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Giosuè Carducci Odi barbare IntraText CT - Lettura del testo |
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Ruit horaO desïata verde solitudine lungi al rumor de gli uomini! qui due con noi divini amici vengono, vino ed amor, o Lidia.
Deh, come ride nel cristallo nitido Lieo, l'eterno giovine! come ne gli occhi tuoi, fulgida Lidia, trïonfa amore e sbendasi!
Il sol traguarda basso ne la pergola, e si rinfrange roseo nel mio bicchiere: aureo scintilla e tremola fra le tue chiome, o Lidia.
Fra le tue nere chiome, o bianca Lidia, langue una rosa pallida; e una dolce a me in cuor tristezza sùbita tempra d'amor gl'incendii.
Dimmi: perché sotto il fiammante vespero misterïosi gemiti manda il mare là giù? quai canti, o Lidia, tra lor quei pini cantano?
Vedi con che desio quei colli tendono le braccia al sole occiduo: cresce l'ombra e li fascia: ei par che chiedano il bacio ultimo, o Lidia.
Io chiedo i baci tuoi, se l'ombra avvolgemi, Lieo, dator di gioia: io chiedo gli occhi tuoi, fulgida Lidia, se Iperïon precipita.
E precipita l'ora. O bocca rosea, schiuditi: o fior de l'anima, o fior del desiderio, apri i tuoi calici: o care braccia, apritevi.
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