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Giosuè Carducci
Rime e ritmi

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  • La guerra
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La guerra

 

Cantano i miti - Fuse Prometeo

nel primigenio fango animandolo

la forza d'insano leone:

l'uomo levandosi ruggì guerra.

 

Dal rosso Adamo crebbe a l'esilio

il lavorante primo: soverchio

gli parve nel mondo un fratello:

truce rise su 'l percosso Abele.

 

Quindi gorgoglia sangue ne i secoli

la faticosa storia de gli uomini,

dal Pàrthenon grande a la tua

casa candida, Vashingtòno.

 

Su l'orso a terra steso rizzandosi

il troglodita brandì ne l'aere

la clava, da i muscoli al cuore

fervere sentendo la battaglia.

 

I feri figli giocando al vespero

nel sol rossastro luccicar videro

tra i massi cruenti la selce,

e l'acuirono per la strage.

 

Poi de le cose di fuor le imagini

calde riflesse nel mental fosforo

per mezzo l'april vaporante

ebri rapïangli, barcollando,

 

da i palafitti laghi, da i fumidi

antri scavati. Ahi, verzicarono

le biade, pria magre su 'l colle,

nel lavacro de le vene umane.

 

Dal superato colle i superstiti

guardâro: i fiumi vasti, l'oceano

moltisono, le caliganti

alpi percossero di stupore

 

i petti aneli verso il dominio,

le menti accese del vago incognito.

Il pin fu gettato su l'onde,

da i cerchi di pietre in vetta al monte

 

tornâro i foschi dèi de le patrie,

da i chiusi ostelli le donne risero:

e quindi la guerra perenne,

cavalla indomita, corse il mondo.

 

Pria che 'l falcato ferro de l'arabo

profeta il culto suada a i popoli

de l'unico Allah solitario,

e intorno al sepolcro scoverchiato

 

del crocifisso ribelle a Ieova

arda il duello grave ne' secoli

tra l'Asia e l'Europa, onde fulse

a gli ozi barbari luce e vita;

 

oh ben pria manda l'aurea Persepoli

gli adoratori del fuoco a gl'idoli

contro, onde sonò Maratone

inclita storïa ne le genti,

 

e Zeus su 'l trono de gli Achemenidi,

nume pelasgo d'Omero e Fidia,

ascese co 'l bello Alessandro,

ed Aristotele meditava.

 

Dal Flavio Autari che il longobardico

destriero e l'asta spinge nel Ionio

sereno ridentegli dopo

lungo errare armato, al venturiere

 

che uscito a vista del Grande Oceano

cavalca l'onde nuove terribili

armato di spada e di scudo

pe 'l regio imperïo de la Spagna,

 

una fatale sublime insania

per i deserti, verso gli oceani,

trae gli uomini l'un contro l'altro

co' numi, co 'l mistico avvenire,

 

con la scïenza. Su le Piramidi

il Bonaparte quaranta secoli

ben chiama. Colà dove mummie

dormono inutili Faraoni,

 

al musulmano solenne, al tacito

fellah curvato, tra sfere e circoli,

ei parla i diritti de l'uomo:

ondeggiano in alto i tre colori.

 

Oh, tra le mura che il fratricidio

cementò eterne, pace è vocabolo

mal certo. Dal sangue la Pace

solleva candida l'ali. Quando?

 

 

 




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