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Giosuè Carducci
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IntraText CT - Lettura del testo

  • LIBRO SECONDO
    • Sole d’inverno
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Sole d’inverno

 

Nel solitario verno de l'anima

spunta la dolce imagine,

e tocche frangonsi tosto le nuvole

de la tristezza e sfumano.

 

Già di cerulea gioia rinnovasi

ogni pensiero: fremere

sentomi d'intima vita gli spiriti:

il gelo inerte fendesi.

 

Già de' fantasimi dal mobil vertice

spiccian gli affetti memori,

scendon con rivoli freschi di lacrime

giù per l'ombra del tedio.

 

Scendon con murmuri che a gli antri chiamano

echi d'amor superstiti

e con letizia d'acque che a' margini

sonni di fiori svegliano.

 

Scendono, e in limpido fiume dilagano,

ove le rive e gli alberi

e i colli e il tremulo riso de l'aere

specchiasi vasto e placido.

 

Tu su la nubila cima de l'essere,

tu sali, o dolce imagine;

e sotto il candido raggio devolvere

miri il fiume de l'anima.

 

 

 




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