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Carlo Cattaneo La China antica e moderna IntraText CT - Lettura del testo |
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Un mezzo secolo prima di Confucio, era nato Lao-tseu (A. C. 604). I suoi seguaci narrano, che fosse canuto fin dalla natività; e che, prima di nascere, avesse meditato nel seno di sua madre per 81 anni li 81 capitoli del suo libro. Si dice che peregrinasse presso i barbari occidentali (Si-fan); la sua dottrina era adunque forse una derivazione delle scole dei Bramini dell’India o dei Magi dell’Irania. Scrisse il Libro della ragione. La ragione (tao) è per lui la causa prima, eterna, assoluta, incorporea, indefinibile; è l’anima universale, da cui tutte le altre emanano, e a cui le anime dei migliori fan ritorno. In questo sistema, che si accosta alle altre teologie dell’Asia, la famiglia non è avvinta al culto degli antenati, e all’assidua loro vigilanza e custodia. I seguaci di questa dottrina (Tao-sse) fanno sètta piuttosto teologica che filosofica; attendono anche ai sortilegii ed all’astrologia; i confuciani li accusano di tendere all’abolizione di riti, al discioglimento dello Stato e ad un vano idealismo e misticismo. Assai piú popolare divenne nella China l’antica setta di Budda o Fo, che staccatisi dallo stipite indiano, sei o sette secoli prima dell’èra nostra, dopo avere indarno tentato una rivoluzione democratica contro le caste braminiche, perseguitata col ferro e col foco, si rifugiò nell’isola di Ceilan e nelle alpi del Tibeto; e di là pervenne nella China, verso i tempi che fu apportato in Occidente il Cristianesimo. Si propagò largamente presso tutti i popoli dipendenti dall’imperio chinese, o associati alla sua civiltà, come il Tibeto, l’Annam e tutta l’India ulteriore, la Mogolia, la Manciuria, la Corea e le isole del Giapone. Si allargò molto anche nelle classi meno culte dei Chinesi; ha un sacerdozio numeroso, con gradi e dignità simili a quelle del papismo, e con innumerevoli conventi d’uomini e di donne. Le sue scole dirozzarono e mansuefecero i barbari del deserto. Alcuni missionarii gesuiti, penetrando nella China, ove professavano d’essere geometri, astronomi e fonditori di cannoni, facevano colà sembiante d’essere ascritti alle congregazioni dei Buddisti, mentre in Europa vantavano che fossero nuove chiese cristiane da loro fondate con certi riti piú conformi all’indole di quei popoli. Da ciò nacque tra essi e i missionarii capucini prima, e li inquisitori domenicani poi, il famoso processo dei riti chinesi; ebbe principio sotto papa Ludovisi (Gregorio XV), istitutore della Propaganda di Roma (1621- 1623); durò circa un secolo, e terminò colla missione del cardinale Tournon alla China (1701) e colla sua morte in una prigione a Macao (1710), ov’era stato chiuso per maneggio de’ Gesuiti. I quali infine vennero espulsi dal governo chinese, che aspiravano a governare. Nella milizia, le due nazioni chinese e manciura vengono sempre contrapposte in modo di farsi reciproca suggezione; il che si risolve poi nel soppiantarsi a vicenda; e cosí un governo intruso è sempre debole. I soldati hanno, in luogo di stipendio, assegni di terre; attendono a coltivarle, e poco sanno della milizia; tranne quelli che stanno su le frontiere. I mandarini militari sono sottomessi a studii e concorsi, ma di lettere piuttosto che d’arte militare; e sono poco stimati. I capitani delle bande di barbari Manciuri, introdutte dagli imperatori nella China a reprimere i popoli mal sodisfatti e tumultanti, ebbero l’accorgimento d’impadronirsi del governo, la cui debolezza non era per loro un secreto; e conformandosi alle instituzioni chinesi, si fecero tolerare dai popoli. Ma non pervennero mai a spegnere in essi la memoria dell’antico Stato. Se si aggiunge l’armamento antiquato e vieto, che in parte consiste ancora in archi e freccie; l’ignoranza delle scienze matematiche e fisiche degli Europei, e il continuo ondeggiare tra una servile imitazione e una gelosa diffidenza degli stranieri; si vede come il piú popoloso imperio della terra, in preda a un governo inetto, non abbia saputo difendersi né dagli stranieri né dai ribelli. Dopo le guerre cogli Europei, cominciò nelle provincie marittime della China, e principalmente nelle montagne del Fo-kien, una grande emigrazione d’operai e d’agricultori verso la California, le Antille, l’Australia, la Malesia. Pare che i Chinesi meridionali, per il loro temperamento, la sobrietà, la indefessa diligenza e la sagacia, siano i soli uomini del mondo che possano fondar colonie d’agricultori liberi nella zona torrida. La concorrenza loro farà sí che la infame schiavitú dei Negri rimanga abolita in forza di quel medesimo interesse che l’ha fin qui promossa. Pare perciò che la stirpe chinese, ch’é già la piú numerosa di tutte le stirpi umane, sia predestinata a popolare altre vaste regioni e fondar nuovi Stati; del che devono ben esser contenti li amici dell’umanità.
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