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Giosuè Carducci
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  • LIBRO PRIMO
    • Su l’Adda
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Su l’Adda

 

Corri, tra' rosei fuochi del vespero,

corri, Addua cerulo: Lidia su 'l placido

fiume, e il tenero amore,

al sole occiduo naviga.

 

Ecco, ed il memore ponte dilungasi:

cede l'aereo de gli archi slancio,

e al liquido s'agguaglia

pian che allargasi e mormora.

 

Le mura dirute di Lodi fuggono

arrampicandosi nere al declivio

verde e al docile colle.

Addio, storia de gli uomini.

 

Quando il romuleo marte ed il barbaro

ruggîr ne' ferrei cozzi, e qui vindice

la rabbia di Milano

arse in itali incendii,

 

tu ancor dal Lario verso l'Eridano

scendevi, o Addua, con desio placido,

con murmure solenne,

giù pe' taciti pascoli.

 

Quando su 'l dubbio ponte tra i folgori

passava il pallido còrso, recandosi

di due secoli il fato

ne l'esile man giovine,

 

tu il molto celtico sangue ed il teutono

lavavi, o Addua, via: su le tremule

acque il nitrico fumo

putrido disperdeasi.

 

Moriano gli ultimi tuon de la folgore

franca ne i concavi seni: volgeasi

da i limpidi lavacri

il bue candido, attonito.

 

Ov'è or l'aquila di Pompeo? l'aquila

ov'è de l'ispido sir di Soavia

e del pallido còrso?

Tu corri, o Addua cerulo.

 

Corri tra' rosei fuochi del vespero,

corri, Addua cerulo: Lidia su 'l placido

fiume, e il tenero amore,

al sole occiduo naviga.

 

Sotto l'olimpico riso de l'aere

la terra palpita: ogni onda accendesi

e trepida risalta

di fulgidi amor turgida.

 

Molle de' giovani prati l'effluvio

va sopra l'umido pian: l'acque a' margini

di gemiti e sorrisi

un suon morbido frangono.

 

E il legno scivola lieve: tra le uberi

sponde lo splendido fiume devolvesi:

trascorrono de' campi

i grandi alberi, e accennano,

 

e giù da gli alberi, su da le floride

siepi, per l'auree strisce e le rosee,

s'inseguono gli augelli

e amore ilari mescono.

 

Corri tra' rosei fuochi del vespero,

corri, Addua cerulo: Lidia su 'l placido

fiume naviga, e amore

d'ambrosia irriga l'aure.

 

Tra' pingui pascoli sotto il sole aureo

tu con Eridano scendi a confonderti:

precipita a l'occaso

il sole infaticabile.

 

O sole, o Addua corrente, l'anima

per un elisio dietro voi naviga:

ove ella e il mutuo amore,

o Lidia, perderannosi?

 

Non so; ma perdermi lungi da gli uomini

amo or di Lidia nel guardo languido,

ove nuotano ignoti

desiderii e misterii.

 

 

 




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