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Giosuè Carducci Odi barbare IntraText CT - Lettura del testo |
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Sole d’invernoNel solitario verno de l'anima spunta la dolce imagine, e tocche frangonsi tosto le nuvole de la tristezza e sfumano.
Già di cerulea gioia rinnovasi ogni pensiero: fremere sentomi d'intima vita gli spiriti: il gelo inerte fendesi.
Già de' fantasimi dal mobil vertice spiccian gli affetti memori, scendon con rivoli freschi di lacrime giù per l'ombra del tedio.
Scendon con murmuri che a gli antri chiamano echi d'amor superstiti e con letizia d'acque che a' margini sonni di fiori svegliano.
Scendono, e in limpido fiume dilagano, ove le rive e gli alberi e i colli e il tremulo riso de l'aere specchiasi vasto e placido.
Tu su la nubila cima de l'essere, tu sali, o dolce imagine; e sotto il candido raggio devolvere miri il fiume de l'anima.
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