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Giosuè Carducci Rime e ritmi IntraText CT - Lettura del testo |
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Per il monumento di Dante a Trento - XIII sett. MCCCXXI
Sùbito scosso de le membra sue Lo spirito volò: sovr'esso il mare, Oltre la terra, al sacro monte fue.
A traverso il baglior crepuscolare Vide, o gli parve riveder, la porta Di san Pietro nel monte vaneggiare.
- Aprite - disse. - Coscïenza porta Il mio volere, e tra i superbi io vegno, Ben che la stanza mia qui sarà corta.
A riveder le note forme sante, Ché Dio e il canto mio me ne fa degno -.
Voce da l'alto gli rispose - Dante, Ciò che vedesti fu e non è: vanìo Con la tua visïon, mondo raggiante
Ne gl'inni umani de la vostra Clio: Dal profondo universo unico regna
Italia Dio in tua balìa consegna Sì che tu vegli spirito su lei Mentre perfezïon di tempi vegna.
Va', batti, caccia tutti falsi dèi, Fin ch'egli seco ti richiami in alto A ciò che novo paradiso crei -.
Così di tempi e genti in vario assalto Dante si spazia da ben cinquecento Anni de l'Alpi sul tremendo spalto.
Ed or s'è fermo, e par ch'aspetti, a Trento.
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