci mena

per proprio moto e propria passione,

se legge o maggior forza non ci affrena.

   Ma se volessi saper la cagione,

perch'una gente imperi e l'altra pianga,

regnando in ogni loco Ambizione;

   e perché Francia vittrice rimanga;

da l'altra parte, perché Italia tutta

un mar d'affanni tempestoso franga;

   e perché 'n queste parti sia redutta

la penitenzia di quel tristo seme

che Ambizione ed Avarizia frutta:

   se con Ambizion congiunto e insieme

un cor feroce, una virtute armata,

quivi del proprio mal raro si teme.

   Quando una region vive effrenata

per sua natura, e poi, per accidente,

di buone leggi instrutta e ordinata;

   l'Ambizion contr'a l'esterna gente

usa il furor ch'usarlo infra se stessa

né la legge né il re gliene consente;

   onde il mal proprio quasi sempre cessa;

ma suol ben disturbar l'altrui ovile,

dove quel suo furor l'insegna ha messa.

   Fie, per adverso, quel loco servile,

ad ogni danno, ad ogni iniuria esposto,

dove sie gente ambiziosa e vile.

   Se Viltà e trist'ordin siede accosto

a questa Ambizione, ogni sciaura,

ogni ruina, ogni altro mal vien tosto.

   E quando alcun colpassi la natura

se in Italia, tanto afflitta e stanca,

non nasce genteferoce e dura,

   dico che questo non escusa e franca

la viltà nostra, perché può supplire

l'educazion dove natura manca.

   Questa l'Italia già fece fiorire,

e di occupare il mondo tutto quanto

la fiera educazion le dette ardire.

   Or vive, se vita è vivere in pianto,

sotto quella ruina e quella sorte

ch'ha meritato l'ozio suo cotanto.

   Viltate è quello, con l'altre consorte;

d'Ambizione son quelle ferite

ch'hanno d'Italia le provincie morte.

   Lasciar ir di Siena le fraterne lite;

volta gli occhi, Luigi, a questa parte:

fra queste genti attonite e smarrite.

   Vedrai d'Ambizion l'una e l'altra arte:

come quel ruba e quell'altro si duole

de le fortune sue lacere e sparte.

   Rivolga gli occhi in qua chi veder vuole

l'altrui fatiche, e riguardi se ancora

cotanta crudeltà mai vidde il sole.

   Chi 'l padre morto e chi 'l marito plora;

quell'altro mesto del suo proprio tetto,

battuto e nudo, trar si vede fora.

   O quante volte, avendo il padre stretto

in braccio il figlio, con un colpo solo

è suto rotto a l'uno e l'altro il petto!

   Quello abbandona il suo paterno solo

accusando gli Dei crudeli e ingrati,

con la brigata sua piena di dolo.

   O esempli mai più nel mondo stati!

perché si vede ogni parti assai

per le ferite del lor ventre nati.

   Drieto a la figlia sua piena di guai

dice la madre: - A che infelici nozze,

a che crudel marito ti servai! -

   Di sangue son le fosse e l'acque sozze,

piene di teschi, di gambe e di mani,

e d'altre membra laniate e mozze.

   Rapaci uccei, fere silvestri, cani

son poi le lor paterne sepolture:

o sepulcri crudei, feroci e strani!

   Sempre son le lor faccie orride e scure,

a guisa d'uom che sbigottito ammiri

per nuovi danni o sùbite paure.

   Dovunche gli occhi tu rivolti, miri

di lacrime la terra e sangue pregna

e l'aria d'urla, singulti e sospiri.

   Se da altri imparare alcun si degna

come si debba Ambizione usarla,

l'esemplo tristo di costor lo 'nsegna.

   Da poi che l'uom da sé non può cacciarla,

debbe il iudicio e l'intelletto sano

con ordine e ferocia accompagnarla.

   San Marco, a le sue spese, e forse invano,

tardi conosce come li bisogna

tener la spada e non il libro in mano.

   Pur altrimenti di regnar s'agogna

per la più parte; e quanto più s'acquista,

si perde prima e con maggior vergogna.

   Dunque, se spesso qualche cosa è vista

nascere impetuosa ed importuna

che 'l petto di ciascun turba e contrista,

   non ne pigliare ammirazione alcuna,

perché nel mondo la parte maggiore

si lascia dominar da la fortuna.

   Lasso! che mentre ne l'altrui dolore

tengo or l'ingegno involto e la parola,

sono oppressato da maggior timore.

   Io sento Ambizion, con quella scola

ch'al principio del mondo el ciel sortille,

sopra de' monti di Toscana vola;

   e seminato ha già tante faville

tra quelle genti sì d'invidia pregne,

ch'arderà le sue terre e le sue ville,

   se grazia o miglior ordin non la spegne.

 




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