INTRODUZIONE
Questa
mia Vita travagliata io scrivo
per ringraziar lo Dio della
natura
che mi diè l'alma e poi ne ha
'uto cura,
alte diverse 'mprese ho fatte e
vivo.
Quel
mio crudel Destin, d'offes'ha privo
vita, or, gloria e virtù più che
misura,
grazia, valor, beltà,
cotal figura
che molti io passo, e chi mi
passa arrivo.
Sol
mi duol grandemente or ch'io cognosco
quel caro tempo in vanità
perduto:
nostri fragil pensier sen porta
'l vento.
Poi
che 'l pentir non val, starò contento
salendo qual'io scesi il
Benvenuto
nel fior di questo degno terren
tosco.
Io avevo cominciato a scrivere di
mia mano questa mia Vita, come si può vedere in certe carte rappiccate, ma
considerando che io perdevo troppo tempo e parendomi una smisurata vanità, mi
capitò inanzi un figliuolo di Michele di Goro dalla Pieve a Groppine,
fanciullino di età di anni XIII incirca ed era ammalatuccio. Io lo cominciai
a fare scrivere e in mentre che io lavoravo, gli dittavo la Vita
mia; e perché ne pigliavo qualche piacere, lavoravo molto più assiduo e facevo
assai più opera. Così lasciai al ditto tal carica, quale spero di continuare
tanto innanzi quanto mi ricorderò.
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