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Giosuè Carducci
Odi barbare

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  • LIBRO SECONDO
    • Fantasia
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Fantasia

 

Tu parli; e, de la voce a la molle aura

lenta cedendo, si abbandona l'anima

del tuo parlar su l'onde carezzevoli,

e a strane plaghe naviga.

 

Naviga in un tepor di sole occiduo

ridente a le cerulee solitudini:

tra cielo e mar candidi augelli volano,

isole verdi passano,

 

e i templi su le cime ardui lampeggiano

di candor pario ne l'occaso roseo,

ed i cipressi de la riva fremono,

e i mirti densi odorano.

 

Erra lungi l'odor su le salse aure

e si mesce al cantar lento de' nauti,

mentre una nave in vista al porto ammàina

le rosse vele placida.

 

Veggo fanciulle scender da l'acropoli

in ordin lungo; ed han bei pepli candidi,

serti hanno al capo, in man rami di lauro,

tendon le braccia e cantano.

 

Piantata l'asta in su l'arena patria,

a terra salta un uom ne l'armi splendido:

è forse Alceo da le battaglie reduce

a le vergini lesbie?

 

 

 




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